MAASTRICHT (Olanda) – E’ il mondiale più giovane dell’UCI, ma anche uno dei più affascinanti. Il Campionato del mondo gravel si corre nel cuore del Zuid-Limburg, regione olandese al confine con Belgio e Germania, terra di colline dolci e strade bianche battute dal vento (in apertura, foto Sportograf).
Domani toccherà alle donne elite aprire le danze, domenica agli uomini. In questa culla del ciclismo olandese, teatro dell’Amstel Gold Race, la rassegna iridata promette un weekend di sport e spettacolo. Con tanti campioni al via, grandi aree vip attrezzate, tanto tifo e due cittadine che si sono del tutto votate all’evento. Tra l’altro, per favorire il pubblico è stato pensato un circuito ad anello da ripetere più volte.


Il percorso velocissimo
Il percorso presenta un anello di circa 50 chilometri attraverso Beek, Beekdaelen, Voerendaal, Meerssen e Valkenburg, passando per monumenti iconici come il castello di Wijnandsrade, la tenuta di Vaeshartelt e il mulino Sint Hubertus. Fra i tanti strappi, si suppone che quello decisivo sarà il Bronsdalweg: 1,4 chilometri con una pendenza media dell’8 per cento. Il finale poi è dentro Maastricht.
Da fare 180 chilometri per gli uomini e 131 per le donne, con dislivelli rispettivamente di circa 1.650 metri e 1.060 metri: numeri che non spaventano, ma richiedono continuità e capacità di rilanciare, quindi la gamba “sempre piena”. Di fatto è un copia e incolla di quello dello scorso anno a Leuven nel vicino Brabante. Qui ci sono forse 150 metri in più di dislivello, siamo lì… Per scendere nel pratico: Van der Poel vinse con una media che sfiorava i 39 all’ora.
Oggi, pedalando su queste colline, abbiamo provato dei segmenti anche noi: il vento sembra quasi che arrivi da ogni direzione. Ti costringe a restare coperti o a scegliere con intelligenza la posizione nel gruppo. Chi si troverà isolato, specialmente nei lunghi rettilinei in “cresta”, pagherà dazio.
Le carreggiate strette, le curve cieche e i continui cambi di ritmo: davvero ricorda molto l’Amstel Gold Race… le zone sono esattamente quelle. Serviranno insomma le caratteristiche da classiche del Nord, ma con un filo più di tecnica. Il fondo, per ora asciutto, promette scorrevolezza, ma se dovesse piovere nella notte tra sabato e domenica, il fango potrebbe cambiare completamente lo scenario e favorire i più tecnici.






Pidcock favorito?
Senza Wout Van Aert e Mathieu Van der Poel, il mondiale gravel 2025 perde due grandi fari, ma resta una sfida di altissimo livello. Il favorito numero uno è Tom Pidcock, al via quasi a sorpresa. Il britannico, campione olimpico di MTB e iridato nel ciclocross, ha tutte le carte in regola per aggiungere anche il titolo gravel alla sua collezione. Cosa abbiamo appena scritto? Che sono le zone dell’Amstel e che servirà un filo più di tecnica… in pratica l’identikit perfetto dell’inglese che è un drago nella guida e che l’Amstel l’ha vinta nel 2024. Occhio però ad assegnare già la maglia iridata, perché 24 ore prima lo stesso Pidcock sarà al Giro di Lombardia: come reagirà alle fatiche e al viaggio?
Poi ci sono Florian e Gianni Vermeersch, tra i più esperti su questo tipo di tracciato, capaci di combinare resistenza e sensibilità sullo sterrato. Romain Bardet arriva in ottima condizione, galvanizzato dai recenti successi proprio nel gravel. Resta da capire se potrà reggere il ritmo di gara in un contesto così esplosivo.
Occhio a Tim Wellens, che ha preparato meticolosamente questo appuntamento, saltando le ultime corse su strada: un segnale chiaro delle sue ambizioni. Curiosa invece la presenza di Tim Merlier, più abituato alle volate asfaltate che agli strappi offroad. Ma la potenza del belga potrebbe tornare utile nel finale, se la corsa dovesse restare compatta.
Da non sottovalutare gli specialisti del fango: Laurens Sweeck, Tibor Del Grosso, assi del ciclocross, e Quinten Hermans, l’anno scorso bronzo, tutti pronti a inserirsi nella lotta per il podio. Infine, attenzione a Matej Mohoric, che sa come si vince un mondiale gravel (l’ha già fatto nel 2023). Lo sloveno si presenta sornione: non esce da una super stagione, ma potrebbe essere l’occasione per riscattarsi.




Donne, quante olandesi
Rispetto alla gara maschile, quella femminile promette uno spettacolo tecnico e tattico di livello assoluto. Le olandesi partono con il peso del pronostico e il vantaggio del terreno amico: Lorena Wiebes sarà la ruota da seguire, potente e sempre più efficace anche sui terreni misti. Subito dietro di lei Marianne Vos, eterna regina del ciclismo mondiale. A completare la corazzata orange, Mischa Bredewold, pronta a sfruttare la corsa di squadra.
Tra le avversarie più attese c’è Silvia Persico, che già ieri ha saggiato il circuito assieme alle compagne. Lassù, in qualche modo l’azzurra è di casa visto il suo passato nel ciclocross.
Merita una menzione speciale Rosa Kloser, tedesca che vive sul confine con l’Olanda. Bronzo europeo ad Avezzano, rappresenta la mina vagante di questo mondiale, tanto più che conosce il percorso e la tipologia del terreno.
Un percorso, e chiudiamo, che sembra scritto per le olandesi, ma con outsider come Silvia Persico pronte a a farsi sentire.