Fa strano pensarlo, ma anche i lavoratori dello spettacolo sono dei pensionati come tutti gli altri. Anche coloro la cui professione è stata far l’artista vengono ripagati dei contributi versati, degli anni di lavoro svolti. La pensione di molti vip, però, è oggi a rischio. Una folta schiera di celebrità, tra cui Massimo Boldi e Stefania Sandrelli, denunciano una sentenza le cui conseguenze potrebbe farli finire tutti “in miseria”.
La lettera di Boldi e Calà: “Rischiamo la miseria”
“Siamo un folto gruppo di lavoratori dello spettacolo che intende denunciare una situazione paradossale che riguarda la pensione che, dopo decenni di lavoro, ci è stata riconosciuta e che oggi rischia di ridurci in miseria”. Così inizia la lettera firmata da oltre 80 esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui Massimo Boldi, Luca Ward, Jerry Calà, Stefania Sandrelli, Simona Izzo, Franco Oppini e Massimo Dapporto.
I rappresentanti del mondo dello spettacolo inviano un appello ai media e alle istituzioni. Denunciano una sentenza della Corte di cassazione che chiede loro la restituzione di parte della pensione ricevuta negli ultimi dieci anni circa, considerata “indebitamente versata”. Oltre alla restituzione, la sentenza prevede una riduzione dell’assegno mensile ricevuto dagli ex pensionati Enpals.
“È una beffa che si aggiunge al danno, una sottrazione che incide fortemente sulle tasche di molti, a volte in maniera insostenibile” scrivono i diretti interessati. Si tratta, infatti, di personaggi che non lavorano più da anni, se non sporadicamente, e per cui la pensione rappresenta ad oggi l’unica entrata stabile. “Quando diciamo che tanti di noi rischiano la povertà – si conclude la lettera – non stiamo esagerando”.
La denuncia di Luca Ward: “È un’ingiustizia”
Tra gli artisti maggiormente impegnati nella protesta vi è Luca Ward. L’attore e doppiatore considera quella subita “un’ingiustizia perpetrata dalla Cassazione e dall’Inps ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo italiano”. In particolare contro “persone che ormai non lavorano più e che quindi hanno difficoltà ad andare avanti”. Ward è duro con l’ente previdenziale, “devono recuperare ‘quattro spicci’ che ci avevano così gentilmente concesso”, e ugualmente con i colleghi tutti, “oggi è toccato a noi, ma domani sicuramente toccherà anche a voi”.
Cosa succede alle pensioni dello spettacolo
Il contenzioso è iniziato nel 2011 quando l’Enpals – Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo, è stato soppresso e confluito nell’Inps. Agli ex lavoratori dello spettacolo ha iniziato a essere versata una pensione divisa in due parti, Quota A e Quota B. La Quota B sarebbe stata versata dall’Inps in cifre inferiori rispetto alla normativa vigente e, per questo, oggetto di numerosi contenziosi legali. Ricorsi che, nella maggior parte dei casi, hanno dato ragione ai pensionati costringendo l’Inps a maggiorare le pensioni.
Il 29 dicembre 2022, una sentenza della Corte di cassazione ha accolto, al contrario, la posizione dell’Inps, ritenendo “indebitamente versate” le somme percepite dai pensionati in base alle sentenze precedenti. Per questo motivo, molti artisti si trovano adesso costretti a restituire quanto ricevuto pur, denunciano, continuando a pagare le imposte su somme che non ricevono più.