di
Claudio Bozza
La premier chiude la campagna con Salvini, Tajani e Lupi: «Pensavano che che non avremmo mai avuto il coraggio di riempire il centro di Firenze». Il leader della Lega lancia una maglia di Charlie Kirk
DAL NOSTRO INVIATO
FIRENZE – L’unica cosa che accende la campagna elettorale per la Toscana sono gli elicotteri che volano sopra Firenze per l’arrivo della premier, mentre i pro Pal alzano la tensione con un (piccolo) controcorteo. Per il resto: pochi manifesti, nessun vero scontro tra avversari. L’unica eccezione la fa il fuoco amico. Nel Campo largo di Eugenio Giani ci sono bizze e qualche scintilla tra Pd e M5S; nel centrodestra i mal di pancia per le sortite di Roberto Vannacci contro Alessandro Tomasi, cioè l’anti Giani, reo di aver patrocinato il Gay pride da sindaco di Pistoia.
Il contesto è questo, ma la piazza dove Giorgia Meloni arriva per sostenere il candidato della «cantera» di FdI non è altrettanto soporifera. E i toni, tolti per mezz’ora i panni da premier, schizzano e scaldano gli animi. «Liberiamo la Toscana dai nemici della nazione». È lo striscione che campeggia in San Lorenzo, cuore popolare di Firenze e mai utilizzato per eventi politici. Davanti alla basilica del Brunelleschi la piazza è stracolma (gli organizzatori parlano di ottomila persone) e si alternano tutti e quattro i leader del centrodestra. «Pensavano che non avremmo mai avuto il coraggio di fare un evento nel centro di Firenze — esordisce Meloni —. Ma noi siamo nati per stravolgere i pronostici ed è quello che vogliamo fare anche qui in Toscana. Questo non è un “Campo largo” ma un “Leoncavallo largo”: è un enorme centro sociale». Poi la rasoiata: «La sinistra italiana è più fondamentalista di Hamas». E – aggiunge – la pace «non viene firmata né per Landini che sciopera, né per Albanese che insulta la Segre, né per Greta con la Flotilla. C’è una persona da ringraziare, Trump, presidente degli Usa repubblicano».
I numeri: «Su 16 elezioni dal 2022 abbiamo vinto 12 volte, cari amici toscani — incalza la premier —. Sì la sinistra ha sempre vinto lei qui da 50 anni, da quando c’era l’Urss, da quando c’era Mao, da quando in Usa c’era Nixon e io non ero nata, ha sempre vinto… È il problema delle roccaforti, perché se sai che sei rieletto non dai più risposte, gestisci solo il potere, ma ora Tomasi è il cambiamento». È il refrain del «detoscanizzare l’Italia», metafora che Silvio Berlusconi lanciò proprio da Firenze nel 2005. Sono passati 20 anni, il termine è finito anche sulla Treccani, ma, almeno qui, il centrodestra non è ancora riuscito a fare l’exploit. Poi Meloni parla di sanità: «Con i provvedimenti sulle liste d’attesa, nei primi 7 mesi di quest’anno, abbiamo erogato ai pazienti di questa nazione un milione di prestazioni in più rispetto allo stesso periodo del 2024, se le Regioni ci danno una mano anche qui le cose si possono fare».
Prima di lei, sul palco c’è Matteo Salvini, che mostra una maglia con il volto di Charlie Kirk e la lancia in platea: «Per me era doveroso ricordare chi veniva ucciso mentre parlava agli studenti: onore a Kirk». Il leader della Lega racconta poi di aver incontrato, a un mercato, un gruppo di lavoratori di diverse nazioni che «si erano svegliati di notte per andare a scaricare la frutta». Poi l’affondo sovranista-leghista: «Questa è l’integrazione giusta, che funziona. Non quelli che ci rompono i cogl… al parco delle Cascine: quelli devono tornare a casa loro, con un biglietto di sola andata».
Il leader di Forza Italia Antonio Tajani ironizza sugli avversari: «Il centrosinistra è talmente unito che i suoi capi non riescono a fare un comizio insieme: Schlein, Conte, Avs e sono divisi su tutto, incluso il reddito di cittadinanza tanto caro al M5S — attacca il leader— dice il segretario di Forza Italia — da questa piazza deve partire un grido di libertà, di non essere sempre sottoposti alla “macchina del potere” di chi governa qui da troppo tempo». Sulla stessa linea Maurizio Lupi: «È possibile, in una regione come la Toscana, che ha fatto della sua storia l’impresa e l’alleanza tra lavoratori e imprese, firmare un patto con i Cinque stelle per reintrodurre il reddito di cittadinanza?». Tomasi, che per cercare di strappare voti moderati agli avversari non ha mai esasperato i toni, suona infine la carica: «Possiamo vincere anche in Toscana e scrivere la storia».
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10 ottobre 2025 ( modifica il 11 ottobre 2025 | 08:14)
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