di
Viviana Mazza
Gli statunitensi: «Il clima era cambiato». Due le chiavi della svolta: Hamas e il problema degli ostaggi; e le garanzie personali offerte da Trump
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK – L’annuncio di Trump sull’assenso di Israele e Hamas alla «prima fase» dell’accordo di pace è arrivato mercoledì 8 ottobre con un post sul suo social Truth, al termine di una lunga giornata per i negoziatori Steve Witkoff e Jared Kushner — uno dei migliori amici e il genero del presidente — che erano atterrati quella mattina alle 6.30 locali in Egitto.
I mediatori qatarini, egiziani e turchi erano a Sharm-el-Sheikh da lunedì: avevano discusso per due giorni con gli inviati di Israele e di Hamas. Gli americani speravano in un accordo entro la fine della settimana, ma è arrivato quella stessa sera.
«La giornata si è conclusa con l’accordo alle 2.30 del mattino: siamo andati avanti per 20 ore di seguito e verso la fine abbiamo iniziato ad avere la sensazione che tutti si stavano muovendo verso il centro… E quando tutti potevano vedere il traguardo, hanno voluto oltrepassarlo», hanno detto due alti funzionari americani in un briefing con i giornalisti al quale ha partecipato anche il Corriere.
Mercoledì sera non c’è stato un «momento eureka», dice uno dei funzionari, ma «diversi momenti in cui abbiamo iniziato a trovare consenso: sul rilascio di 20 ostaggi in una volta, su come gli israeliani avrebbero fatto lo scambio. Le persone sono diventate più malleabili. Arrivava il cibo, ci scambiavamo idee. Non ripeterò mai abbastanza quanto sia stata importante l’interazione personale: molti leader arabi si sono convinti che volevamo davvero un accordo… e che lo avremmo fatto rispettare».
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Cruciale è stato «separare l’accordo di pace in due fasi chiare: la prima, il rilascio degli ostaggi, includeva anche la liberazione dei prigionieri palestinesi. Ed è stato importante perché quella parte era diventata semplice… Poi abbiamo ampliato la discussione a ciò che succederà dopo, in sostanza quello che chiamiamo un cessate il fuoco permanente fino a che tutte le altre questioni verranno negoziate e considerate, inclusi lo smantellamento delle armi, un governo tecnocratico per gestire Gaza, la ridistribuzione dell’esercito israeliano. L’altra notte abbiamo visto svolte importanti su tutti questi temi».
Sono state due le chiavi di volta, secondo i funzionari americani. La prima è che Witkoff e Kushner hanno capito che «Hamas aveva iniziato a vedere gli ostaggi come un problema anziché una risorsa» e che volessero rilasciarli. Il giorno prima, Trump aveva chiesto loro quali fossero le chance di un accordo. «Il 100%», aveva risposto Kushner, secondo un funzionario. Trump, sorpreso, aveva chiesto come facesse a saperlo; suo genero aveva replicato: «Perché non possiamo permetterci di fallire».
La seconda chiave è stata che, appena arrivati, Witkoff e Kushner hanno comunicato ai mediatori e, attraverso di loro a Hamas, che Trump si impegnava personalmente a far rispettare ognuno dei 20 punti del piano di pace, incluso il ritiro completo, seppure in fasi, di Israele, cioé che non avrebbe lasciato che, tornati gli ostaggi, Netanyahu riprendesse la guerra. «C’era molta sfiducia e il presidente voleva chiarire che quest’accordo è importantissimo per lui… e che farà rispettare la buona condotta».
Trump ha telefonato «almeno tre volte» sui cellulari di Witkoff o di Kushner. «Chiedeva come stessero andando le cose», si è fatto passare diversi interlocutori a Sharm. Parte della sua garanzia è la task force di 200 soldati Usa per monitorare il cessate il fuoco ed eventuali violazioni. Intanto Witkoff e Kushner rimangono per ora in Israele perché «molte cose possono ancora andare storte». Alcuni si chiedono se è l’inizio di un ruolo permanente per il genero nel governo, ma molti credono che pur restando consigliere all’occorrenza tornerà alla sua azienda di private equity, finanziata quasi interamente da investitori stranieri, inclusi i fondi sovrani di Arabia, Qatar, Emirati. Secondo un funzionario Usa, Kushner scherza con Witkoff che, quando tornerà a casa alla sua magione in Florida, scoprirà che sua moglie Ivanka ha cambiato la serratura.
11 ottobre 2025 ( modifica il 11 ottobre 2025 | 08:12)
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