L’Europa si dipinge di verde e ha come obiettivo quello di diventare il primo continente al mondo a impatto zero entro il 2025. Per questo ha aumentato la propria capacità di produzione energetica sostenibile, tanto che la quota di energie rinnovabili è triplicata dal 2004 al 2023, raggiungendo il 24,5% del suo consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili.

Nobile l’intento, soddisfacente il risultato, ma il problema è da dove provengono le infrastrutture energetiche sostenibili. L’Unione Europea importa 14,6 miliardi di euro di prodotti energetici verdi e i principali esportatori sono Cina e India, con una netta predominanza della prima. L’Unione Europea è così diventata dipendente dal fornitore cinese, che oggi rappresenta il 98% di tutte le importazioni. Un dato che non è andato peggiorando, ma neanche migliorando, tanto che già nel 2023 si parlava del rischio di una transizione energetica sotto la dipendenza delle tecnologie energetiche importate dalla Cina.

Il fotovoltaico in Europa proviene dalla Cina

L’Europa ha rallentato con il progetto della transizione ecologica: tante parole e alla fine pochi fatti, ma su una cosa procede bene, la produzione energetica attraverso i pannelli solari. Questi, infatti, rappresentano sempre di più una fetta importante della produzione energetica europea insieme all’eolico. Nell’ultimo report Eurostat, però, si scopre che la maggior parte dei pannelli solari europei, a conferma dei dati degli anni precedenti, non sono prodotti in Europa ma in Asia.

Nel 2024 l’Unione Europea ha importato da Paesi extra-UE pannelli solari per un valore di 11,1 miliardi di euro, ai quali si aggiungono anche biocarburanti liquidi per 2,9 miliardi di euro e turbine eoliche per un valore di 0,5 miliardi di euro. In totale si parla di quasi 14,6 miliardi di euro di importazioni di prodotti energetici verdi.

Nello specifico, il valore dei pannelli solari è diminuito del 43% rispetto al 2023, ma non per numero di importazioni, bensì per via del calo dei prezzi. Al contrario, le importazioni sono aumentate del 2%. Diminuiscono invece le esportazioni di pannelli solari (-22%). In altre parole, l’Unione Europea dipende dalle importazioni, in particolare dall’Asia, con Cina e India in testa.

La Cina è il principale fornitore di pannelli solari, rappresentando il 98% di tutte le importazioni. Si tratta di una quota rimasta invariata, ma con un valore totale sceso da 19 miliardi di euro nel 2023 a 10,9 miliardi nel 2024, per via del prezzo in calo.

I numeri di biocarburanti ed eolico

L’Europa, però, non è dipendente soltanto per quanto riguarda i pannelli solari, ma anche per le importazioni delle turbine eoliche e dei biocarburanti liquidi, anche se questi ultimi hanno fatto registrare un calo del 25%. Al contrario, le turbine eoliche non solo hanno visto un aumento del 102% in valore, ma hanno registrato un aumento del 113% in peso importato.

Nel 2024 l’Unione Europea ha infatti importato 32.373 turbine eoliche, segnando un +9.072 rispetto al 2023. Anche l’Unione Europea, però, ha esportato più turbine eoliche, tanto in valore (+41%) quanto per peso esportato (+28%). In termini quantitativi, si parla di 17.180 turbine eoliche, con un aumento di +7.434 rispetto al 2023.

I principali partner dei prodotti energetici verdi

La Cina è quindi il principale fornitore di pannelli solari, circa 98 su 100 provengono dal Dragone, ma è anche in testa per la quota di biocarburanti liquidi e turbine eoliche. Sul dato dei biocarburanti, però, la Cina arretra, restando comunque capofila rispetto all’anno precedente. Tra i principali partner risultano:

  • Cina con una quota del 24%;
  • Malesia con una quota del 15%;
  • Regno Unito con una quota del 13%;
  • Brasile con una quota del 12%.

Per quanto riguarda le turbine eoliche, queste provengono principalmente da India e Cina. Rispetto al 2023, la Cina ha aumentato la sua quota dal 31% al 43%, mentre l’India ha registrato un calo dal 58% al 48%.