La startup californiana Inversion Space sta lavorando sull’idea di magazzini in orbita che riforniranno i propri clienti con un servizio di delivery. Si concentrerà (almeno all’inizio) sui carichi militari: armi, droni strategici, attrezzatura bellica e kit medici per i soldati
Spesso molte rivoluzioni tecnologiche hanno una matrice militare. Arpanet, i primordi di internet, era una rete di computer creata dall’agenzia di ricerca del Dipartimento della Difesa statunitense per garantire la comunicazione anche in caso di attacco nucleare. Ora è la volta di Arc, un sistema spaziale di consegne che prevede una flotta di satelliti lanciati nello spazio e parcheggiati per un periodo fino a cinque anni in un’orbita geostazionaria bassa della Terra. L’idea – oggi decisamente fantascientifica – non è ovviamente venuta da Amazon né dal reparto spedizioni delle industrie del fast fashion, bensì di una startup chiamata Inversion Space. Queste navette, cariche di materiale militare, diventerebbero dei «magazzini virtuali» in grado poi di consegnare anche nei luoghi più remoti del mondo e senza pista di atterraggio. In meno di un’ora. Strategicamente parlando, rifornire una missione in così breve tempo, può essere determinante.
Inversion Space
Inversion Space È il nome di una recentissima startup di Los Angeles che, con un team di soli 25 dipendenti, ha immaginato questo sistema di consegne spaziale. Pochissimi giorni fa ha presentato Arc, il suo ultimo modello di navetta, una via di mezzo tra uno spazioplano e una capsula cargo, un parallelepipedo largo solo 120 e alto 240 centimetri – una mobile a due ante – e capace di trasportare un massimo di 227 chilogrammi di rifornimenti. È in grado di agganciarsi anche con altri veicoli simili nello spazio ed è riutilizzabile, progettato per distribuire merci dallo spazio. Permettere decolli e atterraggi veloci è stata una priorità: il suo sistema di propulsione utilizza materiali atossici per consentire ai soldati di maneggiarlo senza equipaggiamento protettivo subito dopo l’atterraggio. Il primo decollo è previsto entro la fine del 2026.
La velocità di consegna fa la differenza
L’azienda, che si concentra nello specifico sui carichi utili militari, presumibilmente lavorerà su consegne di armi, droni strategici, attrezzatura bellica e kit medici per i soldati. Nel momento in cui si crei la necessità, la navetta parcheggiata nello spazio rientra nell’atmosfera e atterra «alla vecchia maniera», grazie a un paracadute, manovrabile autonomamente. A parità di efficienza e precisione è il metodo più economico e meno costoso. Arc ha un’autonomia di circa 1000 km durante il rientro, il che gli consente di regolarsi in cielo durante la discesa trovando la traiettoria più precisa. Voli più rapidi, ripetibili e più accessibili: le consegne gestite dalla terra – con un elicottero decollato da una portaerei, ad esempio – sarebbero meno efficienti e meno sicure.
Spazio, ultima frontiera
Lo spazio diventa quindi il nuovo dominio logistico globale. Dopo le necessità belliche, un giorno presumibilmente servirà anche altri generi di clienti. «Arc rappresenta il primo passo per creare una rete logistica nello spazio che renderà la Terra radicalmente più accessibile», ha affermato Justin Fiaschetti, 26 anni, cofondatore e CEO dell’azienda. Inversion ha lanciato il suo primo veicolo sperimentale lo scorso gennaio. La startup punta a costruire centinaia di veicoli on-demand all’anno da parcheggiare nello spazio entro il 2028.
Piattaforma di studi ipersonici
Oltre alla consegna, Arc viene anche proposto come una piattaforma di test ipersonici. Può infatti superare Mach 20 in accelerazione, mantenendo la velocità estrema per lunghi periodi e sostenendo forze G elevate. Gli strumenti per raggiungere e gestire la velocità ipersonica sono una delle ragioni di studio più rilevanti del mondo tech, nell’ottica degli spostamenti futuri di cose e persone.
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11 ottobre 2025
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