Pavia – Anche l’inchiesta su Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, deve essere spostata da Pavia a Brescia. È quanto sostiene l’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore pavese Mario Venditti, iscritto dalla procura bresciana per corruzione in atti giudiziari in merito alla prima archiviazione a carico dello storico amico di Marco Poggi, già indagato nel 2017.

“Una volta che un’attività di indagine compiuta nel nuovo procedimento pavese contro Andrea Sempio ha determinato l’acquisizione di una notizia di reato su un magistrato e giustamente sono stati trasmessi gli atti alla procura competente di Brescia – spiega il legale -, questa attività di trasmissione degli atti ha un effetto trascinamento su tutte le indagini connesse” determinato dall’articolo 11 comma 3 del codice di procedura penale. 

Aiello ha ribadito che anche il fascicolo sull’omicidio di Chiara Poggi, debba ora essere affidato ai magistrati bresciani, a margine della conferenza stampa che si è svolta nel suo studio, a Milano. “L’indagine connessa è il contenitore nell’ambito della quale è stata rinvenuta la prova di un’ipotesi corruttiva quindi è evidente che non si può selezionare una parte dell’indagine da mandare e una da non mandare – sottolinea Aiello -. È tutto connesso: la nuova indagine su Sempio è connessa all’attività che Pavia ha trasmesso a Brescia”.

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“Il mio assistito ha visto un’aggressione ingiustificata al proprio patrimonio professionale, al proprio patrimonio di valori e di certezze costruito con lavoro di anni e alla sua dignità. Vi è la necessità di riportare il sistema giustizia al centro e di non relegarla a un contributo dello show mediatico a cui stiamo assistendo”, ha aggiunto Domenico Aiello.

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“L’equazione Venditti corrotto uguale ad assassino innocente e nuovo colpevole, è un’eresia, è fantascienza, una blasfemia”, ha aggiunto l’avvocato. Martedì, presso il tribunale del Riesame di Brescia, si terrà l’udienza sul ricorso presentato da Aiello in merito al decreto di perquisizione e sequestro disposto il 26 settembre dalla procura bresciana nei confronti, tra gli altri, di Mario Venditti che, secondo l’accusa avrebbe ricevuto una somma dalla famiglia di Andrea Sempio per favorire l’archiviazione della sua posizione, indagato nel 2017 per concorso nell’omicidio volontario di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.

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“Si è iscritto nel registro degli indagati un magistrato senza prove certe. Il sequestro dei suoi apparati è avvenuto senza i criteri di estrazione dei dati, senza parole chiave. Questo significa un’acquisizione totale della vita privata di un magistrato. Le intercettazioni e le perquisizioni servono a trovare le prove, non il reato”, ha sottolineato il legale.

“Il caso Garlasco? Surreale”

“C’è una forte volontà di trovare un’alternativa diversa alla sentenza passata in giudicato che ha riconosciuto il responsabile dell’omicidio di una ragazza di 26 anni. Teniamo in vita una speranza che ha solo l’effetto di devastare una mamma e la memoria di Chiara Poggi“, ha detto ancora Aiello. 

“L’errore si dimostra attraverso le regole, all’interno di un’aula di tribunale, non sui media altrimenti passa il messaggio che la giustizia diventa un’opinione che viene costruita nei talk show. La giustizia non viene esercitata a maggioranza, dalla simpatia o meno dei personaggi. Siamo finiti nelle mani di spregiudicati paparazzi, ma al paparazzo lasciamo la commedia, noi presidiamo la verità”.

Nel lungo incontro con la stampa l’avvocato ha ripercorso il caso Garlasco, che non esita a definire “surreale” e il tentativo di riaprire un caso che la Cassazione ha chiuso stabilendo – dopo cinque processi – che Alberto Stasi è il solo assassino della fidanzata ventiseienne. Il legale ha elencato i vari tentativi “legittimi” della difesa Stasi di riaprire il caso, “destinati a naufragare davanti a un giudicato della Cassazione” e ricorda le ordinanze di rigetto che si sono susseguite fino ad ora: una della Corte d’Appello di Brescia, il no della Corte europea dei diritti dell’uomo e la bocciatura di un ricorso straordinario.

Per Aiello occorre “abbandonare il doping mediatico, fare i conti con la realtà e ritornare nelle aule” dove per la revisione “occorre che ci siano elementi univoci nel reinterpretare i fatti, non ipotesi, non suggestioni o allusioni e neanche fatti statisticamente irrilevanti”, rimarca. “Ancora oggi si ritiene anomalo un provvedimento” chiesto da Venditti “che è una delle archiviazioni più puntuali che ho letto. Quella archiviazione non è stata impugnata, è stata accolta da un altro magistrato” conclude.