di
Adriana Logroscino

La reazione del Pd: «Quelle gite servono a mantenere la memoria, le leggi razziali furono emanate dal fascismo». La replica: «La sinistra strizza l’occhio ad Hamas»

«Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state gite? A che cosa sono servite? Secondo me, sono state incoraggiate e valorizzate perché servivano a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo». Sono un caso le parole che la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella pronuncia al convegno «la storia stravolta e il futuro da costruire», organizzato al Cnel a Roma dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei). 

Tra le tante reazioni provocate dalle parole della ministra, c’è quella di Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz: «Stento a credere che una ministra della Repubblica, dopo avere definito `gite´ i viaggi di istruzione ad Auschwitz, possa avere detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo» ha detto Segre. «Quale sarebbe la colpa? Durante la seconda guerra mondiale, in tutta l’Europa occupata dalle potenze dell’Asse, i nazisti, con la collaborazione zelante dei fascisti locali – compresi quelli italiani della RSI – realizzarono una colossale industria della morte per cancellare dalla faccia della terra ebrei, rom e sinti e altre minoranze. La formazione dei nostri figli e nipoti – sottolinea la senatrice a vita – deve partire dalla conoscenza della storia. La memoria della verità fa male solo a chi ha scheletri negli armadi» conclude. 



















































Ma cosa aveva dichiarato Eugenia Roccella? La ministra affrontava il teme dell’antisemitismo, rinfocolato – secondo i dati forniti pochi giorni da dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in Parlamento – dopo il 7 ottobre 2023, cioè dopo il pogrom contro i giovani israeliani che partecipavano a un raduno musicale vicino al kibbutz di Re’im e dopo la reazione del governo Netanyahu a Gaza. «L’antisemitismo – argomentava Roccella al convegno – ha trovato nell’ultima fase del conflitto israelo palestinese una giustificazione per riemergere ed essere rilegittimato. Il gusto con cui si usa la parola genocidio, ributtandola in faccia a chi del genocidio ha un’esperienza molto documentata e precisa, è davvero sconvolgente. Non si è fatto i conti fino in fondo con l’antisemitismo nel nostro Paese». 

Di qui l’affondo contro il vero valore dei viaggi di istruzione che gli studenti italiani fanno ad Auschwitz. «A cosa sono serviti? Secondo me a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava il fascismo. Le gite ad Auschwitz secondo me sono state un modo per ripetere che l’antisemitismo era una questione fascista e basta. E quindi il problema era essere antifascista non essere antisemita. Il problema oggi è fare i conti con il ostro antisemitismo, fare i conti con il nostro passato senza illuderci che tutto si è affinato in un’epoca storica e in un’area politica, cosa che trovo difficile sostenere».

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Le parole di Roccella provocano l’immediata reazione delle opposizioni. ”Dichiarazioni gravissime – dice Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd – che non soltanto strumentalizzano la memoria della Shoah, ma rovesciano la verità storica con un cinismo inaccettabile per un rappresentante delle istituzioni. Le visite ad Auschwitz non sono mai state gite, come superficialmente le definisce la ministra. Sono state e sono momenti fondamentali di educazione alla memoria, strumenti preziosi per trasmettere alle giovani generazioni l’orrore della persecuzione nazista e fascista e per ricordare che l’antisemitismo non è un fantasma del passato, ma una minaccia viva, che ritorna anche attraverso le parole irresponsabili di chi tenta di relativizzarlo. Che il fascismo italiano abbia avuto un ruolo determinante nell’emanazione delle leggi razziali del 1938, nella persecuzione degli ebrei e nella deportazione di migliaia di cittadini italiani, è un fatto storico documentato».

Controreplica la ministra che respinge al mittente le accuse di strumentalizzazione. «La sinistra – scrive la ministra – tra Francesca Abanese portata in trionfo e striscioni che inneggiano al 7 ottobre, le piazze e le università messe a ferro e fuoco, finge di non capire. Certo che i viaggi ad Auschwitz rappresentano uno strumento fondamentale per trasmettere alle giovani generazioni la memoria dell’orrore che ha segnato il Novecento Ma condannare l’antisemitismo di allora senza fare i conti con l’antisemitismo che senza più alcuna remora e senza alcun pudore alligna oggi tra le file di chi strizza l’occhio ad Hamas è la vera strumentalizzazione».

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12 ottobre 2025 ( modifica il 12 ottobre 2025 | 19:20)