domenica 12 ottobre 2025 – Focus

È difficile amare completamente i film di Ari Aster. Tutti, nessuno escluso, provocano reazioni esagerate, vorrebbero travolgerci e ci riescono, partendo in tutte le direzioni, con gag e chiacchiere impossibili da assimilare tutte in una sola visione. L’obiettivo di Aster del resto non è mai stato quello di offrire una catarsi, ma diagnosticare una psicosi sociale persistente che aleggia nel corpo politico, una sorta di lungo Covid dell’anima, una malattia per cui non esiste vaccino, non esiste modo di proteggerci. E mantenere le distanze non basta. Provate ad ascoltarvi quando tutti intorno fanno rumore, anche lo sceriffo prodigioso di Joaquin Phoenix, figura autoritaria smarrita, assurda, patetica e senza presa sul reale, a cui cerca a tutti i costi di aggrapparsi, con tanta stoltezza e nessuna dignità. È lui il motore di Eddington, western paranoico che ausculta le nevrosi contemporanee, tutto lo spettro, o almeno il più largo possibile: MAGA, wokismo, MeToo, BlackLivesMatter, Covid, no-vax, teorici della cospirazione, divulgatori di fake news… tutti mescolati in un gigantesco gioco al massacro. Nella progressione gratificante dell’opera di Aster, Eddington è il suo film più instabile e il più ferocemente stimolante. Nella sua America allucinata, l’incubo ha di nuovo cambiato pelle e cavalca verso un genere nuovo: il western psicologico che sottopone Joaquin Phoenix a un secondo trip allucinogeno (Beau ha paura). 

Dopo i demoni familiari (Hereditary), le sette pagane (Midsommar (guarda la video recensione)) e le tribolazioni esistenziali di un uomo che ha paura di tutto e ha male dappertutto (Beau ha paura), l’autore americano abita un’immaginaria cittadina del New Mexico, teatro di una follia generalizzata, dove la pandemia è solo uno dei tanti sintomi di un mondo che sta andando alla deriva. In un neo-western pieno di polvere e in piena epidemia da Covid, Aster confronta uno sceriffo conservatore (Joaquin Phoenix) e un sindaco progressista (Pedro Pascal), che impone l’uso della mascherina, misura alla quale il primo rifiuta ostinatamente di sottomettersi. Figure tutelari del vecchio West(ern), a cui difetta la saggezza, si detestano senza sconti e si affrontano in un duello spietato per il potere, sullo sfondo del complottismo e dell’ascesa degli estremismi che spingono dal fuori campo. L’uso delirante delle armi da fuoco fa il resto. La coppia protagonista incarna con ferocia l’estrema polarizzazione delle nostre società, offrendo materiale sufficiente per sondare le angosce contemporanee. Si capisce allora perché Aster abbandoni l’horror per un altro genere, più efficace nel narrare l’America consumata dalla violenza. Realizzato con le risorse del western contemporaneo, Eddington è una storia puramente americana in cui l’America non è il malato ma la malattia stessa, nella tradizione di “Meridiano di sangue”, il romanzo quasi biblico di Cormac McCarthy, o de Il mucchio selvaggio, il western barbaro di Sam Peckinpah

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