Dopo il parere positivo dello scorso giugno del Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp), la Commissione europea dà il via libera alla nuova terapia per i tumori neuroendocrini (Net), non resecabili o metastatici, indipendentemente da sede e grado del tumore (sia pancreatici sia extra-pancreatici). Si tratta di un farmaco mirato, cabozantinib, che potrà essere usato per quei pazienti in progressione dopo almeno una precedente terapia sistemica.

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Cosa fare dopo la progressione del tumore?

I tumori neuroendocrini possono avere origine in diverse parti del corpo e hanno uno sviluppo per lo più lento. In caso di progressione, le possibilità terapeutiche dipendono però dalla sede primaria del tumore e da diversi fattori che rendono complicato definire la sequenza ottimale dei trattamenti. Che possono essere limitati: per esempio, per il 27% delle persone con Net polmonari non sono disponibili opzioni terapeutiche in caso di progressione di malattia. “L’utilizzo sequenziale delle terapie è complicato – conferma Marianne Pavel, endocrinologa ed esperta di Net presso la Friedrich-Alexander University di Erlangen, in Germania – Le terapie disponibili sono limitate e non tutti i pazienti affetti da Net possono beneficiare di quelle attualmente approvate”. Ecco perché è importante l’approvazione di cabozantinib in una vasta gamma di Net, indipendentemente dalla sede, a patto che il tumore sia “ben differenziato” (una caratteristica istologica riportata nel referto).

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Maggiore sopravvivenza e migliore qualità di vita

L’approvazione della Commissione Europea si basa sui dati dello studio di fase III Cabinet, che ha valutato l’efficacia di cabozantinib rispetto a placebo, dimostrando una maggiore sopravvivenza libera da progressione di malattia. Non solo: gli ultimi dati presentati al Congresso 2025 dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) mostrano che la qualità di vita correlata alla salute è stata mantenuta o migliorata rispetto a placebo. I tumori neuroendocrini possono infatti avere un impatto significativo sia sulla qualità di vita: il 92% dei pazienti dichiara, infatti, di aver apportato dei cambiamenti al proprio stile di vita per adattarsi alla malattia.

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I prossimi passi

“La natura complessa dei tumori neuroendocrini e la mancanza di innovazione hanno avuto un impatto significativo sui pazienti, sia dal punto di vista mentale che fisico – dichiara Sandra Silvestri, Chief Medical Officer di Ipsen – Questa approvazione offre un’opzione terapeutica unica, semplice ed efficace, in un’area in cui attualmente esistono poche alternative. In alcuni casi, nessuna. Siamo pronti a collaborare con le autorità sanitarie locali per rendere cabozantinib disponibile al maggior numero di pazienti possibile, confermando il nostro impegno di lunga data nel fornire terapie innovative in oncologia”.

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