Se oggi la Formula 1 è dominata da giganti della tecnologia, criptovalute e aziende di wellness, tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila il paddock era un tripudio di marchi profondamente radicati nella cultura popolare e nel consumo di massa. Quel periodo ha forgiato l’immaginario collettivo delle corse, creando un ponte indissolubile tra il pilota, la squadra, e il brand. Riviviamo insieme le sponsorizzazioni più iconiche.

L’uragano Benetton 

Se oggi la Formula 1 è considerata il nuovo front row del fashion system, il merito di aver unito per primo il mondo patinato della moda a quello adrenalinico delle corse va riconosciuto a Benetton. Già negli anni Ottanta, il brand italiano – icona della maglieria colorata – diede il via a una conversazione inedita tra i due mondi, sponsorizzando inizialmente il team inglese Tyrrell e poi l’italiana Alfa Romeo. L’intuizione raggiunse il suo apice nel 1986 con la creazione della Benetton Formula.

La Formula 1 e i brand: un legame in costante mutamento. Parte I

Questa audace mossa di marketing, culminata con la scommessa vincente su un giovanissimo Michael Schumacher e una serie di trionfi in pista, non solo garantì alla scuderia vittorie importanti, ma portò il marchio a registrare un netto aumento dell’indice di popolarità globale. Benetton dimostrò per prima che la Formula 1 era la piattaforma ideale per unire velocità, colori vivaci e un appeal internazionale, anticipando di decenni l’attuale tendenza del “Motorcore”.

Il Dominio del Tabacco e l’Epica dei Colori

Impossibile parlare di quell’era senza citare l’influenza incontrastata delle aziende produttrici di sigarette. Brand come Marlboro e Camel non erano semplici sponsor, ma l’identità cromatica e strategica di intere scuderie:

Marlboro con Ferrari/McLaren: La livrea bianco-rossa Marlboro è diventata sinonimo di trionfo e velocità. Il logo, onnipresente e associato a leggende come Ayrton Senna, Alain Prost e Michael Schumacher, ha elevato il marchio a icona globale, finché le restrizioni pubblicitarie non lo hanno costretto a sparire progressivamente (lasciando comunque le sue tonalità identificative).

La Formula 1 e i brand: un legame in costante mutamento  Parte I

Passiamo poi a Camel e Williams/Lotus: Il giallo brillante della Camel, con il celebre cammello stilizzato, ha caratterizzato alcuni dei momenti più epici della Williams e della Lotus, portando in pista un’estetica più aggressiva e avventurosa. Oltre ai marchi di tabacco, a dominare la scena dentro e fuori la vettura era Hugo Boss. Ciò avveniva in casa McLaren, con i piloti che indossavano numerosi capi del famoso brand tedesco. 

Un futuro diverso

Queste partnership, hanno cementato l’idea che la F1 fosse un palcoscenico di lifestyle e consumo. L’inevitabile transizione verso l’era digitale e le restrizioni sul tabacco hanno cambiato le livree, ma il fascino di quell’epoca resta il metro di paragone per misurare quanto profondamente i brand abbiano saputo, in passato, entrare nell’anima stessa dello sport.

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