Lo scopo del vertice in Egitto è quello di garantire una legittimazione internazionale all’accordo di pace tra Israele e Hamas, così che nessuna delle parti in causa possa tornare indietro. L’obiettivo dell’incontro, ha sottolineato la presidenza egiziana, è “porre fine alla guerra, intensificare gli sforzi per raggiungere la stabilità in Medio Oriente e inaugurare una nuova era di sicurezza e stabilità”. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha rimarcato la necessità di blindare l’accordo in un evento di risonanza mondiale, prospettando anche “l’importanza” di dargli legittimità internazionale “attraverso il Consiglio di sicurezza” dell’Onu. Il leader egiziano e il presidente Usa Trump presiedono quindi la cerimonia per la sigla della storica intesa per la fine del conflitto a Gaza. L’accordo riguarda la prima fase del piano di pace proposto dagli Stati Uniti. Per Trump è l’occasione di celebrare il suo maggiore risultato di politica estera e chiarire la posizione americana andando avanti nella fase due e nella ricostruzione. Il presidente ha assicurato che “in linea di massima c’è consenso” fra le parti anche su come funzioneranno le fasi successive, ma ha riconosciuto che “alcuni dettagli devono ancora essere definiti”. A Sharm el-Sheikh si annuncia soprattutto una cerimonia, anche se dovrebbe esserci un momento di confronto sui prossimi nodi, dal disarmo di Hamas al Board per il governo transitorio della Striscia
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