Ovazione per Donald Trump, elogi alla Casa Bianca per la mediazione operata in Medio Oriente che ha portato al cessate al fuoco a Gaza, primi impegni assunti anche da Israele. Ecco in sintesi il bilancio dell’atteso incontro alla Knesset con il presidente Usa, andato in scena nel tripudio generale dell’Aula, mentre veniva smentita dall’Egitto l’ipotesi circolata nella mattinata di una presenza del leader israeliano nel pomeriggio al vertice di Sharm el Sheikh con i Paesi arabi. Ma cosa hanno detto i due leader?
Netanyahu ha sottolineato che con Trump, «Israele può firmare nuovi trattati di pace con i Paesi arabi o musulmani». Ha poi aggiunto che «gli ultimi due anni sono stati un tempo di guerra. Gli anni a venire, si spera, saranno un tempo di pace. Pace in Israele e pace fuori da Israele. Non vedo l’ora di continuare a marciare con voi sul sentiero che abbiamo aperto insieme con gli Accordi di Abramo… Come primo ministro di Israele, tendo la mano a tutti coloro che cercano la pace con noi». Chiaro il riferimento al ruolo avuto dagli Usa nelle ultime settimane. «Sotto la vostra guida, possiamo stipulare nuovi trattati di pace con i Paesi arabi della regione e con i Paesi musulmani oltre i confini. I figli di Abramo lavoreranno insieme per costruire un futuro migliore, un futuro che unirà la civiltà contro la barbarie, la luce contro le tenebre e la speranza contro la disperazione. E amici miei, credo che con la leadership del presidente Trump, questo accadrà molto più velocemente di quanto si pensi» ha proseguito Netanyahu rivolgendosi al capo della Casa Bianca. La Knesset ha quindi omaggiato anche il segretario di Stato, Marco Rubio, e l’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff.
Poi è toccato a Trump spiegare quanto è successo, dal punto di vista degli Stati Uniti. «Gli Stati Uniti hanno pianto insieme a voi il 7 ottobre» e «tutte le persone di Israele devono sapere che l’America è con voi». Quanto allo scenario che adesso si apre in Medio Oriente, Trump ha detto che si tratta dell’ «inizio dell’era della fede e della speranza, questa è l’alba storica di un nuovo Medio Oriente». Ha poi aggiunto che «è un trionfo incredibile per Israele e per il mondo avere tante nazioni che lavorano insieme per la pace». Non è mancato un cenno alle operazioni belliche compiute in questi mesi sul campo dall’Idf. «Produciamo le armi migliori, ne produciamo molte. Ne diamo molte a Israele – ha sottolineato Trump -. Netanyahu mi chiamava sempre, dicendomi, “dammi quest’arma, quell’arma, di alcune non ho mai sentito parlare”. Abbiamo dato molte armi a Israele e le avete usate bene».
Quanto al prosieguo della giornata, con l’atteso vertice per la tregua in Egitto, dopo indiscrezioni su una possibile presenza del premier israeliano al vertice, dove ci sarà il leader dell’Anp, l’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, su Facebook è arrivata una nota ufficiale del portavoce della presidenza egiziana, Mohamed Ibrahim Abdel Khaleq El-Shennawy. «Netanyahu non parteciperà al vertice di pace a Sharm el-Sheikh a causa di festività religiose. Il presidente Trump aveva suggerito la partecipazione del primo ministro israeliano a questo vertice durante la sua telefonata con il presidente Abdel Fattah al-Sisi».