Nuovi test per il booster e la navicella, che concluderanno il loro in mare. Ma i ritardi di Space X stanno rallentando il ritorno degli Usa sulla Luna sotto la pressione della Cina

Stanotte (ore 1.15 ora Italiana) dal sud del Texas, SpaceX tenterà l’undicesimo volo di prova del sistema Starship, il razzo più potente mai costruito. Non è soltanto un altro test tecnico, la posta in gioco è molto più alta: da questo volo dipende in parte la credibilità dell’intero programma lunare americano, tenuto conto dei vari fallimenti accumulati da Space X negli ultimi mesi (con l’eccezione del decimo lancio, avvenuto poco meno di due mesi fa, concluso positivamente).

Starship rappresenta infatti il cuore del piano con cui la Nasa vuole riportare l’uomo sulla Luna con la missione Artemis III.  E il tempo per vincere la corsa lunare si sta accorciando, con la pressione crescente della Cina che ha già completato con successo i test di decollo e atterraggio del lander Lanyue,  progettato per ospitare due astronauti. Il programma spaziale del Paese asiatico prevede di portare l’uomo sulla Luna entro il 2030.



















































I test in programma: booster e navicella ammareranno

Il lancio di questa notte, che durerà complessivamente 1 ora e 6 minuti, sarà l’ultimo della versione Block 2 di Starship. Il booster Super Heavy (che aveva già volato con successo nel volo 8) e la nave superiore Ship 38 tenteranno un volo suborbitale con una serie di test mirati a spingere i limiti del progetto. In particolare, il booster proverà una nuova sequenza di accensioni durante il rientro prima con 13 motori, poi con 5, e infine con 3 Raptor nella fase finale. Non atterrerà però sulla torre di lancio e recupero Mechazilla, dotata di enormi bracci meccanici progettati per catturare il booster al rientro, rendendolo immediatamente riutilizzabile,  ma effettuerà un ammaraggio controllato nel Golfo del Messico, utile per raccogliere dati sulle sollecitazioni aerodinamiche e simulare il rientro. 

Stanotte il volo numero 11 per Starship di Space X: ma la Nasa sta perdendo la sua corsa per la Luna?

Stress test sullo scudo termico

La navicella superiore invece rilascerà nello spazio dei simulatori della prossima generazione di satelliti Starlink per testare il sistema di apertura e rilascio del carico. Inoltre Ship 38 tenterà una riaccensione in orbita per verificare le capacità di manovra e di rientro controllato. Anche il suo scudo termico verrà messo a dura prova: alcune piastrelle sono state rimosse di proposito in aree selezionate, per valutare la resistenza del materiale alle temperature estreme del rientro. Se tutto andrà bene, questo sarà l’ultimo volo «di transizione» prima dell’arrivo del  Block 3, una nuova versione più leggera ed efficiente destinata a entrare nella fase operativa..

Il complesso piano di trasbordo

Il successo del volo Starship è fondamentale alla Nasa per dimostrare che il programma Artemis, già in ritardo sulla tabella di marcia, è comunque realizzabile. Starship è infatti il veicolo scelto nel 2021 dall’Agenzia Spaziale americana per portare gli astronauti sulla Luna. Senza il veicolo di Elon Musk la missione Artemis, così come è stata concepita, non può partire. Secondo i piani della Nasa infatti, durante la missione Artemis III, i quattro astronauti a bordo della capsula Orion non scenderanno direttamente sulla Luna: l‘equipaggio dovrà effettuare un trasbordo in orbita lunare, passando sulla navicella Starship-HLS (Human Landing System), appositamente modificata per l’allunaggio (non è dotata di scudo termico perché non deve rientrare sulla Terra).

Stanotte il volo numero 11 per Starship di Space X: ma la Nasa sta perdendo la sua corsa per la Luna?

Perché la Nasa non ripeterà l’Apollo

Durante quelle spedizioni lunari di decenni fa, la Nasa lanciò un singolo razzo, il Saturn V, che aveva già a bordo tutto ciò di cui gli astronauti avevano bisogno, tra cui la capsula dell’equipaggio dell’Apollo e i moduli di atterraggio, come l’ Eagle , con cui raggiunsero la superficie lunare.

Ma la Nasa non ha optato per questo approccio semplificato per diverse ragioni e ha chiarito che non intende far risorgere i suoi vecchi razzi perché questa scelta non sarebbe in linea con i suoi obiettivi. Lo scopo della nuova esplorazione lunare è molto più impegnativa dell’Apollo e vuole permettere agli esseri umani di visitare la regione del polo sud della Luna, in gran parte inesplorata, dove i ricercatori ritengono che l’acqua sia immagazzinata sotto forma di ghiaccio sotto la superficie polverosa. Atterrare lì è più difficile a causa del terreno accidentato e della rotta del volo che richiede molta più energia. L’obiettivo, come spesso afferma la dirigenza Nasa, non è semplicemente piantare una bandiera sulla Luna, ma aprire la strada a un’operazione permanente con equipaggio. L’acqua e le altre risorse lunari potrebbero essere raccolte e utilizzate per sostenere una base lunare dove gli astronauti potrebbero vivere e lavorare. Per fare tutto ciò serve un lander più grande e non è possibile portare tutto con sé come hanno fatto gli astronauti dell’Apollo. Tuttavia,  ogni test fallito, ogni dubbio, ogni ritardo non fanno che alimentare la domanda: la Nasa rischia di perdere sua corsa alla Luna? Gli Stati Uniti dipendono in gran parte dai tempi e dai successi di Space X. 

La sfida del rifornimento in orbita

Anche se Starship 11 dovesse funzionare alla perfezione resta ancora irrisolto il nodo più difficile di tutta l’impresa lunare: il rifornimento del carburante in orbita come abbiamo spiegato qui.  Starship non può decollare da Terra con tutto il metano e l’ossigeno liquido necessari per raggiungere la Luna, atterrare e tornare indietro. Per farlo, dovrà essere rifornita nello spazio da speciali cisterne, le Starship Tanker, che porteranno propellente in orbita bassa e lo trasferiranno alla nave diretta verso la Luna. Si tratta di una sfida ingegneristica mai provata prima. Trasferire liquidi criogenici in microgravità significa gestire fluidi che non «scorrono» come sulla Terra, che tendono a formare bolle o a spostarsi in modo caotico. I carburanti criogenici  di cui Starship ha bisogno devono essere mantenuti a temperature bassissime e costanti  per non evaporare, e ogni perdita riduce l’autonomia della missione. Le stime dicono che saranno necessari almeno dieci lanci di cisterne (ma alcuni ingegneri parlano di 40 voli di rifornimento) in tempi ravvicinati  per fornire una sola Starship lunare: un’impresa logistica titanica e ogni piccolo errore potrebbe compromettere la riuscita della missione. Finora Space X ha eseguito soltanto mini test interni di trasferimento di propellente, ma nessun vero «passaggio in orbita» tra due veicoli. E senza una soluzione stabile e funzionale per il rifornimento orbitale, la Luna resta ancora lontana. 

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13 ottobre 2025 ( modifica il 13 ottobre 2025 | 15:49)