Una distesa di macerie, cemento frantumato e grovigli di ferro: è tutto ciò che resta del Padiglione dell’agricoltura di via Gattamelata a Milano. È stato completamente demolito l’edificio progettato da Ignazio Gardella, uno dei protagonisti dell’architettura italiana del Novecento.
Le operazioni, iniziate nei giorni scorsi e tutt’ora in corso, serviranno per creare spazio a un nuovo edificio da 55mila metri quadrati che ospiterà il nuovo centro di produzione della Rai (che verrà inaugurato nel 2029).
La demolizione e le critiche degli architetti
La demolizione dell’edificio di Gardella – di proprietà di Fiera Milano e su cui non c’era il vincolo della Sovrintendenza – ha suscitato qualche perplessità, soprattutto tra architetti e designer. Tra questi c’è anche Bianca Felicori, architetto e fondatrice del progetto “Forgotten architecture”, pagina Instagram che riunisce oltre 44mila follower tra professionisti e appassionati.
“Mi riesce ancora difficile crederci, ma è esattamente quello che è successo – ha scritto Felicori in un lungo post con una foto della demolizione scattata dall’architetto Paolo Brambilla -. Il Padiglione dell’Agricoltura di Milano, progettato nel 1958 da Ignazio Gardella, è stato demolito per far posto alla nuova sede della Rai, che abbandona la sua celebre sede in Corso Sempione. La demolizione è avvenuta in una Milano deserta a fine luglio. Un sito del patrimonio culturale ridotto in macerie, l’ennesimo colpo al nostro pianeta”.
“Ciò che mi colpisce di più è che la Rai ha sempre mostrato una particolare sensibilità per l’architettura e il design, collaborando spesso con alcuni dei più grandi architetti, tra cui lo stesso Gio Ponti – ha precisato Felicori -. Ma ciò che mi sconvolge ancora di più è che ho trascorso cinque anni al Politecnico di Milano lavorando a proposte progettuali per il rinomato programma ‘Riformare Milano’, mentre nell’ultimo decennio la città ha subito la cosiddetta ‘riqualificazione’ con scarsa o nessuna attenzione per le sue stratificazioni preesistenti. Come sempre, c’è un enorme divario tra il mondo accademico e la vita reale. Milano ha perso un altro pezzo della sua storia e continua, purtroppo, a nutrire in tutti noi un crescente senso di disillusione”.
Come era fatto l’edificio di Gardella
L’edificio, progettato tra il 1957 e il 1958 e realizzato tra il ‘60 e il ’61, si sviluppava in lunghezza per circa cento metri lungo via Gattamelata. Alto tre piani, ospitava originariamente al piano terra e al primo piano spazi espositivi destinati a macchine e attrezzature agricole, mentre il secondo piano accoglieva un salone ristorante. Negli ultimi accoglieva il centro congressi MiCo Nord e l’archivio storico di Fondazione Fiera.
Il “Padiglione”, come riportato nella scheda di Lombardia Beni Culturali, si distingueva per una facciata articolata in fasce orizzontali, elemento compositivo centrale dell’intero progetto. Alla base si trovava una zoccolatura che combinava pietra bianca di Vicenza – utilizzata anche per i cordoli marcapiano e le pensiline d’ingresso – e piastrelle in clinker rosso scuro.
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Al di sopra di questo basamento si sviluppava una parete continua in vetro e acciaio, a doppia altezza, ritmata da aperture verticali con telai in ferro rosso smaltato, inseriti tra montanti metallici neri. La composizione architettonica si concludeva con un coronamento continuo, decorato da un motivo a losanghe ricorrente nell’opera di Gardella, e con una fascia intermedia cieca, anch’essa in clinker, interrotta da tre sottili feritoie in corrispondenza dei cavedi che garantivano illuminazione naturale al secondo piano.
Cosa verrà costruito
Sull’area dell’ex Padiglione dell’Agricoltura potrebbero sorgere tre edifici. Il condizionale resta d’obbligo: al momento, infatti, l’unica realizzazione certa riguarda il nuovo centro di produzione Rai, mentre gli altri due interventi sono al momento ipotesi di sviluppo future.
Il Centro Rai – che unirà in un’unica sede gli studi di via Mecenate e Corso Sempione – è composto da due blocchi principali. Una “stecca” per uffici alta sei piani che si affaccia su via Gattamelata (per un totale di oltre 20mila metri quadrati); un secondo edificio retrostante di due piani, con spazi polifunzionali di grande altezza e locali di supporto.
Una parte significativa della struttura sarà realizzata in legno, con l’impiego di circa 3.500 metri cubi di legno lamellare. Fondazione Fiera ha pubblicato un bando per la presentazione delle manifestazioni d’interesse relative alla costruzione del complesso (che si è chiuso lo scorso 12 giugno). Stando a quanto riportato in un documento di Fondazione Fiera di Maggio 2025, il costo stimato per l’intervento è di circa 97,5 milioni di euro.