La Red Bull guarda al futuro con fiducia, ma anche con realismo. Pierre Waché, direttore tecnico della scuderia di Milton Keynes, ha tracciato un bilancio sullo stato dei lavori in vista del 2026, quando entreranno in vigore i nuovi regolamenti tecnici che rivoluzioneranno la Formula 1. In quest’ottica rientrano anche i progressi che la RB21 ha mostrato in pista negli ultimi gran premi, riaccendendo le speranze iridate di Max Verstappen.

Waché: “Motore 2026 promettente, sull’aerodinamica c’è molto da scoprire”

La prossima monoposto, sviluppata attorno a un pacchetto aerodinamico completamente inedito e a un motore costruito per la prima volta interamente “in casa” da Red Bull Powertrains, rappresenta una sfida storica per la squadra. E sul fronte power unit arrivano segnali incoraggianti: “Per quanto riguarda la power unit, è difficile dirlo, ma sembra molto, molto promettente”, ha spiegato Waché in un’intervista a RacingNews365.

Red Bull

Più complesso invece il discorso relativo all’aerodinamica, dove le nuove regole aprono un ampio margine di interpretazione: “Per quanto riguarda la vettura, ci sono nuovi regolamenti aerodinamici ed è difficile pronunciarsi. C’è molto da scoprire, ed è difficile sapere quali idee avranno gli altri. Normalmente impari molto quando vedi le altre auto e cerchi di capire cosa stiano facendo tutti. Spero che troveremo una buona direzione, ma non si può mai sapere”.

I collegamenti tra il lavoro di quest’anno e quello per il 2026

Dopo un avvio di stagione complicato, la Red Bull è riuscita a ritrovare competitività con le vittorie di Verstappen a Monza e Baku e il secondo posto di Singapore, risultati che hanno rilanciato il team nella lotta al vertice. Per Waché, la traiettoria di sviluppo imboccata è fondamentale anche in chiave futura: “È molto importante anche per il prossimo anno continuare su questa strada. Tutto ciò che comprendiamo, in termini di caratteristiche e di ciò che serve al pilota, sarà utile nel 2026 anche se le regole saranno diverse. Si affronterà lo stesso tipo di problema, anche se in modo diverso”.

Pur riconoscendo un collegamento parziale tra il lavoro attuale e la prossima monoposto, l’ingegnere francese ha voluto chiarire: “Potrebbe esserci una connessione, ma non si può mai sapere. Tutto ciò che si toglie dallo sviluppo del prossimo anno può avere un piccolo impatto qui. Ma per essere chiari: ciò che abbiamo ora e ciò che arriverà più avanti è stato sviluppato molto tempo fa. Non è qualcosa fatto ieri”.

Da Singapore segnali incoraggianti

Verstappen si è rilanciato nel Mondiale 2025 grazie ai due netti successi a Monza e Baku ma, a impressionare maggiormente Waché, è stato il rendimento della RB21 a Singapore, circuito tradizionalmente ostico per la squadra e caratterizzato da alto carico aerodinamico. La prestazione di Verstappen, secondo al traguardo, è stata un segnale incoraggiante: “Eravamo preoccupati che su una pista ad alto carico aerodinamico il nostro passo potesse sparire, ma non è stato così: è un segnale estremamente positivo per questa gara, e anche un buon segno per le prossime”.

Guardando agli ultimi appuntamenti stagionali, la priorità sarà continuare a estrarre il massimo dal pacchetto tecnico: “È difficile dirlo – ha ammesso Waché – Ma ciò che conta è migliorare l’utilizzo e il potenziale della macchina per i piloti”. Una filosofia che la Red Bull ha scelto di mantenere anche quando molti rivali hanno già spostato le risorse verso il 2026: “Sì, altrimenti, se non sviluppi la vettura, non saprai mai se è abbastanza: questo è il punto principale. Non puoi mai sapere se ciò che fai e ciò che scopri siano sufficienti a sbloccare ciò di cui il pilota ha bisogno”.

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