MACERATA È il giorno della cerimonia d’inaugurazione di largo Beligatti dopo i lavori di restyling. Al piano terra dell’ex chiostro di San Lorenzo verranno esposte tre statue realizzate da Dante Ferretti, vincitore di tre primi Oscar. Ma il celebre scenografo non ci sarà. Il motivo? Non è stato invitato dal Comune. Le sculture sono di proprietà della Fondazione Cossiri e grazie a un accordo sottoscritto con la giunta resteranno per i prossimi cinque anni in questa iconica collocazione. 

I dettagli

Le statue Enolo, Fornaro e Pasticcina fanno parte della celebre serie “Il popolo del cibo”, creata da Ferretti in occasione di Expo Milano 2015, come omaggio visionario alla nutrizione, all’identità dei territori e alla bellezza della materia. Le opere reinterpretano in chiave contemporanea i ritratti fantastici del pittore manierista Arcimboldo, fondendo prodotti della terra e forme umane in sculture sorprendenti, ironiche e profondamente evocative. Dopo le mostre al Moma di New York, a Tokyo, Pechino, Mosca, Buenos Aires e Rio de Janeiro, le tre imponenti figure tornano in Italia, e precisamente nel cuore di Macerata, dove Ferretti è nato e cresciuto. Il taglio del nastro è in programma oggi alle 18.30. E non mancano le polemiche. «In questi giorni sono spesso con il Maestro perché stiamo lavorando al nostro terzo libro, che racconta il suo rapporto lavorativo con Martin Scorsese – racconta David Miliozzi, biografo dello scenografo e consigliere comunale di minoranza -. Dispiace che non sia stato neanche chiamato. La sua presenza avrebbe dato maggiore valore a questo evento. Tutto quello che va verso il riconoscimento del valore di Ferretti è positivo ma io credo che sia necessario fare di più per una figura conosciuta e apprezzata nel mondo.

Quella di oggi è un’occasione mancata: è stata pubblicizzata l’inaugurazione di largo Beligatti puntando sul nome di Ferretti e non è stato nemmeno invitato. Questo non è molto elegante. Parliamo del maceratese più illustre, vincitore di tre premi Oscar».

La riqualificazione

La riqualificazione dell’area è stata fortemente voluta dall’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi. «Ho parlato con l’esponente della giunta – spiega Miliozzi – e mi ero raccomandato di avvertire il Maestro. Poi non so cosa sia successo, non gli hanno mandato neanche una mail. Non si capisce questo atteggiamento da parte dell’amministrazione. Nella Torre civica, per esempio, ci sono una targhetta con un richiamo a Hugo Cabret e un video. Anche in quel caso non è stato detto niente a Ferretti. Perché la città non riesce ad avere un rapporto sereno con il maceratese più illustre? Quali sono i problemi?». L’assessore Iommi cerca di spiegare l’accaduto: «Non mi sono occupato io dell’organizzazione della cerimonia e degli inviti – sottolinea -. Avevo parlato sia con un parente di Ferretti che vive a Macerata che con Miliozzi. Mi è stato detto che l’interesse dell’autore per questo tipo di statue è relativo. Non ho i contatti dello scenografo e l’invito formale, è vero, non lo abbiamo effettuato. Ma non abbiamo certamente voluto mancare di rispetto. I rapporti formali li abbiamo avuti con la Fondazione Cossiri, proprietaria delle statue». Il sospetto di Miliozzi: «Forse Iommi fa le cose a metà e non invita Ferretti perché all’interno della giunta il nome del Maestro è divisivo. Apprezzo la buona volontà dell’assessore ma evidentemente in giunta c’è qualcuno, forse lo stesso sindaco Parcaroli, che si oppone a qualsiasi iniziativa dedicata al grande scenografo».