Oliver Moazzezzi non si sentiva affatto bene. I primi sintomi non erano particolarmente preoccupanti, ma comunque erano abbastanza da non permettergli di vivere con tranquillità. Tutto è iniziato con un fastidioso ronzio alle orecchie. Poi, con gli anni, si sono aggiunti ulteriori problemi: pressione alta, stanchezza intensa e persistente, crampi muscolari. Ma i dottori non sembravano in grado di fornire una spiegazione – e una cura – soddisfacente. Così ha deciso di chiedere all’intelligenza artificiale… ed è arrivata la diagnosi: malattia di Lyme.

Uno strumento utile, certo. Ma gli esperti continuano a mettere in guardia gli utenti sull’affidabilità e consigliano sempre e comunque di rivolgersi a un medico per evitare di correre rischi.

I sintomi e la diagnosi: come è andata

«Mi sento piuttosto giustificato – ha detto Oliver Moazzezzi, originario del Regno Unito, come riporta la Bbc -. Se non avessi insistito e inserito tutti i miei sintomi nell’intelligenza artificiale… non oso pensare cosa sarebbe accaduto, lasciato nelle mani dei professionisti». Alcuni medici avevano suggerito si trattasse di ansia, ma perlopiù l’uomo si è sentito ignorato: «Mi sembrava di essere ipocondriaco e che nessuno volesse capire o analizzare le cose che stavo spiegando loro nel dettaglio».

Oliver andava in palestra tre volte a settimana e nuotava con regolarità, prima dell’insorgere dei sintomi. Ora non può più farlo. Ha affermato che tutto è iniziato quando, tre anni fa, è stato morso da una zecca portata in casa dal suo gatto. Poi l’acufene: «Tutto quello che sentivo era un fischio acuto, potente. Era orribile e durava giorno e notte, per settimane e mesi».

Cos’è la malattia di Lyme e come si cura

La malattia di Lyme è un’infezione causata dal batterio Borrelia burgdorferi, trasmesso all’uomo attraverso la puntura di una zecca infetta. Si manifesta inizialmente con un arrossamento cutaneo caratteristico, l’eritema migrante, che compare intorno alla zona del morso e tende ad allargarsi nel tempo. Altri sintomi possono includere febbre, dolori muscolari e articolari, stanchezza, mal di testa e, nelle fasi più avanzate, problemi neurologici o cardiaci. La diagnosi si basa su un’accurata valutazione clinica e, quando necessario, su esami sierologici. Il trattamento prevede l’uso di antibiotici, come doxiciclina o amoxicillina, che risultano molto efficaci se somministrati nelle prime fasi della malattia. In caso di diagnosi tardiva, può essere necessario un ciclo di terapia antibiotica più lungo, anche per via endovenosa, fino alla completa risoluzione dei sintomi.