La nuova S-Works Aethos 2 di Specialized, difficilmente la vedremo nel circus dei professionisti. E’ leggera, troppo leggera per essere una bicicletta da WorldTour e renderla utilizzabile tra i pro’ comporterebbe un’artificiale aggiunta di peso del tutto innaturale. Il progetto Aethos non nasce per i professionisti, ma potrebbe essere la bici ideale per i granfondisti amanti dei dislivelli importanti, dei pesi ridotti e delle bici caratterizzate da forme minimali, un mezzo adatto a chi non ricerca l’aerodinamica a tutti i costi.

L’abbiamo messa sotto torchio subito dopo la sua presentazione ufficiale e usata con tre setting differenti di ruote, con tre altezze diverse, proprio per capire quale potesse essere il suo limite. Il nostro test si è concluso con la Granfondo Tre Valli Varesine di domenica 5 ottobre, non tanto con l’ambizione di un risultato, semplicemente perché il contesto gara offre sempre degli spunti interessanti difficili da affrontare durante le normali uscite di prova.

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Il test della Aethos 2 si è concluso alla Granfondo Tre Valli Varesine (foto Andrea Cogotti)

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Il test della Aethos 2 si è concluso alla Granfondo Tre Valli Varesine (foto Andrea Cogotti)

S-Works Aethos 2 e la sua geometria

Volendo semplificare (lasciando nel cantone il valore di stack, non masticato in modo ottimale da tutti), e considerando la lunghezza della tubazione dello sterzo, la Aethos 2 è più alta (taglia per taglia) di circa un centimetro rispetto alla SL8. In senso generale, è più alta di un centimetro rispetto alla categoria road performance. Considerando il lato pratico questo valore, la traduzione è una posizione leggermente più rilassata e alta, un migliore e pieno appoggio sulla sella, il diaframma non compresso e schiacciato verso il basso. Tutti fattori che possono contribuire ad una esperienza in bici migliore per chi non fa il ciclista di mestiere. E’ una bicicletta dedicata a chi ma ama fare delle gran belle cavalcate in bici, magari con salite lunghe ed impegnative, magari non considera le gare a circuito, ma gli eventi dove i percorsi ricchi di salita diventano il soggetto principale.

Inoltre, la lunghezza “maggiorata” del profilato dello sterzo (gli sviluppi geometrici sono i medesimi per S-Works, Pro ed Expert) limita l’utilizzo degli spessori tra attacco manubrio e serie sterzo, fattore che rende più armonico l’impatto visivo. Non di rado si osservano bici super top di gamma, sviluppate per i pro’, usate da appassionati e con torrette di spessori (roba poco ortodossa).

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Bici molto progressiva che mostra una grande adattabilità (foto Specialized)

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Bici molto progressiva che mostra una grande adattabilità (foto Specialized)

Una Specialized solo per la salita?

A nostro parere no, anche se portarla con il naso all’insù è parte della gratificazione che può arrivare dalla bicicletta, ma è sempre la gamba (e la testa) a ricoprire il ruolo di protagonista. La salita. Aethos 2 va contestualizzata nella salita, perché le erte non sono tutte uguali. Aethos 2 non è una scattista, ma è una bici progressiva che accompagna e asseconda il gesto, la pedalata, il modo in cui ci si muove quando si è sotto sforzo. A tratti sembra sparire, a tratti si pone con comportamenti decisi, quasi perentori e marcati, ma non tende mai a comandare, tanto in salita quanto in discesa. E’ molto diversa dalla SL8, quest’ultima più “violenta” e briosa, in particolar modo sui cambi di ritmo secchi.

Le salite brevi prese di slancio sono il suo ambiente ideale fino ad un certo punto, per via delle sue “risposte più lunghe”. Le salite lunghe e costanti, quando la pendenza va in doppia cifra e ci resta per un po’, questi sono i frangenti dove si apprezzano le reali peculiarità della Specialized Aethos. E’ la bici da cruise-control. Aethos non è la bici del cerino buttato in mezzo al gruppo che fa scoppiare il petardo, ma è quella dei watt alti e costanti.

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Forme minimali e magre, una delle sue caratteristiche

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Forme minimali e magre, una delle sue caratteristiche

Il comfort, alla lunga è un vantaggio da sfruttare

Anche il comfort è tutto da contestualizzare, perché una bici che fa segnare il peso record di 6,2 chilogrammi nella taglia 54 (con i pedali, Dura Ace e ruote Roval Alpinist III) pronta per essere pedalata, ha bisogno di essere capita. La comodità arriva principalmente dalla geometria, dalla sua agilità in ogni situazione, dal reggisella e da quel carro posteriore che non pesano mai, neppure quando la velocità cala in modo esponenziale. La sensazione di comfort è reale quando si passano le 5 ore di bici ed il dislivello positivo va oltre i 3.000 metri, la schiena non fa male e le spalle non si incassano nel collo.

La comodità arriva anche dal fatto di poter sfruttare la bici al pieno delle sue potenzialità con tubeless da 30 millimetri di larghezza e ruote medio/alte che semplicemente sono in grado di aumentare la stabilità. Non è poco se consideriamo che l’avantreno non subisce in nessuna maniera la “deportanza” che talvolta si verifica per via dei cerchi medio/alti. Lo sterzo ed il manubrio restano sempre liberi, non si induriscono e non subiscono l’effetto steering.

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Il setting originale con le Roval da 33 (foto Specialized)

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Provata con le Mavic da 45 e gomme Pirelli da 30, tubeless

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Nella configurazione con le DT Swiss ARC da 55

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Il setting originale con le Roval da 33 (foto Specialized)

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Provata con le Mavic da 45 e gomme Pirelli da 30, tubeless

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Nella configurazione con le DT Swiss ARC da 55

33, 45 e 55 millimetri, cosa è meglio?

Abbiamo provato la S-Works Aethos 2 con tre configurazioni diverse. Con le “sue” Roval Alpinist è più comoda, in discesa mostra un avantreno brioso, necessita un periodo di presa di confidenza ed è piuttosto lunga nelle risposte. Non è una bici veloce, ma neppure lenta come una tipica bicicletta della categoria endurance. Con i cerchi da 45 e tubeless da 30, a nostro parere il setting più sfruttabile in ottica all-round, si spinge maggiormente verso l’agonismo, guadagna in velocità quando è necessario, ed in discesa è una lama nel burro. Qui emerge anche il suo equilibrio strutturale e una precisione di guida che è davvero godibile. Resta comoda.

Con le ruote da 55, a nostro parere, una parte delle sue peculiarità si perdono e la bici (tecnicamente) va fuori contesto. Non diventa scarsa, ma le ruote troppo alte non sono il suo vestito ideale, si possono montare e sfruttare questo è certo, ma non è il caso di fare la macchietta alla SL8.

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Può variare leggermente la resa tecnica, ma il suo DNA non cambia (foto Specialized)

Aethos 2, siamo davvero certi che non è la bici per gli agonisti?Può variare leggermente la resa tecnica, ma il suo DNA non cambia (foto Specialized)

In conclusione

Quali potrebbero essere i vantaggi di una Aethos 2? A nostro parere è una bici che non ha età ed epoca, un mezzo dove la geometria fa la differenza (in positivo) per la maggior parte degli amatori, o per chi trae benefici da una guida comoda, non schiacciata sull’anteriore. Gli svantaggi? Talvolta può sembrare una bicicletta fuori dai tempi attuali, dove c’è tanta aerodinamica che detta legge sul design e l’integrazione di ogni componente, anche il più piccolo è uno dei canoni considerati in fase di acquisto.

Il bello di una Aethos è la sincerità di una bici che resta tale a prescindere dai componenti che vengono usati. La resa tecnica può essere in parte modificata, ma di fatto la base resta e resterà quella di un mezzo tanto immediato sull’avantreno (migliorato rispetto alla versione precedente), quanto progressivo e confortevole nel complesso. Più o meno veloce, ma la Aethos 2 non diventerà mai una bici aero e non sarà mai un compromesso.

Specialized