Raffica di errori: adesso la soluzione è complicata

Tutti contro tutti. Maranello, la crisi non è solo tecnica© Getty Images

Stefano TamburiniStefano Tamburini

15 ott 2025

Quello della Scuderia Ferrari è molto più di un incubo che non si dissolve al risvelgio. L’agonia nell’insipienza va molto oltre le pure questioni tecniche, quelle che Gran Premio dopo Gran Premio stanno sgretolando il fragile castello di carta costruito prima di tutto su un’autoctona devastante presunzione. E poi anche su una narrazione scodinzolante e tossica, fino al punto di lasciarsi andare – a disastro già evidente – a ripetuti appelli del tipo “lasciate cucinare Vasseur”. Sì, un sostegno cieco al team principal ferrarista andato fin dall’inizio molto oltre lo zerbinaggio.

Mille giorni con poche gioie

Nell’annata d’esordio Vasseur ha conosciuto la gloria dell’unica vittoria di una monoposto diversa dalla Red Bull, dominatriche di entrambi i Mondiali. Il trionfo di Carlos Sainz, proprio a Singapore il 17 settembre, non era stato solo simbolico ma un segnale di vitalità, una carica di fiducia per un ambiente che rischiava di finire in piena depressione, sia pure con la consapevolezza di essere in buona compagnia. Poi c’è stata la stagione 2024, con la sfida per il titolo Costruttori portata fino all’ultima gara e in ogni caso con la gioia di cinque Gran Premi vinti, tre con Charles Leclerc e due con Carlos Sainz.

Fra isterismi e mancanza di alternative

Insomma, a giugno eravamo chiaramente di fronte agli isterismi di chi non sapeva rispondere alla ragione con la ragione e al sentimento con il sentimento. E invece di tacere continuava a dare la colpa agli altri, a quelli che c’erano prima. Ad esempio con il surreale “ripescaggio” di Cardile in una sorta di damnatio memoriae, come padre della disastrora SF-25. Una monoposto che all’inizio – quando ancora non sapevano si trattasse di un disastro – avevano dipinto come diversa al 99 per certo dalla precedente e se ne erano implicitamente attribuiti i meriti.

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