Aveva acquistato un quadro da un uomo che stava svuotando la sua casa, e si stava liberando delle cose di cui non aveva più bisogno. Il dipinto, che era stato messo all’asta in una piccola vendita a Cambridge, in Inghilterra, gli era piaciuto e lo aveva pagato 150 sterline, l’equivalente allora di 175 euro. Ma questi soldi erano spiccioli in confronto al reale valore dell’opera, che il fortunato acquirente ha poi scoperto essere un dipinto originale di Salvador Dalì che ora è stato valutato dai 23mila ai 35mila euro.

È la storia accaduta a un antiquario sessantenne, che si è ritrovato tra le mani il quadro, intitolato Vecchio Sultano, che è un’opera in tecnica mista realizzata con acquerello e pennarello. Come racconta The Guardian, l’opera ritrae una scena tratta da Le Mille e una notte, parte di un ambizioso progetto che prevedeva ben 500 illustrazioni ispirate al mondo orientale. “Dalì era ossessionato dalla cultura moresca e credeva di discendere da una linea di sangue moresca”, ha spiegato Gabrielle Downie, esperta d’arte di Cheffins, la casa d’aste di Cambridge che ora venderà l’opera il 23 ottobre.

Il progetto abbandonato e i disegni dispersi

A commissionare le illustrazioni furono i mecenati Giuseppe e Mara Albaretto, con l’editore italiano Rizzoli che ne avrebbe dovuto curare la pubblicazione. Ma Dalì abbandonò il progetto dopo aver realizzato solo 100 disegni su 500, lasciandoli inediti.

“Di queste 100 illustrazioni, metà rimasero alla casa editrice Rizzoli e andarono perse o danneggiate, mentre le altre 50 rimasero agli Albaretto e furono poi ereditate dalla figlia Christina, che era anche figlia spirituale di Dalì”, ha detto Downie.

Quelle conservate dalla famiglia Albaretto furono finalmente pubblicate nel 2014, riaccendendo l’interesse per il progetto incompiuto e scatenando la caccia alle opere mancanti.

L’occhio lungo dell’antiquario

Ma il fortunato antiquario, al momento dell’acquisto, due anni fa, ignorava tutto ciò. Aveva notato solo una firma “Dalì”, in basso a destra, ma non sapeva neanche se fosse originale. “L’asta non è online, quindi ti presenti, guardi e quello che vedi è la tua occasione di trovare un tesoro”, ha raccontato.

“La maggior parte delle volte compro cose che mi piacciono. Stavolta è stato un colpo di testa, non ero nemmeno sicuro di volerlo appendere al muro. Mi piacciono le cose insolite, ma ci vuole amore vero per apprezzarle”.

Un adesivo e un’intuizione

Il quadro, secondo quanto riferito, era stato ritrovato in un garage londinese. Ma quando l’antiquario lo ha visto, pur non sapendo ancora che fosse un originale, ha visto degli adesivi sul retro che indicavano la partecipazione a un’asta di Sotheby’s negli anni ’90. A quel punto nacquero i primi dubbi e le prime speranze. “Feci un po’ di ricerche e non potevo credere a quello che avevo tra le mani”.

Nonostante la firma illustre, il dipinto del sultano ingioiellato non aveva conquistato gli avventori della vendita. “Era descritto come un originale di Dalì, ma i venditori non avevano nemmeno messo una base d’asta”, ha detto l’acquirente, secondo cui a parte lui “nessuno nella sala era interessato”, nemmeno gli altri commercianti presenti. Solo una persona rilanciò all’asta, ma si fermò subito dopo che lui offrì 150 sterline.

La certificazione e la rivalutazione

Qualche mese dopo, tramite eBay, Russell trovò il catalogo dell’asta di Sotheby’s che aveva visto sugli adesivi e vide che compariva l’opera, un formato 38×29 cm, già allora attribuita a Dalì. A quel punto l’uomo fece valutare il quadro da Cheffins, che a sua volta si rivolse a Nicolas Descharnes, uno dei massimi esperti del pittore. Quest’ultimo ne confermò l’autenticità: lo stile, il soggetto, i colori e il tipo di carta corrispondevano perfettamente ad altre opere della serie. E ora l’antiquario potrà rivenderlo e guadagnare, se non una fortuna, comunque una cifra sostanziosa grazie a un investimento di soli 175 euro.