Udine sta per compiere un’impresa: conquistare la prima vittoria in Serie A dal suo ritorno nella categoria, in questa stagione, in casa contro la Virtus Bologna, squadra campione d’Italia in carica. Un sogno ad occhi aperti per società, pubblico, allenatore e squadra. Ma facciamo un passo indietro.
Siamo a circa due minuti e mezzo dalla fine della partita. Una rimonta incredibile nel secondo tempo, conclusasi con il vantaggio del match da parte di Udine, a poco più di due minuti dal termine del match sul 70-69 grazie al canestro di Calzavara. Edwards cerca di rimescolare i piani con la tripla, ma la stoppata di Spencer rilancia la squadra friulana, in contropiede Brewton segna il canestro del pareggio, 72-72 a 1:20 dalla sirena.
Hackett sbaglia il canestro del pareggio a 3 secondi dalla sirena, Niang segna, in modo clamoroso, il tap-in ma il rilascio del pallone è stato effettuato oltre la sirena, facendo così tirare un sospiro di sollievo a tutto il PalaCarnera. Si va così all’overtime.
Bendzius segna il 76-74 a 2:44 dalla fine. Poi i liberi di Spencer e Bendzius sembrano poter chiudere i conti, perchè Udine ha il possesso a 33 secondi dal termine e si trova sopra di 4, sull’80-76. Brewton mantiene il possesso quasi sulla linea di centrocampo ma, pressato dal difensore della Virtus, Jallow, fa un palleggio nel proprio campo, regalando il possesso alla Virtus Bologna.
A 30 secondi dalla fine, Pajola batte la rimessa laterale direttamente in mano a Edwards che, senza pensarci nemmeno un attimo, si alza in vola e tira da tre. La parabola è perfetta, incredibile, la tripla dell’80-79 in appena due secondi di azione, quella che sembra frantumare le speranze dei tifosi di Udine, ora avanti solo di uno.
Udine in attacco pasticcia ancora una volta, prima Calzavara rischia di perdere palla, poi Spencer la salva per non farla andare fuori, la dà poi a Brewton, che è pressato da tre giocatori, il pallone scappa dalle sue mani, cerca di recuperarlo e riesce a prenderlo, se non fosse che ormai è ad un passo dalla linea laterale e la sfera a spicchi esce fuori dal campo. Ancora una volta palla persa per Udine!
Poco più di 10 secondi di tempo. Edwards si invola verso il canestro attaccando in 1 contro 1, Brewton cerca di tenere la stella della Virtus che però arriva in palleggio ben oltre la lunetta, alzandosi, con ormai 4.4 secondi sul cronometro del tabellone, in volo sullo “smile” caratteristico sotto canestro.
Spencer prova a stoppare il tiro dello statunitense, che intanto ha subito fallo. La parabola della palla è altissima, quasi come fosse un salto in alto non verso avanti. Il pallone, infatti, in termini di spostamento di arrivo, si sposta di pochi centimetri, ma sono quelli che fanno la differenza, perchè sono quelli che lo fanno entrare all’interno della retina.
E’ il canestro del 79-81, uno spettacolo ad occhi aperti l’esecuzione di questo tiro, calcolato nei minimi dettagli sia per intensità, sia per potenza che per precisione. Edwards è glaciale a cronometro fermo, con 3.3 secondi al termine segna, 80-82.
Udine prova a costruire un tiro dalla rimessa laterale dall’altro lato del campo, ma ovviamente il tiro di Brewton non entra, superando tutto il canestro senza toccare nemmeno il ferro.
La Virtus Bologna vince una partita incredibile, che sembrava ormai vinta quando aveva raggiunto il +16 a inizio terzo quarto, ma che poi sembrava persa due volte, sia quando Udine era andata in vantaggio a poco dalla fine dei tempi regolamentari, sia quando stava sotto di 4 a 30 secondi dalla fine.
Il talento straordinario di Carsen Edwards, che segna 6 dei suoi 27 punti negli ultimi 30 secondi dell’overtime, ha deciso la partita, rovinando la grande festa ai tifosi di casa.
Foto di Ciamillo Castoria, canestro decisivo.
