Sotto il profilo culturale il mese di agosto a Sarzana si aprirà venerdì con l’inizio della mostra a cielo aperto “La soglia del silenzio”, personale di Luciano Massari che – come accaduto un anno fa con le opere di Paolo Fiorellini – proseguirà fino al 28 ottobre, portando l’arte contemporanea e la scultura a dialogare con la storia della città. La mostra, curata da Alberto Mattia Martini e promossa dal Comune con Sixteen Art & more con Tania Calenda e Roberto Spinetta, darà inoltre avvio al progetto “Sarzana Contemporanea”, che coinvolge diverse forme espressive con l’intento di innescare processi relazionali e di inclusione anche nell’ottica della candidatura a Capitale italiana della cultura 2028. Con il vernissage di venerdì alle 19 presso Palazzo Roderio, inizierà un percorso espositivo diffuso che attraverserà i luoghi del centro storico dove saranno installate le quattro imponenti opere di marmo bardiglio nuvolato: Piazza Luni, via Mazzini (davanti alla Cattedrale), il Comune e piazza Calandrini, quest’ultima al centro della Calandriniana. Sarà invece posizionata in piazzetta Baden Powell l’opera donata da Fiorellini.

Le opere di Luciano Massari

“L’arte può modellare gli spazi urbani, renderli più belli, più vivibili e più vissuti. Abbiamo iniziato questo percorso lo scorso anno con un sarzanese, Paolo Fiorellini, e oggi lo proseguiamo con un altro grande artista del nostro territorio, Luciano Massari – dichiara il sindaco Cristina Ponzanelli– abbiamo immaginato Sarzana come una galleria a cielo aperto, una bellezza senza tempo capace di raccontare il passato e interpretare il presente. Oggi quella visione continua a prendere forma, tra storia, arte e futuro”.
“Con questa mostra – aggiunge l’artista Luciano Massari – ho voluto portare la scultura fuori dagli spazi convenzionali e inserirla nel tessuto vivo della città. La soglia del silenzio non è solo un’esposizione, ma un invito a rallentare, a osservare, a riscoprire il valore dell’ascolto. A Sarzana, città ricca di storia e identità, le opere si pongono come presenze silenziose, in dialogo con la memoria dei luoghi e con chi li attraversa ogni giorno”.
“Sarzana può diventare un modello nazionale di come arte e cultura possano trasformare una città – afferma invece l’assessore alla cultura Giorgio Borrini– con mostre di spessore, il recupero degli spazi culturali e l’arte urbana, stiamo dando forma giorno dopo giorno a una visione di mandato chiara. Proseguiamo su questa strada, portando avanti un’idea di una città viva, accogliente, costruita a misura d’uomo, che sappia interpretare la contemporaneità anche attraverso l’arte e che si estenderà a tutti gli spazi della cultura”.
“Questo evento ribadisce la volontà di Sarzana e dei suoi amministratori di offrire arte di alto livello ai suoi cittadini e ai sempre più numerosi visitatori- dice infine Tania Calenda di Sixteen art & more- Lieta di far parte di questa edizione, che arricchirà nuovamente il centro storico con sculture di altissimo pregio”, mentre per Roberto Spinetta “Sarzana ha rimesso al centro la cultura dando continuità ad una proposta che la riporta ai primi anni Sessanta quando pochi illuminati diedero il via alla riscoperta della sua vocazione culturale facendone una città contemporanea prima di molte altre”.

Luciano Massari, è scultore di fama internazionale ed ex direttore delle Accademie di Belle Arti di Torino e Carrara, rappresenta una delle voci più autorevoli della scultura contemporanea italiana. La sua ricerca, profondamente rinnovata dall’inizio degli anni Duemila, esplora un linguaggio in cui il marmo diventa “voce”, capace di esprimere concetti complessi attraverso forme che sfidano la percezione convenzionale della gravità e del peso. “Le figure antropomorfe di Massari, caratterizzate da linearità e pulizia formale, risultano immediatamente riconoscibili e instaurano un ‘punto di passaggio’ tra il presente e il passato”, sottolinea il curatore Alberto Mattia Martini.
Il titolo della mostra trae ispirazione dalla riflessione del filosofo Gaston Bachelard: “La soglia è un luogo. È dove le cose accadono”. In questo contesto, le sculture di Massari diventano soglie tra dimensioni temporali diverse, presenze silenziose che evocano la stratificazione della memoria attraverso la “memoria della pietra”. Il marmo, materiale cardine della pratica artistica di Massari e profondamente radicato nella storia della Toscana e della Liguria, si fa veicolo di un’indagine sulla permanenza e la trasformazione. Le opere appaiono come “reperti futuribili”: frammenti di un passato che si proietta nel futuro, testimonianze mute che invitano alla contemplazione.