Il dualismo tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner come quello tra Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. A margine del Six Kings Slam, il torneo esibizione che lo vede impegnato quest’oggi contro Taylor Fritz, il tennista spagnolo ha parlato di questa analogia nell’intervista a Cronache di Tennis: “Può essere, è un ottimo paragone, sono molto felice nel sentirlo. Probabilmente Sinner è più un lavoratore mentre io ho più talento naturale, ma questo non significa che lui non abbia talento o che io non lavori duramente: è un mix di entrambe le cose“, la sua risposta alla domanda dell’intervistatore, il quale ha associato il numero 1 del mondo al talento puro e l’altoatesino al duro lavoro, ricollegandosi proprio all’eterna rivalità tra Messi e Ronaldo.

La possibile finale con Sinner

Alcaraz ha parlato delle sue condizioni fisiche e del torneo in Arabia, ma anche della possibilità di incontrare Sinner per l’ennesima volta in finale: “Chissà, lo spero. Non è un torneo ufficiale, ma lo giochiamo come se lo fosse. Mentalmente, vincere qui può avere un impatto”, le sue parole in un’altra intervista a Marca. Sul ritorno nella vetta del ranking Atp, lo spagnolo ha rivelato che la chiave è stata non pensare alla squalifica di Sinner: “Fino agli US Open non pensavo di poter tornare numero uno. Era un obiettivo, ma era molto lontano. Non mi sono ammazzato di lavoro e non ero impaziente di farlo. Settimana dopo settimana stavo dando il mio piccolo contributo per continuare ad avanzare e guadagnare punti su Jannik. Agli US Open ho capito che il ritorno al numero uno dipendeva da me. Non ho cercato di mettermi sotto pressione, ho giocato il mio buon tennis finché non l’ho ottenuto. È qualcosa che è arrivato con il lavoro quotidiano e settimanale e senza ansia”.

Gli obiettivi futuri

“Dovrei pensarci perché non è nei miei piani. Preferirei farmi un tatuaggio se vincessi la Coppa Davis piuttosto che se vincessi il Masters”, ha detto Alcaraz al quotidiano spagnolo in merito alla possibilità di farsi un tauaggio in caso di vittoria alle Finals di Torino. Il numero 1 del ranking Atp punta maggiormente alla Davis, ma non nasconde di essere “fiducioso che giocherò un buon tennis a Torino”. Sul 2026: “L’Australian Open è sempre uno dei miei obiettivi. Ho sempre giocato un buon tennis a Melbourne, ma ho faticato ad arrivare in finale. Stavolta mi preparerò al meglio per superare almeno i quarti di finale. Se giocherò un torneo prima dell’Australia? Non in linea di principio. Starò a casa a prepararmi, farò una buona preseason, e poi andrò direttamente lì. Questo è il piano per ora, ma sai, nel tennis tutto può cambiare”, ha concluso.

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