Nell’era del padrone assoluto Tadej Pogacar e dell’invincibile Uae Emirates, la miglior difesa è l’attacco. Mikkel Honoré non è uno che si tira indietro e nelle ultime settimane ha trasformato il suo pensiero sulla strada. Smaltito il Covid che l’aveva debilitato a metà stagione, il danese della EF Education-EasyPost si è lanciato senza timore nel primo mondiale africano, pilotando il connazionale Mattias Skjelmose a un passo dal podio. Poi ancora si è messo in luce nelle classiche italiane, provando l’assolo al Giro dell’Emilia tra le due ali di folla del San Luca e di nuovo con un’azione alla Bernocchi.

La gamba sarebbe stata buona per l’amato Lombardia, ma il fitto calendario e le esigenze del team di fare punti l’hanno dirottato verso il Tour of Guanxi. Prima di fiondarsi in aeroporto accompagnato dalla moglie Marilisa e partire alla volta della Cina, il ventottenne di Fredericia ci ha raccontato delle ultime, intense settimane in giro per il mondo. 

Tour of Slovenia 2024, Michel Honoré, sua moglie MarilisaE’ stata la moglie Marilisa ad accompagnare in tutta fretta Honoré a Malpensa per la partenza inattesa verso la Cina

Tour of Slovenia 2024, Michel Honoré, sua moglie MarilisaE’ stata la moglie Marilisa ad accompagnare in tutta fretta Honoré a Malpensa per la partenza inattesa verso la Cina

Sei pronto a una nuova sfida in un altro continente?

Devo dire in effetti che in questo finale di stagione non mi sono fatto mancare nulla: prima il Canada, poi il mondiale in Rwanda, il ritorno in Europa e ora l’Asia. La logistica è un po’ complessa, ma mi sento molto bene, per cui sono fiducioso. Sarà interessante vedere come reagisce il fisico a tutti questi viaggi, perché quattro continenti in un mese non è proprio una passeggiata.

Con la condizione che hai mostrato non hai un po’ di rammarico di esserti perso il Lombardia?

Sinceramente un po’ sì, perché è la mia gara preferita sin da bambino ed è quella di casa. Ho vissuto due anni a Bergamo e sei anni a Melide, in Svizzera, a 10 chilometri da Como: quindi sono tutte strade che conosco ed è davvero speciale. Poi è la corsa in cui si celebra il nuovo campione del mondo, anche se oramai da un paio d’anni resta lo stesso. 

Che cosa ti aspetti dalla trasferta cinese?

Sulla carta dovrei essere io il capitano, per cui spero di far un bel risultato. Finalmente, ho ritrovato il mio equilibrio, che mi mancava da qualche stagione. Da diverse settimane sentivo che girava tutto bene. In realtà, ero in forma anche al Giro della Polonia, ma poi ho preso il Covid e sono stato otto giorni senza bici che mi hanno costretto a ripartire da zero. In Canada ho ritrovato buone sensazioni, a Montréal ho attaccato un po’ di volte e fatto andare via Powless. Avrei potuto ottenere un buon risultato anche io, solo che sull’ultima curva sono caduto. Infatti, ci sono state proteste come alla Vuelta e io sono scivolato per la pittura gettata sull’asfalto che si è attaccata alla gomma e mi ha fatto perdere aderenza. 

Giro dell'Emilia 2025, attacco di Mikel Honoré sul muro di San LucaL’attacco di Honoré al Giro dell’Emilia è stato il tentativo di sottrarsi alla legge di Del Toro

Giro dell'Emilia 2025, attacco di Mikel Honoré sul muro di San LucaL’attacco di Honoré al Giro dell’Emilia è stato il tentativo di sottrarsi alla legge di Del Toro

E l’avventura iridata in Rwanda?

E’ sempre un onore rappresentare la Danimarca e per me quella del mondiale è una delle settimane più belle dell’anno. Mi sono allenato a San Marino, facendo sessioni specifiche, simulazioni gara e dietro-moto. E’ stato tutto bellissimo, anche per la grande atmosfera che abbiamo trovato. Tutti avevano tanti pregiudizi e cattivi pensieri, ma è stata una esperienza bellissima. Gente straordinaria, strade in ottimo stato, tutto ha funzionato come doveva.

E voi danesi siete andati davvero forte…

Abbiamo corso bene tutti dal chilometro zero e penso che siamo stati la squadra più organizzata e strutturata: il risultato si è visto, gli unici con due corridori nei primi dodici. Io ho anticipato lo scatto, così da permettere a Skjelmose di stare a ruota per poi avere le energie per seguire l’attacco successivo di Remco. In un mondiale del genere, ogni piccolo dettaglio faceva davvero la differenza. Mattias era contento del risultato, anche se la medaglia è sfuggita davvero di poco. Però, quando a batterti sono corridori più forti di te, non puoi far nulla, per cui eravamo contentissimi della nostra prestazione. 

Avversari per un giorno, compagni tutto l’anno: te l’aspettavi Ben Healy sul podio coi due alieni?

So che aveva il mondiale in testa da un bel po’, diciamo subito dopo l’ottimo Tour che ha fatto. Lui è un corridore molto bravo in questi appuntamenti, per cui devo dire che per me non è stata una sorpresa vederlo col bronzo al collo. Certo, forse in tanti aspettavano Del Toro, ma avevo i miei dubbi su Isaac perché una corsa con così tanti chilometri e quel dislivello tremendo, alla sua età, era qualcosa di totalmente nuovo.

Campionati del mondo Kigali 2025, Remco Evenepoel, Ben Healy, Mattias SkjelmoseIl lavoro di Honoré ai mondiali ha permesso a Skjemose di giocarsi il podio con Evenepoel e Healy

Campionati del mondo Kigali 2025, Remco Evenepoel, Ben Healy, Mattias SkjelmoseIl lavoro di Honoré ai mondiali ha permesso a Skjemose di giocarsi il podio con Evenepoel e Healy

Tornando sulla Danimarca, pensi che sia l’età dell’oro per il vostro ciclismo?

Stiamo andando fortissimo. Anche per questo, essere il corridore danese con più mondiali consecutivi da pro’ (sei, ndr) come mi ha fatto notare un giornalista del mio Paese, è davvero qualcosa di unico per me. Tengo duro da Imola e spero di esserci anche negli anni prossimi perché ci aspettano bei percorsi, a partire dal Canada che conosco molto bene. La fortuna è che, qualunque sia il percorso, possiamo schierare una squadra molto forte che lotti per la vittoria. Non a caso siamo secondi nella classifica mondiale.

Sei convinto che anche Vingegaard possa dire la sua in una gara di un giorno?

Senza dubbio. Non mi ha sorpreso che abbia faticato all’europeo, perché dopo aver corso Tour e Vuelta da capitano, è normale che il fisico presenti il conto. Jonas è un fenomeno, ma quello che fa Tadej è veramente di un altro livello, ha una classe superiore. Pogacar corre tutte le gare per tutto l’anno, è sempre lì, ha una testa e una passione che lo spingono a imprese incredibili. La differenza è anche a livello di squadra perché Jonas è un po’ sacrificato nelle classiche dalle strategie della Visma, che nelle corse di un giorno punta su fuoriclasse come Van Aert e preferiscono preservarlo per il Tour, che è sempre l’obiettivo numero uno. Capisco la loro decisione, anche se ovviamente il pubblico vorrebbe sempre vedere il duello Pogacar-Vingegaard.

Pedina preziosa per il successo di Powless contro i tre Visma alla Dwars door Vlaanderen, poi ancora gregario instancabile per il podio di Carapaz al Giro: nel 2026 ti vedi anche più libero da compiti in qualche corsa?

Assolutamente sì e ne parleremo a fine stagione. Ci ho messo tanto tempo a ritrovare questo colpo di pedale e ora non spero più, sono sicuro che l’anno prossimo mi vedrete più protagonista. All’Emilia ho provato un po’ l’impossibile perché tutti sapevamo che Del Toro avrebbe vinto, ma non mi piaceva stare lì ad aspettare uno scenario scontato. Ogni tanto bisogna sognare e tentare il tutto per tutto: se mi fosse venuto un corridore Uae a ruota, magari saremmo potuti andare al traguardo e magari mi giocavo il successo o almeno facevo un podio. 

Campionati europei Drome et Ardeche 2025, alla partenza Tadej Pogacar, Remco Evenepoel, Jonas Vingegaard, Joao AlmeidaGli europei hanno proposto il confronto fra Pogacar e Vingegaard per la prima volta in una gara di campionato

Campionati europei Drome et Ardeche 2025, alla partenza Tadej Pogacar, Remco EvenepoelAgli europei, un altro confronto fra Pogacar ed Evenepoel dopo i mondiali

Campionati europei Drome et Ardeche 2025, alla partenza Jonas Vingegaard, Joao AlmeidaE al via c’era anche Vingegaard, qui con Almeida, che di solito (spinto dalla squadra) predilige le corse a tappe

Ti sembra che tanti si siano arresi alla legge Pogacar-Del Toro?

Esatto e si è visto anche al Gran Piemonte. Bisogna osare un po’ di più ed inventarsi qualcosa. All’Emilia sapevo che è impossibile anticipare le operazioni perché non c’era un metro di pianura che ti regalasse secondi, era tutta salita e discesa: mi piace rischiare e giocarmi tutte le carte, a costo anche di perdere una possibile top 10. Comunque, mi porto tante buone sensazioni per l’anno prossimo.

Il tuo sogno?

Le classiche delle pietre in primavera come il Fiandre, ma soprattutto la Sanremo. E’ una gara che mi piace un sacco e in cui voglio dimostrare di poter far bene. Ma prima, vediamo come andrà in Cina.