di
Alessandro Sala

Ricercatori di tre università hanno lavorato a uno studio per capire quale animale avesse lasciato l’impronta nell’asfalto fresco su un marciapiede della «città del vento», diventato attrazione turistica e fenomeno social

La «Rat Hole», ovvero la famosa «tana del topo» di Chicago dovrà cambiare virtualmente nome. Un gruppo di ricercatori ha stabilito che quella che sembrava essere l’impronta lasciata da un ratto «annegato» nell’asfalto fresco di una strada del Roscoe Village, nell’area metropolitana della città, divenuta famosa tanto quanto potrebbe esserlo l’impronta di una star su un «walk of fame», sarebbe in realtà la sagoma di uno scoiattolo o di un altro piccolo roditore. 

Se fa strano apprendere che a questo argomento degli studiosi abbiano dedicato del tempo e addirittura una pubblicazione dei risultati del loro lavoro su una rivista scientifica, bisogna provare a pensare a quello che quell’insolita imperfezione del piano stradale è stata capace di generare nel corso degli anni. Intanto va ricordato che la piccola fossetta che richiamava la sagoma di un animaletto rimasto intrappolato risaliva ad almeno 20-25 anni fa. Ma solo negli ultimi due anni era balzata all’attenzione del «grande pubblico» e a fare la differenza, manco a dirlo, è stato un post diventato virale sui social network. Nella fattispecie, l’immagine twittata nel 2024 dal comico Winslow Dumaine, che l’aveva svelata di fatto al mondo intero. Come spesso avviene in questi casi, basta poco perché un luogo, un locale, un edificio – e in questo caso una semplice fossetta nella strada – diventino un’attrazione e che per esse si crei un geo-tag. Molti turisti in visita a Chicago l’hanno per molto tempo inserita nella lista dei must-do del viaggio, assieme alla Sears Tower, all’Istituto d’arte e al Millenium Park. 



















































Tutto questo non è più possibile, perché nel corso di un recente intervento di ripristino l’impronta è stata coperta. Già in passato qualcuno aveva provato a chiudere la piccola falla con del gesso, forse dei residenti della zona infastiditi dal viavai dei curiosi e di tiktokerinstragrammer, che erano soliti riempirla di monetine o di fumo o, ancora, circondarla di pupazzetti (spesso proprio di topi, compresi Mickey Mouse o il Remy di Ratatouille) per potere realizzare scatti e video originali. Prima della definitiva rimozione ne è stato fatto un calco affinché non se ne perdesse completamente la memoria e la stessa lastra di marciapiede che la ospitava è stata rimossa e trasportata nell’archivio del municipio della Contea. E sul posto è stata posizionata una piccola targa commemorativa. In ogni caso, tutta questa fama spiega perché qualcuno abbia deciso di dedicarvi anche uno studio scientifico. Che è stato pubblicato questa settimana sulla rivista Biology Letters. 

Gli studiosi hanno effettuato misurazioni minuziosi e la loro conclusione è che in quel buco a lasciarci la forma, oltre che purtroppo anche la pelle, non sia stato un ratto, bensì uno scoiattolo o, in alternativa, un topo muschiato. Mistero risolto, dunque. A svelare l’arcano sono stati ricercatori provenienti dall’Università del Tennessee, dal New York Institute of Technology College of Osteopathic Medicine e dall’Università di Calgary in Canada. 

Gli esperti hanno studiato le molte foto online della vecchia «tana del topo» e hanno confrontato le misure dell’impronta con esemplari museali di animali comunemente presenti nell’area di Chicago. La presenza di arti superiori e inferiori – spiega la pubblicazione – escludeva uccelli, serpenti, rane e tartarughe, riducendo le possibilità a un piccolo mammifero. I contorni degli artigli hanno ulteriormente ridotto il campo a ratti, topi, scoiattoli, tamias e topi muschiati. I ricercatori si sono poi concentrati su alcuni dettagli. I lunghi arti anteriori, il terzo dito e le zampe posteriori della creatura erano troppo grandi per un ratto, ma rientravano negli intervalli di misura degli scoiattoli grigi orientali, degli scoiattoli rossi e dei topi muschiati. Il sospettato più probabile è lo scoiattolo grigio orientale, data la sua abbondanza nell’area di Chicago. 

Ma come è potuto accadere che l’animaletto sia rimasto intrappolato e non sia riuscito a trarsi d’impaccio? Secondo gli studiosi il cemento è bagnato al momento della posa, che avviene di giorno, e i ratti sono animali notturni, altro aspetto che ha contribuito ad escludere che si sia trattato di uno di loro. L’ipotesi più probabile è stata dunque che uno scoiattolo sia inavvertitamente caduto sul cemento fresco, magari a seguito di un salto calcolato male. E che l’impatto lo abbia tramortito, lasciandolo quindi inerme all’interno del composto in via di asciugatura. 

È stato necessario sciogliere qualche dubbio durante la ricerca. Per esempio il fatto che l’impronta non sembrasse evidenziare la presenza di una coda folta, tipica dello scoiattolo. Ma la conclusione è stata che i peli non hanno la rigidità necessaria per creare impronte profonde e ben definite.

Avendo concluso oltre ogni ragionevole dubbio che non si tratta della sagoma di un topo, i ricercatori hanno anche avanzato una proposta di nuova denominazione del luogo: «Scoiattolo da marciapiede di Windy City», con il riferimento al fatto che Chicago sia conosciuta anche come «Città del vento». «Sarebe un nome – hanno sottolineato gli autori della ricerca – più appropriato alle sue probabili origini e più in linea con le prove a disposizione».

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17 ottobre 2025 ( modifica il 17 ottobre 2025 | 11:30)