Daniele Lavia non ha potuto partecipare ai Mondiali 2025 di volley maschile a causa di un brutto infortunio occorso durante la fase di preparazione per la rassegna iridata e l’Italia ha dovuto fare a meno di uno schiacciatore titolare, riuscendo comunque a conquistare il titolo a Manila e a confermarsi sul torno. Al termine della finale contro la Bulgaria gli azzurri hanno dedicato il trionfo al loro compagno di squadra e il capitano Simone Giannelli ha portato la maglia del martello sul gradino più alto del podio.

Un vero e proprio tributo arrivato da parte di tutto il gruppo anche attraverso le varie dichiarazioni, riconoscendo l’importanza dell’attaccante e ammettendo di averne sentito la mancanza. Ricordiamo l’entità dell’infortunio avvenuto lo scorso 23 agosto a Verona: frattura scomposta ed esposta pluriframmentaria con associate lesioni tendinee a carico delle falangi del quarto e del quinto dito. Il pallavolista si era immediatamente sottoposto a un intervento chirurgico per la ricostruzione osteotendinea e dei tessuti molli della mano.

Sono passati quasi due mesi da quell’episodio e sembra che il recupero stia andando più lungo del previsto. A parlarne è stato Bruno Da Re, il direttore generale dell’Itas Trentino (il club Campione d’Italia che detiene il cartellino dell’azzurro). Il quotidiano L’Adige si è soffermato sull’intervento avvenuto in Sala Rusconi del Coni: “Mi avevano detto che Lavia sarebbe potuto essere pronto per novembre, ma non sarà così. Non sono un medico, ma ho capito che la situazione è più seria del previsto“.

Il giocatore presenterebbe un ritardo nella calcificazione, in particolare a livello del dito mignolo. I tempi di rientro potrebbe prolungarsi e la formazione dolomitica naviga nell’incertezza alla vigilia dell’inizio della stagione. L’intenzione di aprire un confronto con la Federazione era già stata manifestata in estate ed è stata ribadita da Da Re: “Se faremo un contenzioso con la Federazione? Certamente, ma speriamo di poterlo risolvere con un accordo, senza dover finire davanti a un giudice“.