La deputata brasiliana di origini italiane era ricercata dall’Interpol per una condanna a dieci anni di carcere in Brasile: membro del partito dell’ex presidente Jair Bolsonaro, con la cittadinanza italiana, è stata condannata in Brasile per l’hackeraggio del sistema informatico del Consiglio nazionale di giustizia (Cnj)
Carla Zambelli, la deputata brasiliana di origini italiane ricercata dall’Interpol per una condanna a dieci anni di carcere in Brasile, è stata arrestata a Roma. Zambelli, membro del partito dell’ex presidente Jair Bolsonaro, ha la cittadinanza italiana ed è stata condannata in Brasile per l’hackeraggio del sistema informatico del Consiglio nazionale di giustizia (Cnj).
Il Brasile conferma arresto
La deputata Carla Zambelli è andata via dal Brasile dopo essere stata condannata dalla Corte suprema verdeoro a dieci anni di prigione per avere hackerato il sistema del Consiglio brasiliano di Giustizia. Il ministero della Giustizia del Brasile ha confermato il fermo in Italia. “La deputata federale brasiliana Carla Zambelli, fuggita dal suo Paese e rifugiatasi in Italia, Paese di cui ha la nazionalità, dopo essere stata condannata dalla Corte suprema verde-oro (Stf) a 10 anni di prigione per aver hackerato il sistema del Consiglio brasiliano della Giustizia (Cnj), è stata arrestata oggi”, ha fatto sapere il ministero. Prima del suo arresto, il deputato italiano Angelo Bonelli aveva scritto sui suoi social media di aver fornito l’indirizzo di Zambelli alla polizia locale. “Zambelli è in un appartamento a Roma. Ho fornito l’indirizzo alla polizia” che ora la “sta identificando”, aveva scritto.
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La fuga dal Brasile e l’arrivo in Italia
La deputata Carla Zambelli aveva lasciato il Brasile il 25 maggio scorso attraversando, insieme al marito, il confine con l’Argentina a Foz do Iguaçu e, dopo una breve sosta negli Stati Uniti, aveva annunciato il suo arrivo in Italia. Dapprima intenzionata a candidarsi a una carica elettiva in Italia, Zambelli, secondo le parole del suo legale alla Cnn, avrebbe poi accantonato questa intenzione. La successiva richiesta di estradizione, firmata l’11 giugno dal giudice della Corte suprema brasiliana Alexandre de Moraes, è stata trasmessa al ministero della Giustizia italiano tramite l’ambasciata del Brasile a Roma. Due settimane fa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al question time alla Camera, aveva sottolineato che erano state “avviate attività investigative volte a localizzare la signora, di concerto con l’autorità giudiziaria di Roma, immediatamente informata al riguardo. Nel corso delle indagini sono puntualmente state verificate segnalazioni circa la presenza dell’ex parlamentare in determinati luoghi o contesti, sempre con esito negativo”. Piantedosi aveva anche ribadito che, “all’atto del controllo di frontiera” a Fiumicino il 5 giugno, Zambelli “risultava priva di precedenti di polizia sul territorio nazionale e di evidenze sfavorevoli rinvenibili agli atti” e dunque “le autorità di polizia non avrebbero potuto in alcun modo procedere al fermo”.
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Ora rischia l’estradizione
La Polizia federale brasiliana ha confermato al governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva l’arresto oggi della deputata Carla Zambelli in Italia, a Roma. La Corte suprema verde-oro aveva richiesto, a giugno, la sua estradizione in Brasile ma, secondo quanto riporta il sito del quotidiano Folha de São Paulo, Zambelli non dovrebbe tornare immediatamente nel suo paese. Prima la giustizia italiana dovrà esaminare la richiesta del Brasile e decidere se soddisfa i requisiti dei trattati firmati tra i due paesi. La richiesta di estradizione brasiliana è stata fatta dal giudice della Corte suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, che ha disposto la detenzione definitiva di Zambelli, oltre alla perdita del mandato parlamentare, impegnandosi tuttavia a non sottoporre la parlamentare a condizioni degradanti nel paese sudamericano, riporta la giornalista Mônica Bergamo della Folha de São Paulo.
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