di
Maria Strada​

Sono passati 995 giorni dall’ultima partita di Gerard Deulofeu. Il catalano continua ad allenarsi a Udine, convinto di poter tornare nonostante il calvario di infezioni, trapianti di cellule e dolori che non lo abbandonano dal gennaio 2023

Genova, 22 gennaio 2023. Novecentonovantacinque (995) giorni fa. All’ora di pranzo l’Udinese vince in casa della Sampdoria con un gol di Ehizibue, propiziato da un’azione avviata da Deulofeu e da una deviazione maldestra di Winks.  

Una partita come tante in una stagione terminata con la triste retrocessione della Sampdoria in serie B, ma una partita che è rimasta anche l’ultima — finora — proprio per Gerard Deulofeu. Il catalano era al rientro da un infortunio al crociato, ha giocato una manciata di minuti tra il 77′ e l’89’. E poi basta. Dalle pagine del Guardian, oggi, il 31enne ex Barcellona e Milan ricorda: «Ogni azione che tentavo — un uno-due o qualcosa del genere — il ginocchio cedeva. Ho dovuto chiedere la sostituzione. Il crociato era completamente rotto».



















































Adesso Deulofeu, pur svincolato, si allena ancora in Friuli — lavora con Ángel Aceña, preparatore atletico dell’Udinese —,  e spera sempre di rientrare. Rimane molto fiducioso, nonostante i dolori e le cure mediche, comprese dolorose iniezioni mensili al ginocchio destro, continuino. E al quotidiano britannico che è andato a trovarlo spiega che lavora ogni mattina, presto, al BlueEnergy Stadium: «So che sto tentando qualcosa di speciale, forse è la riabilitazione più difficile della storia. Se riesco a tornare, saranno più di 1.000 giorni. Ma sono un tipo che si prende cura di sé e credo di farcela. Se c’è una persona in grado di riuscirci, sono io».

Il rapporto con l’Udinese, però, si è interrotto ufficialmente a gennaio, quando ha logicamente dovuto rescindere il contratto. In quell’occasione aveva spiegato cosa gli è davvero successo. Cioè che dopo quella partita di Genova si è operato e ha avuto delle complicazioni post intervento: «Un’infezione alla cartilagine. Quando si tratta della cartilagine è dura, le ossa fanno male perché vanno ad impattare tra loro, si tratta di un qualcosa che va oltre un normale infortunio. Una cosa quasi al di là della biologia»

Quasi un anno dopo quell’operazione si è sottoposto a un trapianto di cellule: da una porzione di cartilagine sana vengono trasferite all’area danneggiata nella speranza di riparare il «guasto». Un intervento che non offriva garanzie assolute (ma «avevo una sola possibilità») e, da allora, pochissima corsa, a giugno 2024. 

Ancora, Deulofeu spiega: «Può capitare a una persona anziana di avere il ginocchio completamente distrutto, e ora è successo a me perché l’infezione peggiorava sempre di più. Il ginocchio non si fletteva come doveva, c’era molto da recuperare ed è stato lento». Adesso, dice, ritiene che la cartilagine sia guarita al 90%, ma vuole rinforzare ulteriormente il ginocchio per ridurre il rischio di ricadute.

17 ottobre 2025 ( modifica il 17 ottobre 2025 | 12:13)