Il viaggio non è più soltanto una fuga. Non è nemmeno una semplice parentesi dalla vita di tutti i giorni. Nel 2026, viaggiare sarà un modo per riscrivere sé stessi, per riconnettersi con la propria identità, per vivere esperienze capaci di riflettere chi siamo e chi vogliamo diventare. È questa la direzione tracciata dal nuovo Travel Trends 2026 di Skyscanner, una ricerca globale che analizza abitudini, desideri e cambiamenti di oltre 20.000 viaggiatori in tutto il mondo.

Dai ritiri letterari in montagna agli hotel simbolo del design internazionale, fino ai viaggi costruiti attorno al cibo, alla famiglia o alla ricerca di benessere mentale, emerge un quadro chiaro: il turismo del futuro non sarà più dominato dalle mode o dai “luoghi da vedere almeno una volta nella vita”, ma da un bisogno più intimo e personale. Il viaggio torna ad essere un dialogo tra dentro e fuori, tra mondo e anima.

Il nuovo modo di viaggiare: tra esperienze sensoriali e identità personale

Secondo il rapporto, il 2026 sarà l’anno del viaggio interiore. Le persone non si accontenteranno più di visitare: vorranno appartenere. Le destinazioni verranno scelte non solo per la loro bellezza, ma per la capacità di rispecchiare i valori e le passioni del viaggiatore.

Bryan Batista, CEO di Skyscanner, lo spiega con chiarezza: “I viaggi stanno diventando più personali che mai. Le persone non cercano solo luoghi, ma esperienze che riflettano la propria identità. L’idea di vacanza si sta trasformando in un progetto di crescita personale”.

La tendenza si muove su più livelli. Da un lato, cresce la domanda di esperienze culturali su misura, come i ritiri letterari o le residenze artistiche, dove scrittori, lettori e creativi condividono tempo e silenzi per ritrovare concentrazione e ispirazione. Dall’altro, si consolida il fenomeno dei viaggi gastronomici consapevoli, centrati sulla filiera corta e sui sapori autentici: meno ristoranti stellati, più cucine locali, orti e mercati.

Ma la vera novità è l’approccio al tempo. Sempre più viaggiatori scelgono di rallentare: meno mete, più permanenza. Nasce così il concetto di slow travel 2.0, una filosofia che abbandona il turismo frenetico per abbracciare l’esperienza della lentezza come forma di lusso.

Non è un caso che nel 2025 già oltre il 54% dei viaggiatori abbia dichiarato di utilizzare strumenti basati su intelligenza artificiale per organizzare le proprie vacanze, rispetto al 47% dell’anno precedente. Nel 2026, queste tecnologie diventeranno un assistente personale digitale, capace di comprendere abitudini, budget, interessi e stati d’animo. L’IA aiuterà a costruire itinerari emotivi, non solo geografici.

Le 7 tendenze che guideranno i viaggi del 2026

Dalla ricerca emergono sette tendenze che sintetizzano un cambio di paradigma profondo, non solo nel modo di viaggiare, ma nel modo di percepire la vita.

1. Viaggi di bellezza e benessere sensoriale
La bellezza non è più solo estetica, ma terapeutica. Si cercano luoghi dove la natura diventa cura: terme nel cuore delle montagne, spa affacciate sui fiordi, eco-resort immersi in foreste di bambù. L’idea è quella di rigenerarsi più che riposarsi, di tornare a casa diversi, più leggeri e consapevoli.

2. Ritorno alla letteratura e alla lentezza
Dopo anni di iperconnessione, esplode la voglia di silenzio e introspezione. I ritiri letterari — borghi riconvertiti in residenze per scrittori e lettori — diventano la nuova forma di viaggio culturale. Tra i più richiesti in Europa, quelli in Irlanda, Scozia e Toscana, dove la scrittura si intreccia con la meditazione e la camminata.

3. Turismo gastronomico consapevole
Il cibo torna protagonista, ma con una svolta etica. Crescono i viaggi dedicati ai prodotti locali, alla scoperta delle ricette regionali e delle tradizioni contadine. L’esperienza gastronomica diventa parte integrante del viaggio, un modo per capire la cultura di un luogo attraverso il gusto.

4. L’hotel come destinazione
Non più semplice punto d’appoggio, ma vera e propria meta. Nel 2026 gli hotel iconici, firmati da architetti di fama, diventeranno attrazioni a sé stanti: strutture che raccontano una filosofia di vita, tra sostenibilità e design emozionale.

5. La famiglia come bussola
Dopo anni di individualismo, torna la voglia di viaggiare insieme. Crescono i pacchetti “multi-generazionali”, pensati per riunire genitori, nonni e figli in luoghi dove ogni fascia d’età trova il proprio spazio. Il viaggio diventa così occasione di riconnessione affettiva.

6. Montagna, silenzio e spiritualità
Sempre più viaggiatori cercano esperienze che uniscano movimento e contemplazione. Escursioni tra rifugi, yoga tra i boschi, cammini spirituali e viaggi meditativi. La montagna, simbolo di resistenza e isolamento, torna a essere metafora di ricerca personale.

7. Tecnologia come strumento di libertà
L’intelligenza artificiale agentica, che entro il 2026 sarà integrata nelle principali piattaforme di viaggio, renderà ogni itinerario flessibile e predittivo. Potremo modificare il percorso in tempo reale, adattarlo all’umore o alle condizioni meteo, ricevere consigli istantanei da “assistenti digitali” che ci conoscono meglio di noi stessi.

Nel suo insieme, il Travel Trends 2026 racconta una generazione di viaggiatori in bilico tra due spinte: la ricerca di autenticità e la fiducia nella tecnologia. Da un lato cresce la voglia di radici, di esperienze fisiche, sensoriali, emotive; dall’altro, si consolida l’abitudine a usare algoritmi per semplificare le scelte e amplificare la libertà.

“Nel 2026 — scrive Skyscanner — il lusso non sarà più il luogo, ma il tempo. Il vero privilegio sarà potersi fermare e vivere esperienze che lasciano un segno”.

In fondo, viaggiare ha sempre avuto un significato doppio: spostarsi e cambiare. Ma oggi, dopo anni di incertezze globali e di rivoluzioni tecnologiche, il viaggio diventa un linguaggio per decifrare il mondo e noi stessi. Viaggiare per scoprirsi non è una metafora romantica, ma una necessità psicologica.

Nel 2026, l’aeroporto non sarà più solo una soglia fisica, ma una soglia mentale: da un lato il rumore costante del mondo digitale, dall’altro la possibilità di staccare, di ritrovare la lentezza, di riscoprire la bellezza dell’incontro e del silenzio.

Il nuovo viaggiatore non cerca solo panorami, ma significati. E forse è proprio questo il senso più profondo delle tendenze che Skyscanner mette in luce: viaggiare non per accumulare esperienze, ma per comprenderle.