«Riguardo la sospensione della Convenzione tra FCI e ACSI, anche in risposta alle legittime preoccupazioni di società e tesserati, nel confermare che tale provvedimento si è reso necessario a seguito delle ripetute violazioni, da parte dell’Ente, rende noto che, qualora l’Ente accetti di rispettare la Convenzione, è pronta a riattivarla fin da subito.

Si ricorda che la Federazione ha preso questa decisione, dopo mesi di trattative per scongiurarla, perché è convinta che il rispetto dei patti tra soggetti diversi che hanno la responsabilità di organizzare l’attività sportiva nei rispettivi ambiti concessi dalle attuali leggi sia alla base del vivere civile e di un corretto rapporto tra federazioni nazionali ed enti di promozione sportiva.

Le ripetute violazioni della Convenzione, in essere da diversi anni, hanno generato una generale deregolamentazione del fenomeno amatoriale. Si ricorda che l’attività agonistica, anche nell’ambito amatoriale, è di competenza delle federazioni nazionali» (FCI – Federazione Ciclistica Italiana)

Chiarezza sulla vicenda FCI-ACSI cosa è davvero successo

«Nelle ultime ore la Federazione Ciclistica Italiana (FCI) ha dichiarato di essere disposta a riattivare la convenzione con l’ACSI “se verranno rispettate le condizioni”.
Molti si chiedono a cosa si riferisca. È bene dunque spiegare, nostro malgrado, in modo chiaro e trasparente i fatti.

La clausola dei 120 km e la deroga ufficiale

Nella convenzione tra FCI e ACSI è prevista una clausola che stabilisce che le manifestazioni di lunghezza superiore ai 120 chilometri rientrano nella competenza della Federazione. Tuttavia, già da più di cinque anni, questa regola è stata oggetto di una deroga formale e concordata tra le parti.

La deroga fu definita e applicata per “fatti concludenti” durante la precedente governance federale, con il intesa dell’allora: Presidente Federale della Commissione Ciclismo Amatoriale; Presidente FCI in carica; Responsabile Federale dei rapporti con gli EPS, e con l’avallo del Segretario Generale della FCI, tuttora in carica.

Tutti riconobbero che la gestione ACSI delle Gran Fondo – anche superiori ai 120 km – garantiva standard organizzativi, di sicurezza e partecipazione di livello altissimo, tanto da ricevere pubblicamente apprezzamenti e riconoscimenti anche da parte della stessa FCI, al punto che il Dipartimento della Sicurezza del Ministero dell’Interno con apposito provvedimento ha concesso ad ACSI, FCI e Formula Bici la facoltà di rilasciare la certificazione per i servizi di qualità nelle gare ciclistiche di Gran Fondo:

https://prefettura.interno.gov.it/sites/default/files/27/2024-06/300_514_08_01_2024.pdf

Una prassi consolidata e trasparente

Quella deroga non fu mai messa in discussione. Per oltre cinque anni, ACSI ha organizzato regolarmente le proprie Gran Fondo nel pieno rispetto di quanto concordato, pubblicando i calendari in modo trasparente e condiviso.

Perfino il noto periodico Cicloturismo, punto di riferimento per gli appassionati, ha pubblicato in edicola il calendario ufficiale delle Gran Fondo ACSI 2025, visibile a chiunque.
Nessuna sorpresa, nessun occultamento, nessuna violazione.

Il cambio di posizione della nuova governance FCI

Tutto è cambiato solo con l’insediamento del nuovo Consiglio Federale, eletto nel gennaio 2025.

Questa nuova dirigenza, pur essendo perfettamente a conoscenza della deroga esistente, ha convocato ACSI solo nel mese di maggio, dichiarando di non volerla più riconoscere. In quella sede, propose ad ACSI di “sanare” la situazione per le gare in calendario da settembre a dicembre obbligando di far affiliare alla FCI le società organizzatrici, tesserando gli atleti e pagando le relative tasse gara. (“Libera” scelta alla quale le società sportive nella loro autonomia non hanno voluto aderire).

In altre parole: o si trasferivano alla FCI le risorse e i tesseramenti, oppure si rischiava la sospensione della convenzione.

Un ricatto economico che nulla ha a che fare con la collaborazione sportiva e con il rispetto reciproco tra Organismi Sportivi. 

Nessuna violazione, ma una decisione politica

L’ACSI, coerentemente con i propri valori e nel rispetto della libertà associativa, ha rifiutato di cedere.

La sospensione della convenzione decisa dal nuovo Consiglio Federale non nasce quindi da violazioni, ma da una scelta di “politica povera” e di opportunità economica, con l’obiettivo di riportare sotto controllo federale un movimento amatoriale che negli anni ha scelto liberamente ACSI per la sua serietà, efficienza e vicinanza alle società» (ACSI – Associazione di Cultura Sport e Tempo Libero, via Ostiense 160/E)


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