L’ad Rossi: «L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano». L’Usigrai: «Clima d’odio e insofferenza per le inchieste della redazione»

C’è incredulità e sgomento in Rai per l’attentato al giornalista del servizio pubblico, vicedirettore e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ma anche aria di mobilitazione nelle redazioni. E c’è già chi collega questo episodio a un clima generale di imbarbarimento del confronto che spesso passa anche attraverso i media, con toni e contenuti inadeguati. Intanto la notizia dell’attentato ha colto all’alba l’amministratore delegato Giampaolo Rossi che ha potuto comunicare direttamente all’interessato, prima che venisse monopolizzato dalle formalità dell’inchiesta immediatamente aperta dalle forze dell’ordine, la sua vicinanza, espressa poi in una nota pubblica.
 
«L’ad Rai Giampaolo Rossi e l’intera azienda – recita il comunicato – si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio». E ancora: «Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo» per questo «la Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel servizio pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano. Ogni tentativo intimidatorio contro chi lavora per un’informazione libera e indipendente è un attacco allo stesso servizio pubblico» conclude.
 
Il conduttore, che è sotto scorta dal 2014 dopo le minacce di morte da parte della mafia, da tempo denunciava «il clima di isolamento e di delegittimazione» nei suoi confronti, ricordando di aver subito varie minacce negli ultimi tempi, a partire dal ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa, fino al pedinamento di soggetti identificati dalla sua scorta.
La sua prima reazione, dopo l’esplosione, è stata un riferimento ai temi che Report tratterà nella sua prima puntata della stagione, in onda il 26 ottobre su RaiTre. Temi riepilogati in un video, pubblicato dal sito della trasmissione, in cui Ranucci annuncia che si parlerà dei finanziamenti nel mondo della cultura, di scuola e università, dell’eolico, delle banche e della sanità. È qui, sembra suggerire ora, che si possono trovare spunti per l’inchiesta giudiziaria. Potrebbe trattarsi, ad esempio, di un riferimento alle infiltrazioni mafiose nel mondo dell’eolico in presenza di di cospicui finanziamenti pubblici e privati.

Intanto anche il presidente facente funzioni Antonio Marano e l’intero Cda Rai esprimono «massima e convinta solidarietà a Sigfrido Ranucci per il violento e vile attentato di cui è stato vittima». In una nota, il Cda della Rai afferma: «Non saranno certo le intimidazioni – che condanniamo in qualunque forma si presentino – a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo. Una realtà – conclude la nota – troppo spesso “avvelenata” dall’incapacità di costruire dialoghi costruttivi, che ci impegneremo ancora di più a promuovere, contro ogni violenza, contro ogni sterile contrapposizione».
 
Si mobilita l’Usigrai: «Un attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui – scrive l’esecutivo -. Siamo certi che né Sigfrido né i colleghi di Report si lasceranno intimorire. Saremo sempre al loro fianco affinché possano continuare liberamente il loro lavoro d’inchiesta». Il sindacato non risparmia un fendente all’azienda: «Abbiamo denunciato in questi mesi come la Rai abbia ridotto lo spazio a disposizione di Report e soprattutto il clima d’odio e insofferenza per le inchieste della redazione. In prima serata su Rai1 si è arrivati addirittura – da parte della seconda carica dello Stato – a definire i colleghi di Report “calunniatori seriali”, senza che né il conduttore né l’azienda prendessero le distanze. Una campagna d’odio contro il giornalismo d’inchiesta che deve finire». 



















































E solidarietà «piena e sincera» giunge da UniRai, il sindacato di area centrodestra: «Ci auguriamo che le autorità facciano rapidamente piena luce sull’accaduto e che i responsabili siano individuati e puniti con la massima severità. Davanti a simili atti di barbarie, non ci sono colori né appartenenze: c’è solo la condanna, netta, di chi crede nei valori umani e civili che tengono insieme un Paese». 

Il Cdr dell’Approfondimento Rai ha indetto un’assemblea straordinaria questa mattina davanti alla sede di via Teulada. L’appuntamento, al quale sono stati invitati tutti i sindacati, è a partire dalle 10. L’assemblea formale inizierà alle 12. E sempre a Teulada, dove si trova la redazione di Report, è possibile che si rechi il cda Rai, al termine della riunione convocata oggi per parlare dello stato di avanzamento del piano industriale ma che non potrà, a questo punto, ignorare quanto è avvenuto.

17 ottobre 2025 ( modifica il 17 ottobre 2025 | 12:36)