di
Enrico Marro
Il pagamento potrà essere spalmato su un massimo di 54 rate bimestrali (9 anni). La scadenza della prima rata dovrebbe essere il 31 luglio 2026
Perché il governo ha deciso di varare una nuova rottamazione (la quinta) delle cartelle esattoriali.
Perché lo ha chiesto la Lega, che sostiene la necessità di un forte sconto a favore dei contribuenti che hanno debiti col fisco. Al 31 gennaio 2025, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione gestiva circa 173 milioni di cartelle che interessano circa 21,8 milioni di contribuenti, per un valore complessivo di 1.273 miliardi di euro da riscuotere.
Quali cartelle riguarda la rottamazione quinquies?
Quelle relative ai debiti affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. L’ultima, la quarta, ha riguardato le cartelle dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Secondo i dati della Corte dei Conti, hanno aderito circa 3 milioni di contribuenti: nel 2023-24 dovevano essere incassati 22,9 miliardi ma ne sono entrati solo 11,6, perché in molti casi chi aderisce paga solo le prime rate e poi smette.
La nuova rottamazione riguarda tutti i contribuenti con cartelle pendenti?
No, la platea è più stretta. I debiti oggetto della rottamazione quinquies fanno riferimento alle tasse non pagate così come risultano dalle dichiarazioni dei redditi. Sono esclusi «coloro che non hanno mai fatto la dichiarazione dei redditi», ha detto il viceministro del Consiglio, Matteo Salvini. Dovrebbero essere rottamabili anche i debiti che derivano dal mancato versamento dei contributi previdenziali all’Inps, esclusi quelli richiesti a seguito di un accertamento. Ma per i dettagli bisognerà attendere il testo del disegno di legge.
Quanti contribuenti potranno beneficiare della rottamazione?
Salvini ha parlato di una platea potenziale di 16 milioni di contribuenti ma, visto che l’accesso alla sanatoria è limitato a chi pur avendo dichiarato i redditi non ha pagato il dovuto, dovrebbero essere di meno. Alla rottamazione quinquies, anche se più vantaggiosa, non potrà aderire chi sta facendo la rottamazione quater ed è in regola con i pagamenti delle rate.
Cosa si paga?
Il contribuente che aderirà alla sanatoria potrà estinguere il proprio debito con il Fisco pagando solo il capitale (l’importo delle tasse non versate). Non dovrà invece pagare gli interessi (inclusi quelli di mora), le sanzioni e l’aggio.
In quante rate?
Il pagamento potrà essere spalmato su un massimo di 54 rate bimestrali (9 anni). Le rate avranno tutte lo stesso importo. La scadenza della prima rata dovrebbe essere il 31 luglio 2026.
La rata avrà un importo minimo?
No. Il governo ha valutato la possibilità di prevedere una rata minima di 100 euro, ma alla fine ha lasciato cadere la cosa.
Come si accede alla rottamazione?
Il contribuente dovrà presentare una dichiarazione (in modalità telematica) all’agente della riscossione entro il 30 aprile 2026. Nella domanda dovrà indicare il numero di rate scelto per pagare il debito col Fisco (fino a un massimo di 54).
Cosa succede dopo la presentazione della domanda?
A seguito della presentazione della dichiarazione di adesione sono sospesi i termini di prescrizione e decadenza. Stop anche a nuovi fermi amministrativi e ipoteche, con eccezione di quelli già iscritti alla data di presentazione della dichiarazione. Non potranno essere avviate nuove procedure esecutive.
Se si smette di pagare si decade?
Sì. Il contribuente che ha aderito alla rottamazione quinquies decade dalla definizione agevolata dopo il mancato pagamento di due rate, o dell’ultima rata prevista dal piano di pagamento.
Ci sono nuovi accorgimenti per evitare che il contribuente smetta di pagare?
No. Come per le precedenti sanatorie, l’unica forma di deterrenza è la decadenza dalla sanatoria stessa. Il governo è però convinto che, questa volta, la maggiore diluizione dei pagamenti (la rottamazione quater era su 18 rate in 5 anni) limiterà il fenomeno degli abbandoni.
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18 ottobre 2025
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