Una patologia “invisibile”. Ma capace di pesare, eccome, sulla vita di chi ne soffre. E non solo sul fronte fisico, ma anche sotto l’aspetto psicologico. Stiamo parlando della mastocitosi sistemica indolente. Si tratta della forma più comune della malattia, legata ad una mutazione genetica acquisita e caratterizzata dall’iper-attivazione, proliferazione e accumulo, in diversi tessuti e organi, dei mastociti, cellule del sistema immunitario responsabili delle reazioni allergiche.
Purtroppo, identificare presto il quadro e trattarlo di conseguenza non è semplice. È il messaggio che giunge in occasione della Giornata Internazionale della Mastocitosi 2025 che si celebra il 20 ottobre. Il motto della giornata invita a stare connessi. E ad informarsi.
Chi colpisce
La forma di mastocitosi sistemica definita “indolente” – ovvero a decorso lento e non aggressivo – colpisce oltre 6.000 persone in Italia, secondo i più recenti dati epidemiologici. Si manifesta con una varietà di sintomi cronici, imprevedibili e potenzialmente debilitanti: tra i più comuni, lesioni cutanee, episodi di anafilassi, disturbi gastrointestinali, dolore o lesioni ossee e osteoporosi precoce. La malattia può coinvolgere diversi organi e apparati, con un impatto significativo sulla qualità di vita.
“Comporta una pessima qualità di vita dei pazienti che vivono con il terrore delle reazioni anafilattiche – spiega Massimo Triggiani, Ordinario di Medicina Interna Dipartimento di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Salerno e Direttore UOC Clinica Immunologica e Reumatologica, AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Salerno.
L’impatto della mastocitosi sistemica indolente è molto pesante e causa di forte disagio nell’attività lavorativa, nelle relazioni sociali e nelle più semplici attività quotidiane. Come si deduce da tutto ciò, la definizione ‘indolente’, che deriva dall’inglese indolent con il significato di lento e che in italiano viene inteso ‘che non dà dolore’, è fuorviante, perché la mastocitosi indolente è invece una malattia invisibile, ma che provoca dolore e sintomi severi”.
Come si manifesta
La malattia è legata alla proliferazione e all’accumulo in diversi tessuti e organi (pelle, intestino, apparato respiratorio) dei mastociti, cellule del sistema immunitario responsabili delle reazioni allergiche; per tale motivo nella mastocitosi molti sintomi legati all’attivazione dei mastociti ricordano le manifestazioni allergiche più gravi.
Nella mastocitosi è stata identificata una mutazione del gene KIT che controlla lo stato dei mastociti per cui le cellule proliferano in modo incontrollato e diventano facilmente attivabili. La mastocitosi viene classificata in forme avanzate e forme non avanzate.
Nella mastocitosi avanzata la crescita dei mastociti è molto rapida, con sintomi importanti soprattutto di tipo ematologico, per cui viene riconosciuta facilmente anche se ha una prognosi peggiore. La mastocitosi non avanzata, di cui fa parte il sottotipo “indolente”, costituisce la forma più frequente, lenta e che non dà segni di invasione d’organo; tuttavia, i mastociti sono molto reattivi e producono grandi quantità di mediatori come l’istamina, i leucotrieni, il Platelet-Activating Factor e molti altri.
Queste sostanze sono responsabili dei sintomi e dei segni della patologia. In particolare due terzi dei pazienti presentano manifestazioni a carico della pelle, che presenta lesioni cutanee di colore brunastro-marroncino – un tempo definite come orticaria pigmentosa – stabili e diffuse sul corpo e sul volto, molto caratteristiche.
Oltre a questa manifestazione, la mastocitosi indolente presenta altri sintomi estremamente fastidiosi, come prurito, orticaria con pomfi gonfi e arrossati, flushing, e poi sintomi gastro-intestinali, soprattutto diarrea persistente e dolori addominali, gastrite e ulcera. Un altro sintomo caratteristico è rappresentato dai dolori ossei e muscolari, con insorgenza di osteoporosi che rende l’osso fragile e soggetto a facili fratture anche negli individui giovani. Frequente è anche un senso di offuscamento mentale o “brain fog”, associato a crisi ipotensive.
La persona affetta da mastocitosi indolente accusa stanchezza e facile affaticabilità. Inoltre, quello che preoccupa di più i pazienti è la possibile comparsa di episodi di shock anafilattico ricorrenti e severi; nel 50% dei casi non si riconosce alcuna causa scatenante, mentre nell’altra metà si riconoscono alcune condizioni a cui i pazienti possono essere esposti, per esempio punture di api e vespe, più raramente i farmaci e gli alimenti.
Perché la diagnosi è difficile
La mastocitosi sistemica indolente è ancora segnata da un forte ritardo diagnostico, con tempo che può arrivare a oltre dieci anni tra l’esordio dei sintomi e la diagnosi durante i quali i pazienti affrontano un percorso complesso tra diversi specialisti.
“La presentazione clinica della mastocitosi sistemica indolente è molto eterogenea e assai diversa da paziente a paziente, per cui gli specialisti che devono porsi il sospetto diagnostico di mastocitosi sono diversi – sottolinea Marco Frigeni, Dirigente Medico SC Ematologia e Trapianto di Midollo, ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo. Lavorare in sinergia con colleghi di altre specialità è fondamentale per una malattia rara e complessa come questa.
Il valore della collaborazione è duplice: da un lato, è importante in fase pre-diagnostica quando può esserci il sospetto ed è necessario sapere a chi indirizzare il paziente, altrettanto importante in fase post-diagnostica per le problematiche che la mastocitosi pone.
Lavorare in sinergia è un valore per il paziente, preso in carico da un team multidisciplinare, ed è un valore per gli stessi medici, che dialogano andando oltre l’individualismo, si scambiano opinioni e hanno un approccio migliore, integrato, più aggiornato sui vari aspetti della malattia e delle terapie”.
Arrivare presto, insomma, è fondamentale. Anche perché nel tempo la malattia, pur non essendo fatale, comporta un livello di disabilità – misurato in anni di vita persi o ridotti dalla malattia. Secondo uno studio del centro francese Ceremast, la mastocitosi sistemica indolente può comportare una perdita complessiva compresa tra 4,6 e 8,8 anni di vita sana.
La qualità di vita dei pazienti con mastocitosi sistemica indolente risulta fortemente compromessa: il 43% dichiara di aver dovuto ridurre la propria attività lavorativa e il 59% limita le attività quotidiane a causa del dolore. Questi dati, raccolti a livello europeo, evidenziano l’impatto significativo della malattia sul quotidiano dei pazienti e l’urgenza di interventi mirati per migliorarne il benessere.
Svelare la conoscenza è importante per accrescere il sapere dei medici e aiutarli ad accumulare esperienze, studi, dati, interpretare i segnali della malattia, lavorare in gruppi multidisciplinari costituiti da ematologi e allergologi insieme ad altri specialisti; ma è fondamentale anche per i pazienti, che trovano informazioni accessibili e punti di riferimento. Nasce per questo MAIA (Mastocytosis AI Assistant), sviluppato da un board scientifico di esperti, il primo chatbot sulla mastocitosi sistemica basato su tecnologia RAG (Retrieval-Augmented Generation), che combina il recupero di informazioni scientifiche validate con la generazione di risposte chiare e contestualizzate. Un alleato prezioso per i medici, a beneficio di pazienti e caregiver.
Il peso emozionale della patologia
Le emozioni sono una componente costante della mastocitosi sistemica indolente e accompagnano la vita dei pazienti con un quotidiano di ansia, senso di solitudine e frustrazione. Per questo è nato il podcast “Sotto la pelle” che in tre episodi esplora il vissuto emotivo attraverso un dialogo a due voci: quella del clinico e quella dello psicologo.
Svelare le emozioni significa aiutare i medici a comprenderle e gestirle insieme ai pazienti, favorendo un maggiore benessere e una migliore qualità di vita.
“La mastocitosi sistemica indolente è un passeggero scomodo, vivere con questa patologia vuol dire imparare a convivere con un compagno ‘invisibile’, ma costantemente presente – segnala Patrizia Marcis, Presidente ASIMAS, Associazione Italiana Mastocitosi. La mancanza di conoscenza e informazione, il ritardo diagnostico e il decorso altalenante della malattia generano frustrazione, un senso di isolamento e di chiusura.
La malattia genera una stanchezza cronica che riduce le energie e ha un impatto negativo sull’umore. Le emozioni negative interferiscono con il lavoro, le relazioni sociali e le attività quotidiane più normali, come accompagnare i figli a scuola, fare la spesa, recarsi in ufficio. Parlare di mastocitosi sistemica indolente significa dare una forma e un’identità alla malattia e alle sue manifestazioni, significa dare voce alle persone che ne soffrono e alle loro storie”.
Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.