Garlasco (Pavia) – “Ha rivoluzionato le mie idee iniziali, quelle con cui ero entrato in carcere. Il suo racconto è stato qualcosa di sconvolgente. Partendo dall’uccisione di Chiara Poggi e tenendo come centrale il santuario della Bozzola, ha fornito uno spaccato di un certo tipo, che va oltre i confini di Garlasco”. Penalista di lungo corso e di provata esperienza, l’avvocato Roberto Grittini riporta una profonda impressione dal colloquio con il suo assistito Flavius Alexa Savu, due ore nel carcere di Torre del Gallo dove è stato immediatamente trasferito dopo essere stato estradato dalla Svizzera e atterrato all’aeroporto di Malpensa nel primo pomeriggio di giovedì.

Il legale ha incontrato anche il nipote di Savu, Cleo Koludra Stefanescu, detenuto per un omicidio a Vigevano, compagno di cella dello zio, che si è poi allontanato per lasciare Savu a colloquio con il difensore. “Abbiamo parlato – aggiunge Grittini – per due ore. L’ho sondato, ho provato anche con qualche trabocchetto. Il suo è stato un racconto molto lineare che ha fissato dei punti fermi”. Un omicidio maturato a Garlasco ma con proiezioni all’esterno? L’avvocato Massimo Lovati, all’epoca ancora difensore di Andrea Sempio, aveva parlato del suo sogno di un sicario venuto da fuori per eliminare Chiara Poggi, che era a conoscenza di segreti inconfessabili legati al santuario. Flavius Savu si dice pronto a parlare e a “raccontare tutto quello che sa”.

La Procura di Pavia pare pronta ad ascoltarlo per verificare una pista definita finora “suggestiva” dagli inquirenti. È significativo il fatto che l’uomo sia stato immediatamente tradotto nella casa circondariale pavese. Mesi fa, dal luogo della latitanza, Savu aveva dichiarato, in un’intervista televisiva, che Chiara Poggi aveva appreso di “un grosso giro di scandali sessuali nel santuario” e aveva ipotizzato un collegamento tra l’omicidio e questa scoperta. Il nipote Stefanescu aveva consegnato ai suoi legali un breve manoscritto datato 28 maggio 2025 nel quale, senza riferirsi direttamente al delitto di Garlasco, si parlava di una ragazza che lo zio aveva conosciuto e dalla quale aveva saputo di “un grosso giro di pedofilia e una specie di prostituzione riguardo al santuario della Bozzola gestito da un custode”. La sortita aveva riacceso i riflettori su Flavius Savu, condannato nel 2018 a cinque anni e sei mesi di reclusione (deve ancora scontare quattro anni e otto mesi) per una estorsione a luci rosse ai danni di don Gregorio Vitali, all’epoca rettore del santuario mariano. Il connazionale Florin Tanasie era stato condannato a un anno e otto mesi.