Ha fatto le ultime corse della stagione con la squadra dei grandi e ora si appresta a disputare il mondiale su pista… sempre tra i grandi. Parliamo di Luca Giaimi, talento della UAE Emirates Gen Z. Lo raggiungiamo mentre è indaffarato a fare le valigie per il Cile, dove appunto si terranno i mondiali dal 21 al 26 ottobre. Pensate che, dopo la Parigi-Tours, è andato direttamente a Montichiari per continuare il lavoro su pista (in apertura foto Instagram – UAE Emirates).

Giaimi è un classe 2005. Il ligure quest’anno ha vinto due corse ad inizio stagione, è salito sul podio tricolore a cronometro, si è distinto agli europei su pista e su strada ha saputo farsi valere. Spesso ha corso in appoggio e la sua attività è stata concertata proprio in funzione del lavoro sul parquet, sotto la guida del suo coach Giacomo Notari.

Potenza e grande feeling con la velocità e la bici con posizione da crono per Giaimi

Potenza e grande feeling con la velocità e la bici con posizione da crono per Giaimi

Luca, vieni dalla Parigi-Tours e hai fatto questo finale di stagione con i grandi: te lo aspettavi?

Me lo aspettavo perché questo finale era stato stabilito fin da inizio stagione. Lo avevamo calendarizzato, dato che l’avevo fatto anche l’anno scorso… in parte. Si è aggiunto qualcosina nel finale, ma pressoché era quello previsto, con le due in Italia, Memorial Pantani e Trofeo Matteotti, poi le altre due in Belgio, la Wallonie e la Super 8 Classic. E infine le ultime due, appunto Binche e Parigi-Tours.

E com’è andata rispetto all’anno scorso?

Allora, dovessi essere sincero, le prime due in Italia sono state molto più dure rispetto all’anno scorso. Nel 2024 ho fatto tre corse: Giro della Toscana, Peccioli e Matteotti. Erano state gare più lineari: una partenza non tranquilla ma che si stabilizzava presto, con la fuga che andava via e poi tutte le squadre che si mettevano in fila per controllare. Quest’anno invece, sia al Pantani sia al Matteotti, le corse sono partite subito forti perché in entrambe c’era salita fin dai primi chilometri. E quindi c’è stata un’esplosione già nelle prime fasi. E la salita in avvio non mi agevola di certo. Ma se ho tenuto è perché stavo bene.

Quindi non hai potuto fare un reale confronto delle tue condizioni, tipo lo stare in gruppo o resistere alle accelerazioni?

A fare un paragone preciso tra le due stagioni non riuscirei, perché sono state diverse. Posso dire che quest’anno ero forse un po’ meno adatto come caratteristiche rispetto al tipo di corridore che sono ora. E con il lavoro su pista e le corse in Belgio nel finale ero forse un po’ meno preparato per le gare italiane.

Giaimi impegnato al Memorial Pantani… Fare queste corse è importantissimo per un classe 2005 come lui

Giaimi impegnato al Memorial Pantani… Fare queste corse è importantissimo per un classe 2005 come lui

Mentre in quelle in Belgio ti sei trovato meglio?

Sì, in Belgio mi sono trovato meglio, anche se pure lì le corse sono state più dure, soprattutto la Parigi-Tours. L’anno scorso avevamo pioggia, ma niente vento, e la corsa si era sviluppata in modo più lineare, con selezione solo nei tratti di sterrato tra i vigneti francesi. Quest’anno invece fin dalla partenza era previsto vento, infatti la gara è stata molto più veloce e stressante. Pronti via, c’era subito uno stradone dritto che portava fuori dalla cittadina da cui siamo partiti. E si è corso tutto il giorno con vento laterale.

Subito stress e ventagli insomma?

Sì, perché bisogna stare sempre davanti. Anche il finale è stato velocissimo: per dare un’idea, l’anno scorso abbiamo impiegato 5 ore e 20, quest’anno in 4 ore e 45 la corsa era già finita.

A livello invece di posizione in gruppo?

Sinceramente cambia poco. Anzi, correre nel WorldTour per noi under 23 è più semplice da questo punto di vista. Nonostante qualcuno dica che si percepisce più stress, rispetto a una corsa U23 o di categoria inferiore è spesso minore, o comunque più gestibile.

Il ligure ha lavorato sodo anche in altura con l’obiettivo preciso di preparare il finale di stagione, anche su pista (foto Instagram)

Il ligure ha lavorato sodo anche in altura con l’obiettivo preciso di preparare il finale di stagione, anche su pista (foto Instagram)

Però, Luca, indossavi una maglia importante come quella della UAE. Da quel che ci raccontano, in gruppo gli squadroni sono più “rispettati”…

Vero, ma al di là della maglia è anche una questione di rispetto generale. Nel gruppo WorldTour ci sono corridori di grande esperienza e caratura, che rischiano meno e hanno più consapevolezza. Nelle gare U23 o giovanili invece si tende a forzare di più, a prendere più rischi pur di ottenere un risultato, spesso senza badare troppo agli altri.

Iniziamo a guardare avanti. Il tuo contratto con la UAE Gen Z finisce: cosa farai?

Non c’è ancora nulla di delineato, sto aspettando una riunione con la squadra. Molto probabilmente la decisione definitiva sarà presa dopo i mondiali su pista, quando ci ritroveremo con la dirigenza per capire cosa sarà meglio per me nel 2026.

Da qualche indiscrezione abbiamo sentito che dovresti fare un altro anno alla Gen Z?

Potrebbe essere una scelta giusta, bisognerà vedere cosa si deciderà insieme alla squadra.

Ma l’idea è quella di restare in questo gruppo oppure se arrivano offerte valuterai anche di andare via?

No, sicuramente continuerò con la UAE Emirates a prescindere da un eventuale passaggio nel WorldTour. Sto bene in questo gruppo, mi trovo a mio agio.

Giaimi è una delle nostre speranze più concrete nell’inseguimento. Eccolo con Villa agli europei di Apeldoorn 2024

Giaimi è una delle nostre speranze più concrete nell’inseguimento. Eccolo con Villa agli europei di Apeldoorn 2024

Sei in partenza per questi mondiali su pista: come ci arrivi?

Dato che corro sempre in inseguimento individuale e a squadre, quasi certamente farò entrambe le prove. E come ci arrivo? Direi bene. Vengo da un bel periodo, con diverse corse su strada e un blocco di lavoro intenso in pista. Adesso spero di recuperare al meglio per arrivare alla prossima settimana, quando inizieranno le gare, al cento per cento.

Chiusura?

Ho visto tutta la nazionale molto motivata. Anche gli altri ragazzi che ho incontrato nei ritiri li ho trovati pronti. E con un tecnico come Salvoldi, che sa farsi sentire, è difficile non arrivare preparati! Speriamo sia un Mondiale utile per imparare, crescere e guardare al futuro. Io sono pronto a dare il massimo.