Cercasi Pecco Bagnaia disperatamente. Appena tre settimane fa, il pilota della Ducati ha dominato il Gran Premio del Giappone, firmando la pole position e vincendo entrambe le gare, ma da allora è finito completamente fuori dai radar della MotoGP. Per trovarlo, infatti bisogna letteralmente ribaltare le classifiche rispetto a Motegi.
Dopo essersi ritrovato ultimo in entrambe le gare a Mandalika, concludendo anzitempo quella domenicale con una scivolata, il piemontese ha visto andare in scena lo stesso copione anche a Phillip Island. In qualifica le cose sono andate un pelino meglio, perché Pecco si è almeno guadagnato la Q2 e l’11° posto in griglia, ma nella Sprint è nuovamente arretrato al fondo del gruppo nello spazio di pochi giri, chiudendo penultimo con oltre mezzo minuto di ritardo in appena 13 giri. E il dramma è che ancora una volta il problema della sua Desmosedici GP è chiaro, ma nessuno riesce a capire cosa sia ad innescarlo.
“E’ stata una giornata difficile, ma stiamo ancora controllando i dati per capire cosa sia successo. Dai dati è molto chiaro, la moto si scuoteva molto, ma non sappiamo perché. Questo è uno dei motivi per cui stiamo lavorando tanto. Il team ha provato tantissime volte a risolvere la situazione nel corso dell’anno, ma abbiamo capito che è un qualcosa che non dipende dal set-up o dall’elettronica. Stiamo cercando di capire di cosa si tratti”, ha detto Bagnaia ai giornalisti presenti a Phillip Island.
Ieri si era lamentato del fatto che una moto era praticamente inguidabile e che solamente una funzionava normalmente. Oggi purtroppo anche quest’ultima sembra essersi ‘ribellata’: “In realtà, la normalità sarebbe stata se fosse andata come in Giappone. Ieri andava un po’ meglio, stamattina andava un po’ meglio, poi in qualifica ho iniziato a sentire qualcosa di strano e nella Sprint era impossibile guidarla. Ero di nuovo un passeggero che doveva cercare di controllare gli scuotimenti e in diverse occasioni ho dovuto chiudere il gas in uscita dalle curve: questo è molto strano”.
Francesco Bagnaia, Ducati Team
Foto di: Gold and Goose Photography / LAT Images / via Getty Images
Per la prima volta, oggi la Ducati ha mancato l’appuntamento con il podio in una Sprint, al punto che nel paddock c’è anche chi inizia a mettere in dubbio che sia ancora la moto di riferimento. Con onestà, però, Pecco ha ammesso che probabilmente le cose sarebbero andate diversamente se Marc Marquez non fosse assente in Australia per infortunio.
“Penso che se Marc fosse stato qui, sarebbe salito sul podio, quindi forse è ancora la moto migliore. Ma in questo momento ci stiamo concentrando sul capire cosa non funziona bene, perché è vero che la nostra moto è molto forte quando va bene. Ma in questo momento le mie due moto, per qualche motivo, non funzionano in modo normale, e non riuscitiamo a spiegare tutti questi movimenti e tutte queste vibrazioni”.
Il dramma per il tre volte iridato è che più lui e la Ducati hanno cercato una soluzione e più la situazione ha finito per peggiorare. All’inizio dell’anno, infatti, riusciva comunque a salire sul podio quasi sempre. Ora invece anche solo la top 5 sembra un miraggio.
“Sì, è peggio, e anche questo è difficile da capire. Prima non ero contento perché non riuscivo a lottare con nessuno, potevo solo seguire gli altri. Ma la moto più o meno funzionava, in modo diverso rispetto all’anno scorso, ma simile. Da Le Mans, più o meno, e poi dall’Austria, ha iniziato ad andare molto peggio, quindi stiamo cercando di capire perché”.
Inevitabilmente, in questa situazione arrivano sempre anche le domande sul suo futuro: “Onestamente, finire la stagione così è dura. Ma, come ho detto, fortunatamente c’è stata Motegi, che ha dimostrato qualcosa e può aiutare la squadra, perché sappiamo che in una situazione normale siamo in grado di lottare. E dobbiamo solo capire perché, proprio a Motegi, abbiamo avuto questo tipo di situazione. Ma è difficile da capire, perché in teoria è tutto uguale”, ha concluso Bagnaia, che domani dovrà anche arretrare al 14° posto sulla griglia, essendo stato sanzionato per aver ostacolato Marco Bezzecchi nel corso della Q2.
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