La fusione fra Lotto e Intermarché-Wanty è praticamente realtà. La squadra incorporatrice, ovvero la Lotto, ha fatto sapere di avere presentato la relativa documentazione all’Unione Ciclistica Internazionale, alla quale spetta ora dare il benestare (non scontato, ma molto probabile) alla nascita della nuova formazione, che sarà di categoria WorldTour e che lascerà un altro spazio nella massima divisione mondiale, data la cessazione delle attività della squadra incorporata, la Intermarché-Wanty. I problemi, però, non sono mancati, sia per quel che riguarda il nuovo assetto dirigenziale, sia, soprattutto, in merito al parco corridori. 

Dopo le prime voci, trapelate durante l’estate, sulla vicenda sono circolate poche informazioni, non solo verso l’esterno, ma anche in direzione di persone coinvolte direttamente nella fusione, come i corridori delle due squadre. Alcuni di questi avevano il “posto sicuro” nella squadra in fase di creazione, altri invece non facevano parte dei piani futuri e altri ancora non avevano fondamentalmente idea di quel che sarebbe successo al loro percorso sportivo.

La situazione si è rivelata molto complessa anche per il presidente della CPA (Associazione Corridori Professionisti), Adam Hansen, che ha raccontato quel che è successo nelle ultime settimane, dal suo punto di vista: “Non siamo stati felici di come sono andate le cose – ha scritto l’ex corridore australiano sui suoi profili social – Tutti conoscono la questione numerica della vicenda, con 44 corridori che avevano contratti validi per il 2026 e solo 30 posti a disposizione. Ci sono stati atleti che, ad ottobre, non sapevano ancora se avrebbero avuto un contratto o meno per la prossima stagione. Questo è esattamente quello che non vogliamo che accada”.

Hansen aggiunge: “Abbiamo interpellato l’UCI e le due squadre, chiedendo una chiara lista dei 30 corridori che sarebbero rimasti, e lo stesso per i 14 non confermati. Per questo voglio ringraziare l’UCI. I corridori meritavano di sapere cosa sarebbe stato di loro e avrebbero dovuto saperlo mesi fa. Conoscendo i nomi dei confermati e dei non confermati, ho chiesto che venisse scritto un messaggio nel gruppo WhatsApp delle squadre, dicendo che gli atleti avrebbero potuto contattarmi personalmente per conoscere la loro singola situazione. Non diffonderò pubblicamente le due liste”.

L’ex corridore, che peraltro è stato colonna proprio della Lotto nell’arco della sua carriera, commenta: “Quello che mi ha dato fastidio è stato rendermi conto di quanti ragazzi non sapessero ancora nulla del loro futuro, è stata una cosa ancora più dolorosa rispetto al dover dire a qualcuno che non era fra i confermati. In qualche caso, i procuratori dei corridori erano ancora convinti che i loro assistiti sarebbero rimasti… Non credo che tocchi all’Associazione Corridori dare questo tipo di notizie, e, soprattutto, non a ottobre. Questa vicenda ha reso chiaro che bisogna lavorare, insieme all’UCI, per mettere in atto un protocollo più stringente per queste situazione, un protocollo che protegga di più i corridori. Ad esempio, una fusione potrebbe essere approvata solo se tutti i corridori sotto contratto non hanno già una sistemazione, che sia nella nascente nuova squadra o da qualche altra parte”.

Hansen aggiunge particolari rilevanti: “Secondo la legge in vigore in Belgio, i corridori che rimarranno fuori riceveranno comunque quanto era dovuto loro in base al contratto che non verrà rispettato dalla nuova squadra – ha scritto il rappresentante dei corridori professionisti – Ma questo, in ogni caso, non è quello che gli atleti prevedevano di fare, dato che avevano firmato un contratto che diceva che sarebbero stati corridori WorldTour e, invece, non lo saranno. Ma bisogna anche dire che le due squadre (Lotto e Intermarché-Wanty – ndr) vanno ringraziate per aver voluto trovare una soluzione che consentisse di proseguire l’attività. È positivo che abbiano voluto mettersi insieme per andare avanti, considerando che quattro squadre hanno praticamente chiuso i battenti quest’anno. La comunicazione verso i corridori e la sua tempistica non è stata appropriata, ma ora non possiamo cambiare il passato e dobbiamo concentrarci su come muoverci in futuro nel migliori modo possibile per i corridori”.