È spuntato un referto medico in cui Pamela Genini, uccisa con circa 30 coltellate (come emerso dall’autopsia) la sera di martedì 14 ottobre dal compagno Gianluca Soncin, che lei stava lasciando, temeva di essere uccisa già a settembre del 2024. Lo riferisce il Corriere della Sera. Soncin intanto resta in carcere per decisione del gip: risponde di omicidio volontario pluriaggravato.
Il pestaggio a Cervia
L’episodio risale a quando la ragazza, che aveva 29 anni quando è stata uccisa, era stata visitata all’Ospedale di Seriate (Bergamo) dopo un pestaggio subito il giorno precedente da Soncin a Cervia (Ravenna), dove la coppia si era trasferita. Un pestaggio durante il quale, secondo il racconto di Genini ai sanitari, lui l’aveva gettata a terra e colpita alla testa con calci e pugni, poi le aveva rotto un dito lanciandole qualcosa addosso.
Le domande e i “sì” di Pamela
I medici fecero alcune domande alla giovane, seguendo il protocollo di valutazione del rischio di violenze. Da quanto emerge dal protocollo, Genini rispose in modo affermativo alle domande sulla gelosia, sull’aumento d’intensità delle violenze, sulle minacce con armi e sulla possibilità che lui potesse ucciderla.
I carabinieri bergamaschi trasmisero il referto ai colleghi romagnoli, i quali chiesero di risentire la giovane. Lei, però, decise di non denunciare Soncin. Il referto sarà ora acquisito dagli investigatori milanesi.