Anche se non è mai facile andare a colpo sicuro con un film, il primo Black Phone aveva dalla sua il racconto del figlio di Stephen King su cui poter fare affidamento e la mano di uno dei registi horror più ficcanti degli ultimi anni. Buttarsi su di un sequel, perciò, avrebbe potuto vanificare lo sforzo investito nel 2022 e che ha valso alla pellicola il ruolo acquisito di oggetto di culto. Merito in particolare dell’interpretazione e del lavoro fisionomico del Rapace di Ethan Hawke, la cui maschera continua a turbare i sogni non solamente di Gwen e suo fratello, ma di tutti gli spettatori che ne hanno potuto sperimentare la follia nel corso del primo film di Derrickson. La parte più difficile non poteva perciò che essere il far tornare “in vita” il personaggio, centrale ai fini del pericolo che vive e ribolle nell’animo dei protagonisti, in un quadro che risultasse coerente pur meno realistico possibile come quello degli horror.
Il mondo in Super 8 di Scott Derrickson
Ciò che dunque fa Scott Derrickson è lasciare spazio a una storia che, pur mantenendo alcuni punti fermi all’interno della narrazione, si lascia soverchiare dalle suggestioni che evoca, in grado di trasportare il pubblico nello stesso margine in cui tangibile e intangibile si fondono, impiegando insieme le immagini concrete ma volatili del Super 8. Mentre il racconto procede ai fini dell’investigazione dei ragazzi e il loro tentativo di liberarsi per sempre del Rapace, Derrickson si avvale della pellicola per demarcare la differenza tra la dimensione reale abitata dai personaggi e la loro versione immaginifica, dove l’orrore prende piede nel regno del perturbatile.
L’orrore scava nel profondo dei protagonisti e sviscera le paure degli spettatori, impietriti e incollati alla poltrona, impossibilitati a muoversi per il terrore che gli artigli del Rapace afferrino anche loro. Ricordando i filmini degli omicidi di massa del suo Sinister, considerato nel 2020 dallo studio condotto da Broadband Choices il film più spaventoso mai realizzato (basato sulla frequenza cardiaca degli spettatori), con Black Phone 2 il regista Scott Derrickson prosegue la mitologia pazza e sanguinosa del Rapace con un sequel dignitoso e inquietantemente allucinante, capace di attrarre e allontanare come i migliori horror fanno.