“Purtroppo, per ora, sembra semplicemente questo il potenziale della nostra monoposto”. Le parole di Charles Leclerc al termine delle qualifiche sprint fotografano con chiarezza le difficoltà della Ferrari ad Austin, che non si identificano tanto con l’ottavo e il decimo posto in griglia, quanto nei quasi nove decimi di distacco che spengono qualsiasi entusiasmo.

Alla vigilia ci si attendeva che la Rossa potesse collocarsi alle spalle di Red Bull e McLaren, e in effetti era difficile immaginare un epilogo diverso: la SF-25 ha ormai poco da aggiungere in questo finale di mondiale, segnata da criticità note e da uno sviluppo interrotto in anticipo. Tuttavia, certi momenti sono lo specchio delle difficoltà vissute in un 2025 contraddistinto da due parole: limiti e compromessi.

Parole che si intrecciano perfettamente con il tracciato texano, tra i più insidiosi della stagione, non solo per il tema delle altezze da terra, ma anche per un layout estremamente variegato, con curve di natura diversa rendendo arduo trovare il giusto equilibrio.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Zak Mauger / LAT Images via Getty Images

Due temi che purtroppo si sovrappongono con le criticità mostrate dalla monoposto di Maranello lungo la stagione, ma che ad Austin trovano un’analisi ancora più estrema e interessante, perché la SF-25 è sempre stata fortemente limitata dalla necessità di fare compromessi, senza poter contare su veri e propri punti di forza rispetto ai rivali. Il nodo principale resta quello delle altezze da terra, ma non è tutto circoscritto solo a questo elemento.

La SF-25 è frenata dai “soliti” problemi

Non è un mistero che la SF-25 soffra in modo particolare questo aspetto, tanto da aver rappresentato più volte nel corso della stagione il principale limite prestazionale. Ad Austin, alcune squadre hanno scelto di spingersi oltre, come la Sauber, che per la sprint ha adottato scelte aggressive sulle altezze da terra, su cui però verrà fatto un passo indietro per prendere margine in vista della gara alla riapertura del parco chiuso. 

Tuttavia, non tutte le vetture reagiscono allo stesso modo e ogni monoposto ha peculiarità specifiche. In casa Ferrari, che ha deciso quantomeno per ora di non spingersi verso setup troppo aggressivi, quel limite in termini di altezze da terra si traduce in una evidente carenza di carico rispetto ai rivali. Una debolezza che emerge soprattutto nei tratti in cui serve tanta spinta verticale e grande stabilità laterale, come nel primo e nel terzo settore.

Lewis Hamilton, Ferrari

Lewis Hamilton, Ferrari

Foto di: Sam Bagnall / Sutton Images via Getty Images

Non a caso, prendendo Lewis Hamilton come riferimento, la maggior parte del distacco nasce proprio in quei due intertempi, a conferma di un equilibrio sottile che affonda le radici nelle limitazioni della SF-25. L’analisi dei dati mostra come il britannico abbia perso terreno quasi in ogni curva del primo settore, evidenziando le maggiori difficoltà nella percorrenza dei tratti più veloci.

Qui emergono due aspetti interessanti e collegati. Il primo settore, caratterizzato da numerose sconnessioni, impone la ricerca di un equilibrio aero-meccanico perfetto per garantire stabilità alla monoposto, che in Ferrari diventano carenze evidenti osservando i dati: 11 km/h in meno nel primo tratto del serpentone, 7 km/h in meno in curva 7, a cui si aggiunge un’uscita più lenta dalla sequenza 8/9.

La speranza è che la Rossa possa essere più competitiva in ottica gara, limitando il degrado termico delle gomme soprattutto la domenica, terreno dove la SF-25 generalmente si sente più a suo agio, beneficiando magari anche della riapertura del parco chiuso per trovare margine prestazionale sulla base di quanto imparato nella sprint, aspetto spesso ha dimostrato poter fare la differenza per i team, osservando cambiamenti di valori in campo durante lo stesso weekend.

Confronto telemetrico Hamilton - Verstappen Sprint Quali USA

Confronto telemetrico Hamilton – Verstappen Sprint Quali USA

Foto di: Gianluca D’Alessandro

Gli avvallementi limitano non solo le altezze

C’è poi un altro aspetto interessante legato agli avvallamenti, che incidono in modo profondo sulle caratteristiche della SF-25. I piloti, Hamilton in particolare, hanno parlato di una monoposto difficile da guidare, un tema che gli stessi ingegneri Ferrari non hanno nascosto, ammettendo come la vettura sia più al più al limite da domare.

Su una pista come Austin, tutto questo si intreccia con i compromessi meccanici: da un lato la necessità di mantenere la vettura più alta per evitare un eccessivo contatto del fondo con l’asfalto, dall’altro l’esigenza di assorbire le sconnessioni. Con margini di setup ridotti, per la Ferrari questo si traduce anche in una gestione più complessa delle gomme, soprattutto sul giro secco, dove la finestra di funzionamento è più ristretta e dove la SF-25 patisce di più, soprattutto con la soft.

Con il forte vento e i numerosi dossi del primo settore, le gomme tendono a muoversi e a scivolare generando calore, un fenomeno che riduce ulteriormente l’aderenza. Se l’assetto non consente di assorbire bene le asperità dell’asfalto e manca il carico necessario, lo scivolamento aumenta e il posteriore diventa ancora più vulnerabile e instabile, tanto che i Ferraristi hanno più volte lottato propro con il retrotreno, da cui commenti sulla vettura difficile.

Il problema è che Austin vive di compromessi e Ferrari ha una coperta corta a livello di assetto. Se già su piste variegate la SF-25 tende a patire proprio per la ridotta finestra in cui opera la vettura, qui questi limiti aero-meccanici finiscono per incidere su più fronti, andando a condizionare ulteriormente anche la percorrenza dei tratti lenti. In particolare in curva 15, dove si frena in combinata e l’anteriore viene messo sotto stress generando il cronico sottosterzo, emergono tutti i limiti di progetto. Non sorprende, quindi, che sia Leclerc sia Hamilton soffrano negli stessi punti, proprio perché le difficoltà sono globali.

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