Un tunnel di collegamento stradale e ferroviario fra Russia e Stati Uniti: è questo il progetto che l’inviato speciale del Cremlino per gli investimenti esteri, Kirill Dmitriev, ha avanzato dopo la telefonata del 16 ottobre fra Donald Trump e Vladimir Putin. Lo stesso Trump ha definito “interessante” l’idea. E, parlando con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante un pranzo di lavoro alla Casa Bianca il giorno successivo, gli ha chiesto cosa ne pensasse: “Non ne sono entusiasta”, il commento di Zelensky.
Il progetto
Russia e Stati Uniti dovrebbero costruire il “Putin-Trump tunnel per unire i due Paesi, favorire la ricerca di risorse naturali e simboleggiare l’unità”, ha scritto sui social il consigliere del Cremlino. Dmitriev è a capo del fondo sovrano russo ed è quello che, assieme all’inviato speciale Usa Steve Witkoff, ha spinto di più negli ultimi mesi per un riavvicinamento tra Washington e Mosca. “Il sogno di un collegamento tra Stati Uniti e Russia attraverso lo stretto di Bering riflette una visione decennale: dalla ferrovia Siberia-Alaska del 1904 ad un piano russo del 2007”, ha aggiunto Dmitriev, pubblicando anche delle grafiche sul progetto.

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I problemi del passato
Proposte per la costruzione di un ponte – o di un tunnel sotto lo stretto di Bering – sono state avanzate per anni, ma non si sono mai concretizzate a causa dei costi, della mancanza di scambi commerciali significativi tra Stati Uniti e Russia e dell’antagonismo geopolitico tra le due super potenze.
Il ruolo di Musk
Ora però Dmitriev, per la realizzazione del progetto, punta su un appoggio importante, quello di Elon Musk (patron di Tesla) e della sua Boring Company, azienda che intende rivoluzionare i trasporti urbani con i tunnel. “Con la tecnologia moderna della Boring Company questo può diventare un tunnel Putin-Trump”, ha sostenuto in questi giorni.

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