di
Matteo Cruccu

Davvero suggestiva la performance di Josh Homme e soci al Lirico di Milano

L’ultima istantanea che si aveva di lui a Milano era quello di un uomo sofferente, poco più di un anno fa , sul palco solo per dovere perché tormentato da un’ernia. Stava invece benissimo l’altra sera Josh Homme dei Queens of the Stone Age, forse una delle band più importanti del rock cosiddetto «alternativo» degli ultimi 25 anni.

Stava benissimo pure in una formula mai vista prima: nello splendido scenario del rinnovato Lirico, deposti i distorsori, via la batteria, Josh si è fatto accompagnare oltre che dalla sua band, da un’orchestra sinfonica per l’evocativo «The Catacombs Tour». Tra archi e fiati, ha spogliato il vitalismo frenetico del suo rock’n’roll, per evidenziare invece la sua sempre potente vocalità in un’ambientazione chiaroscurale davvero suggestiva. E scendendo perfino a cantare tra gli spettatori, tra un brano e l’altro. 



















































Ottenendo quindi un duplice effetto: non si è sentita la noia di simili esperienze, il rock che si presta alla classica, con i due mondi che si sono invece fusi alla perfezione, con note perfino industrial. E non ha avuto bisogno di sfoderare nemmeno una hit, niente «No One Knows» o «Go with the Flow», concedendosi piuttosto esplorazioni verso brani apparentemente dimenticati com «Mosquito’s Song» o “You’ve Got a Killer Scene There, Man…”. E alla fine, sfilando via tra i palchi, nessuno tra il pubblico si è lamentato. 

19 ottobre 2025 ( modifica il 19 ottobre 2025 | 11:58)