LA TRAMA DI HOOD WITCH – ROQYA
Hood Witch – Roqya, il film diretto da Saïd Belktibia, racconta la storia di Nour (Golshifteh Farahani), una madre single che vive ai margini della società, nella periferia di Parigi.
Per sopravvivere, si arrangia tra contrabbando di animali esotici, merci illegali e lavori ai limiti della legalità. Donna ingegnosa e resiliente, ha sviluppato anche una app che connette gli abitanti del quartiere con guaritori marabutti, figure spirituali radicate in tradizioni mistiche a metà tra religione, medicina e magia. Ma quando una delle consulenze offerte attraverso la sua piattaforma si trasforma in tragedia, la situazione precipita. Una giovane donna muore durante un rituale. Nour viene accusata di stregoneria da chi la circonda, e ciò che era un precario equilibrio si rompe. Le superstizioni si trasformano in odio e il quartiere si rivolta contro di lei.
Nour viene dipinta come una minaccia da eliminare, una strega moderna da bruciare. Inizia così una vera e propria caccia alla donna, dove il suo corpo e la sua identità diventano bersaglio di violenze fisiche e morali, in una spirale che ricorda i peggiori incubi delle persecuzioni medievali o le repressioni contemporanee in luoghi dove il controllo sociale si esercita attraverso la punizione.
Con il figlio da proteggere e nessuno su cui contare, Nour dovrà lottare per salvarsi e per smascherare chi la sta incastrando, in un mondo dove le credenze tradizionali si mescolano con la tecnologia, e la giustizia cede il passo al fanatismo.
CURIOSITÀ SU HOOD WITCH – ROQYA
Esordio alla regia di Saïd Belktibia.
Presentato in anteprima al Festival di Cannes nella sezione ACID.
Roqya trae ispirazione dal termine Ruqyah, una pratica islamica che consiste nella recitazione di versetti del Corano per chiedere guarigione spirituale e protezione da malattie fisiche, mentali e da influenze spirituali negative come la magia nera e il malocchio.