Progettare per la calma e il benessere non è così semplice come mettere una cabin, ovvero una piccola casa in una località remota e togliere il Wi-Fi. “Progettiamo tutto intorno all’idea che la calma è un lusso, dal momento in cui si chiude il telefono, la casetta prende il sopravvento e ci guida verso un ritmo diverso”, dice Hector Hughes, cofondatore di Unplugged, una startup con sede nel Regno Unito che ha lanciato nel 2020 con alcune mini case per un digital detox di tre notti. Entro il 2024, aveva più di 30 cabine nel raggio di due ore di macchina da grandi città come Londra e Manchester, con altre sedi in Spagna e un obiettivo di 60 casette entro la fine del 2025.
Il successo di questi spazi risiede nello studio accuratissimo dei loro interni: proporzioni che calmano piuttosto che sopraffare, materiali che invitano al tatto e layout che coreografano delicatamente i comportamenti analogici. È una forma di psicologia ambientale, che crea stanze che calmano il corpo e la mente non attraverso l’assenza, ma attraverso una presenza accuratamente scelta.
Philip Scott Photography
Philip Scott Photography
“I nostri interni sono rivestiti in legno e l’intero design è incentrato su una gigantesca finestra panoramica, in modo che gli ospiti si sentano circondati dalla natura da ogni angolazione”, racconta Hughes. La biancheria da letto, i contenitori sotto il letto e una cassetta di sicurezza per il telefono incoraggiano gli ospiti a lasciare i loro dispositivi. Gli scaffali con libri, radio e giochi da tavolo invitano a svolgere attività analogiche, mentre le lampade dimmerabili sostituiscono la più severa illuminazione dall’alto. In questo caso, il Ping Minimalism non riguarda tanto l’austerità quanto piuttosto il reindirizzamento dell’attenzione: verso una finestra panoramica anziché uno schermo, verso il suono di un giradischi anziché di una notifica, una tecnica che viene adottata negli spazi di ospitalità di tutto il mondo in una miriade di modi.
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Photo courtesy Six Sense Vana India