Nemmeno il tempo di tornare dal Giro del Veneto che Elia Viviani ed Elena Cecchini hanno dovuto rifare le valigie per andare a Santiago del Cile. I mondiali su pista saranno l’ultimo appuntamento per Viviani, da lì la sua vita cambierà, così come quella di Elena Cecchini. Per l’atleta della SD Worx-Protime, fresca di rinnovo, il 2026 sarà l’ultimo anno in gruppo e il primo che dovrà preparare come unica ciclista di casa. Dopo dodici anni passati a condividere le fatiche della preparazione invernale e della stagione intera Elia ed Elena dovranno trovare un nuovo equilibrio.
«Prima però – ci racconta la friulana – c’è tempo per l’ultimo viaggione della stagione. Domani (giovedì per chi legge, ndr) Elia ed io andremo a Santiago del Cile per i mondiali su pista. Mi farà piacere essere lì accanto ad Elia come supporto in quest’ultimo appuntamento della sua carriera, poi però non rientreremo in Italia. Ci fermeremo in Colombia perché ci sarà il matrimonio di Fernando Gaviria, oltre a essere un collega è un grande amico di Elia e ci teniamo a partecipare.


Che effetto fa a fare le valigie per l’ultima trasferta?
Devo dire che di solito sono una che si emoziona facilmente, però questa volta no. Prima di tutto perché vedo Elia molto sereno della scelta che ha fatto, e poi perché secondo me non ho ancora realizzato totalmente. E’ come se fosse un normale fine stagione. Sarà più strano a metà novembre quando ripartirò in bici e ci saranno dei giorni in cui Elia non uscirà con me, come ha fatto negli ultimi dodici anni.
Al Giro del Veneto c’è stato un primo grande assaggio di fine carriera…
E’ stato bello, un momento molto speciale. Firmerei anche io per avere l’ultima corsa della mia carriera sulle strade di casa. Si è trattato di un momento speciale, sia per l’affetto ricevuto dai colleghi ma anche per il saluto della squadra. Gli hanno fatto una sorpresa con questa bici dalla livrea speciale. E’ bello vedere come sia stato un esempio e un riferimento anche alla Lotto, nonostante ci abbia trascorso pochi mesi. Vuol dire che Elia è riuscito a lasciare il segno, ed è bello vederlo perché a volte nell’arco di una carriera non si ha il tempo di fermarsi e vedere cosa ci si lascia alle spalle.


Secondo te cos’è che ha lasciato Elia?
Non perché sia mio marito, però ha un palmares invidiabile. Nello sport si tende a ricordare quello che si è fatto nell’ultimo anno o gara, ma credo che Elia possa essere davvero felice della carriera che ha fatto: tre medaglie olimpiche, innumerevoli corse su strada, mondiali su pista, gli europei e il titolo italiano su strada. Però secondo me ha lasciato tanto soprattutto alla pista.
Certo.
Ci siamo fidanzati nel 2012 e mi ricordo benissimo le Olimpiadi di Londra dove era l’unico rappresentate della nazionale italiana su pista. Da lì poi si è creato un gruppo, in questi dodici anni, che è diventato uno dei più forti a livello mondiale. Sicuramente non è solamente merito di Elia, ma credo sia stata quella persona capace di far scattare la scintilla dalla quale è nato un fuoco vivo.


E’ bello che finisca su pista…
Penso che sia la chiusura perfetta con il mondiale che, dopo le Olimpiadi è la gara più importante. Correrà anche alla Sei Giorni di Gent, che è la corsa più importante legata a quel circuito.
Cambieranno un po’ gli equilibri e le cose nella dinamica di coppia, ci hai già pensato?
Sì. Devo dire che uno dei motivi, non il principale, che mi ha spinto a continuare è stato proprio questo. Il cambiamento è una cosa che mi destabilizza sempre un pochino, soprattutto inizialmente. Penso che continuare un altro anno mi possa e ci possa dare una mano nel sistemarci, così da trovare l’equilibrio per iniziare un nuovo capitolo insieme quando anch’io avrò smesso. Non fraintendetemi, la convivenza in casa non mi spaventa, anzi Elia ed io siamo due persone che amano godere della vita. Anche nei pochi giorni che riuscivamo a passare insieme durante la stagione ci piaceva fare cose normali.


Quali?
Andare al ristorante, oppure una sera facevamo allenamento per avere la mattina libera, svegliarci con calma e avere quei trenta minuti in più per fare colazione. Anche fare una telefonata ai nostri amici, o fare un giro in città, andare al cinema.
Pensare di iniziare la stagione e di andare ai training camp con Elia a casa come sarà?
Mi sembrerà strano però d’altra parte quest’anno sono serena perché la decisione di smettere è arrivata da Elia stesso. Mentre l’inverno passato era in quel limbo in cui cercava squadra ma non trovava il contesto giusto. Lì l’ho vissuta malissimo, il fatto di andare a dicembre al training camp mi pesava, dicevo: «No, voglio stare a casa con te ed essere in queste settimane al tuo fianco». Quelle sono state settimane e mesi difficili.


Avrete modo di stare più tempo insieme…
Quando ho deciso di continuare sapevo che ci sarebbero stati i ritiri e le settimane via da casa. Spesso negli anni facevamo fatica a incrociarci perché quando io ero a correre lui era a casa e viceversa. Queste sono le cose, come vi avevo detto anche nell’altra intervista, che più mi pesano negli ultimi anni. Invece la prossima stagione sarà più semplice gestire queste dinamiche. Posso dire una cosa?
Certamente…
Ho sempre pensato che avrei smesso prima io, perché tra i due è Elia quello a cui piace andare in bici. E’ appassionato dell’allenamento, dello stare in sella. A me piace il resto: il gruppo, stare in squadra, condividere. Elia è l’atleta che ama svegliarsi al mattino, vestirsi e uscire. Quindi ho sempre pensato che mi sarei stancata prima io. Chiaramente ci sono anche altri fattori, non ultimo il fatto che nel ciclismo maschile si guarda tanto ai giovani, al contrario nel ciclismo femminile siamo nel momento in cui le squadre hanno bisogno della veterana o comunque di quella con più esperienza.


Questa sua passione della bici, dell’allenamento, ti sarà anche un po’ di supporto in questo anno un po’ diverso?
Sicuramente. Alla fine Elia mi è sempre stato di supporto nella mia carriera. Spesso uscivamo insieme, poi ognuno faceva i suoi giri e i suoi allenamenti. Però lui mi è sempre stato di supporto quando avevo bisogno di un consiglio per la scelta dei materiali, piuttosto che quando ero ai training camp avevo bisogno che mi controllasse le misure della bici. L’altro giorno parlavamo e gli ho detto che deve tenersi in forma, lui ha già detto che mi farà compagnia negli allenamenti questo inverno.
Adesso potrete condividere un allenamento per intero…
Vero. Adesso si potrà adattare a me, ad esempio io odio gli allenamenti con le volate, magari in quest’ultimo anno mi potrà stimolare a fare qualche sprint in più (ride, ndr).
Non resta che augurarvi buon viaggio e in bocca al lupo.
Crepi. Ora ci concentriamo sul mondiale pista e poi ci godremo il matrimonio di Gaviria e una meritata vacanza. Alla bici abbiamo detto che ci penseremo da metà novembre. Anzi, ci penserò, non è più un suo problema, l’avevo detto che devo ancora farci l’abitudine.