I biglietti per la sua Odissea si sono già esauriti eppure manca ancora un anno all’uscita in sala. Basta questo probabilmente a fare inquadrare la centralità, l’importanza, la fama e il seguito che può vantare ad oggi Christopher Nolan, senza ombra di dubbio il regista simbolo della sua generazione. Oggi sono 55 candeline per questo autodidatta, un autore che non ha mai frequentato scuole di cinema, eppure fin dagli esordi ha dimostrato un talento, una chiarezza e coerenza di visione, che lo hanno reso una delle vere, poche ultime certezze per il botteghino e per la critica. Difficilissimo ad oggi vederne un erede di Christopher Nolan, difficile anche fare una Top 5, decidere quali siano i suoi film migliori. Ad opinione di chi scrive infatti, ad oggi ha commesso un solo passo falso in carriera, ma tutti gli altri suoi film hanno sempre qualcosa di grande da dirci, in un paio di casi parliamo di capolavori del genere. Ecco allora che più che una selezione del meglio, questo è un viaggio per ricordarci quanto ci abbia dato Christopher Nolan, quanto sia ad oggi quella perfetta unione tra intrattenimento e autorialità, ricerca e accessibilità.

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Kevin Mazur//Getty Images

Christopher Nolan: i suoi 5 migliori film di sempre

– Memento (2000)
– Il cavaliere oscuro (2008)
– Dunkirk (2017)
– The Prestige (2006)
– Oppenheimer (2023)

Memento (2000)

Partiamo dall’inizio, da un film che lascia tutti a bocca aperta, ed è quello che sicuramente gioca un ruolo chiave nella carriera di Christopher Nolan, ne decreta il salto di qualità agli occhi della critica. Memento è un neo-noir thriller tra i più incredibili concepiti, una vera perla cinematografica, con cui Christopher Nolan presenta i suoi temi cardine: la connessione tra sogno e realtà, la difficoltà nel trovare la verità, una visione assieme caotica e meccanica dell’esistenza, il suo voler creare una metafora dell’esistenza, il suo rifarsi a modelli matematici, filosofici. Guy Pierce, marito assetato di vendetta per l’assassino della moglie, afflitto da una perdita di memoria breve, si tatua su tutto il corpo un labirinto di indicazioni, suggerimenti, post it, mentre si aggira caotico e feroce in un piccolo labirinto privato. Memento ha una struttura narrativa tra le più originali, spiazzanti e ardite che si fossero viste fino a quel momento, è una delle migliori manifestazioni del concetto di cinema come inganno ed illusione. Carrie-Anne Moss, Joe Pantoliano, sono gli altri volti di un film che toglie e dona certezze a ritmo continuo, un caleidoscopio ipnotico. Secondo molti ancora oggi, il miglior film di Christopher Nolan in assoluto, quello in cui la sua essenza più pura e genuina, si mostra senza mezzi termini, senza mezze misure. Un vero piccolo, grande capolavoro, capace di ricordarci come e quanto la verità spesso sia solo un’illusione, una creazione della nostra mente, un rifugio da noi stessi.

Il cavaliere oscuro (2008)

È stato recentemente eletto come miglior cinecomic del XXI secolo, ed è probabilmente vero. Il secondo capitolo dedicato al Cavaliere Oscuro della trilogia di Christopher Nolan, è un capolavoro assoluto, è la dimostrazione di come spesso sia importante raccogliere il meglio a livello semantico dalla fonte originale, per poi muoversi però liberamente. Il Cavaliere Oscuro della creatura di Bob Kane esalta la moralità, la sua natura di detective instancabile, Christian Bale nei panni del crociato di Gotham, stabilisce un nuovo punto di riferimento per il genere. Poi c’è lui, c’è il Joker di Heath Ledger, una delle interpretazioni più significative di questo secolo, il villain capace di sparigliare le carte, di farsi metafora non solo della follia come anomalia sociale, ma del male come mancanza di logica e empatia. Ogni elemento, dai costumi, agli effetti speciali reali, dalla colonna sonora di Hans Zimmer finendo per un cast di contorno che comprende Maggie Gyllenhaal, Michael Caine, Gary Oldman, Morgan Freeman, Aaron Eckhart, è lì dove dovrebbe stare, si muove con una sincronia perfetta. Nolan usa Batman per parlarci della differenza tra maschera e identità, di legalità e giustizia, della paura e del nostro rapporto con essa a livello personale e collettivo. Nessun altro cinecomic moderno è riuscito a raggiungere le vette di perfezione estetica, di scrittura e regia di questo film, che ha ridisegnato le regole del genere, purtroppo venendo non così imitato come si sperava.

Dunkirk (2017)

Raccogliendo l’eredità di una certa cinematografia bellica britannica degli anni ’70, Christopher Nolan otto anni fa ci prende per mano, ci porta sulle spiagge di Dunkirk, lì dove la seconda guerra mondiale arrivò quasi alla sua fine anticipata, dove il corpo di spedizione britannico e ciò che rimaneva dell’esercito francese erano in balia della Luftwaffe e dell’esercito tedesco. Dunkirk dal punto di vista tecnico è il film migliore che Nolan abbia mai girato, una corsa contro il tempo, un War movie che diventa un survival, thriller, dominato dagli elementi della natura, dal concetto di attesa che diventa il vero, grande protagonista. Abbiamo una rievocazione di una delle pagine più gloriose della Gran Bretagna, quella in cui ogni peschereccio o nave si spinse a proprio rischio e pericolo per recuperare ogni soldato, per non arrendersi alla svastica. Cillian Murphy, Tom Hardy, Kenneth Branagh, Harry Styles, Mark Rylance, Barry Koeghan, ognuno di loro ha un posto piccolo o grande dentro questa odissea tra uomini assediati dal mare e dalla morte, in cui l’elemento sonoro viene portato a vette di perfezione inedita. Finale glorioso, epico, patriottico ma mai distante dalla realtà, da ciò che è successo su quella spiaggia. Uno dei più grandi film sulla guerra mai concepiti, è un film dove in realtà si spara poco, dove i grandi mezzi hollywoodiani vengono messi al servizio di un’immersione sensoriale. Sicuramente un capolavoro del genere, un film che ogni volta che lo si riguarda ha sempre qualcosa di nuovo da donare.

Oppenheimer (2023)

Oppenheimer è stato assieme a Barbie il grande protagonista della stagione cinematografica del 2023, Ma al contrario del film di Greta Gerwig, è riuscito a confermarsi anche di fronte alla critica, all’Academy. Il progetto Manhattan, la rincorsa alla bomba atomica, quel momento decisivo e radicale nella storia dell’umanità, diventano per il regista britannico un’occasione per parlarci dell’ambiguità morale, mentre seguiamo il geniale matematico e fisico, un Cillian Murphy magnetico, mentre rievoca la sua vita, mentre cerca di sopravvivere a Lewis Stauss (Robert Downey Jr.) a un processo farsa sull’onda del maccartismo. Emily Blunt, Florence Pugh, Josh Hartnett, Benny Safdie e un grande Matt Damon, sono gli altri volti che popolano questo biopic scientifico dal tono apocalittico, con cui ricordarci la temerarietà di quel progetto, le speranze di un uomo complicato, narcisista, fragile, geniale. Oppenheimer è anche una grande dimostrazione della volontà di ricerca da parte di Christopher Nolan, con effetti visivi magnifici, una fotografia pazzesca di Hoyte van Hoytema, quel variare tra bianco e nero colori che diventa metafora. Al centro l’uomo, i suoi pregi, i suoi difetti, la sua capacità di alternare orrore con meraviglia. Oppenheimer nel suo tratteggiare tutto ciò che c’è da sapere sulla dualità dell’essere umano, è forse il film più bilanciato e più sorprendente di Christopher Nolan, forse è anche quello più inquietante.

The Prestige (2006)

The Prestige, tratto dal romanzo di Christopher Priest, a detta di chi scrive (ma non solo) è il miglior film mai fatto da Christopher Nolan, la perfezione assoluta per quello che riguarda la sua capacità di ammaliare il pubblico, di catturarci. Ci dona una storia che ha al centro il tema del doppio, dell’opposto, ma anche della verità, di una ricerca irraggiungibile che, ancora una volta, oltre a connettersi alla filosofia, all’esistenzialismo, ci parla anche della potenza dell’immagine, dell’illusione. Due escapologi, due illusionisti nell’Inghilterra vittoriana, da grandi amici diventano rivali a causa di una tragedia, e da quel momento comincia una gara nel superarsi, nel cercare quel numero di prestigio appunto, in grado di cambiare per sempre il loro mestiere. Hugh Jackman e Christian Bale sono semplicemente straordinari nel tratteggiare due individui sgradevoli, ambiziosi, tanto perfezionisti e radicali nella propria visione, da essere odiosi. Un po’ fantasy, un po’ fantascienza, un po’ mystery, The Prestige è una magnifica odissea onirica, non tanto sul mondo dell’illusionismo, quanto sull’inganno, sulla suggestione. Noi amiamo credere alle illusioni e alla magia, pure se sono trucchi. David Bowie, Michael Caine, Scarlett Johansson, Rebecca Hall, girano attorno ai due satelliti principali, a due uomini che sono divisi dal successo, dai modi, dalla fortuna, ma uniti dalla volontà di stupire il mondo. Il suo film più seducente, per certi versi anche più complicato e con alcuni di colpi di scena meglio congegnati nella sua carriera.

Headshot of Giulio Zoppello

Sono nato a Padova nel 1985, da sempre grande appassionato di sport, cinema e arte, dopo dodici anni come allenatore e scoutman professionista nel mondo della pallavolo, ho deciso di intraprendere la carriera di giornalista.
Dal 2016 ho cominciato a collaborare con diverse riviste cartacee e on-line, in qualità di critico ed inviato presso Festival come quello di Venezia, di Roma e quello di Fantascienza di Trieste.
Ho pubblicato con Viola Editrice “Il cinema al tempo del terrore”, analisi sul cinema post-11 settembre. Per Esquire mi occupo di cinema, televisione e di sport, sono in particolare grande appassionato di calcio, boxe, pallavolo e tennis.
In virtù di tale passione curo anche su Facebook una pagina di approfondimento personale, intitolata L’Attimo Vincente.
Credo nel peso delle parole, nell’ironia, nell’essere sempre fedeli alla propria opinione quando si scrive e nel non pensare mai di essere infallibili.