di
Stefano Montefiori

I nove gioielli rubati hanno un valore in teoria inestimabile perché è impossibile rivenderli: se dovessero però venire scomposti, il bottino può essere valutato in molti milioni di euro

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI – I ladri con indosso dei gilet gialli da operai sono entrati al Louvre quando il museo più frequentato del mondo era aperto e già pieno di visitatori, ieri mattina intorno alle 9.30. Un’azione durata al massimo 7 minuti (secondo altre fonti solo 4) che ha dell’incredibile per la rapidità, la facilità e l’efficacia con la quale è stata condotta nel cuore di Parigi, a pochi metri della Prefettura di polizia.

Quattro banditi hanno usato il montacarichi di un camion che hanno parcheggiato contromano sulla strada lungo la Senna, per raggiungere il balcone del primo piano; sono entrati nel museo e ne sono usciti pochi minuti dopo portando via nove gioielli, poi sono scappati su due scooter Yamaha TMax. 



















































Unica sbavatura dell’operazione, nella fuga i criminali hanno perso la corona, ritrovata danneggiata vicino al museo, dell’imperatrice Eugenia moglie di Napoleone III: un pezzo straordinario composto da 1.354 diamanti, 1.136 rose e 56 smeraldi incastonati nell’oro cesellato di otto archi a forma di aquila, una delle uniche due corone conservate di un sovrano francese assieme a quella di Luigi XV.

I gioielli rubati hanno un valore in teoria inestimabile perché è impossibile rivenderli: se dovessero però venire scomposti, come è logico, e le pietre e l’oro venduti a parte, il bottino può essere valutato in molti milioni di euro.

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Ma al di là del danno economico la portata simbolica della rapina è enorme: i ladri hanno profanato la sala 705 del Louvre ovvero la Galleria di Apollo, che ospita la collezione reale di gioielli e diamanti della Corona, al primo piano dell’ala Denon, e come spiega lo stesso museo «è nella Galleria di Apollo che Luigi XIV associa per la prima volta il suo potere reale alla divinità del sole. Per realizzare questo capolavoro di decorazione architettonica, che unisce pittura, scultura e doratura, Luigi XIV si circonda dei più grandi artisti che, alcuni anni dopo, lavoreranno alla Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles».

La rapina in uno dei luoghi più conosciuti della Francia al mondo, al pari della Tour Eiffel, e quindi tante volte immaginata al cinema e nelle serie tv, per ultima Lupin con Omar Sy, arriva in un momento già difficile per il Paese, colpito dalla crisi dei conti pubblici e dal caos del sistema politico. Il ministro dell’Interno nominato appena otto giorni fa, Laurent Nuñez, per anni prefetto di Parigi, accorso sul luogo del crimine come la ministra della Cultura, Rachida Dati, ha ammesso una «grande vulnerabilità dei musei francesi».

L’opposizione di estrema destra mostra tutta la sua indignazione per un fatto di cronaca che tocca i suoi cavalli di battaglia dell’identità francese, della difesa della storia e delle tradizioni. «Questo furto, che ha permesso ai ladri di rubare i gioielli della Corona di Francia, è un’insopportabile umiliazione per il nostro Paese», ha detto Jordan Bardella, presidente del Rassemblement national, mentre la capogruppo Marine Le Pen ha sottolineato che «i nostri musei non sono protetti quanto dovrebbero, dobbiamo reagire».

Lo scorso settembre pepite d’oro per 600 mila euro sono state rubate dal museo di Storia naturale di Parigi, mentre il museo della porcellana di Limoges ha subito una rapina con danni stimati a 6,5 milioni di euro.

20 ottobre 2025 ( modifica il 20 ottobre 2025 | 08:21)