di
Paolo Condò
La Serie A soffre di una crisi offensiva: -40 gol rispetto al 2023, con sole 9 reti nell’ultimo turno (aspettando l’Udinese). Le difese chiuse e la scarsa qualità tecnica limitano lo spettacolo
Nelle prime sette giornate la serie A ha smarrito 40 gol rispetto all’anno scorso. È un’enormità che balza all’occhio in un weekend esageratamente povero — nove reti nelle nove partite giocate fin qui — ma è da agosto che si procede in questa nevrotica siccità.
Nessuno sembra più in grado di attaccare una difesa schierata: o la si coglie spettinata, come ha fatto l’Inter con la Roma nell’occasione verticale in cui Bonny ha risolto il match più importante della giornata, o si assiste a lunghi assedi in stile Far West, con le difese disposte in semicerchio e gli attacchi che girano loro attorno in orizzontale cercando uno spiraglio. E quando infine lo trovano, come ha fatto l’Atalanta nella ripresa di ieri con la Lazio, mancano le energie per restare freddi davanti alla porta.
La qualità, o meglio la sua assenza, è un elemento chiave del discorso: in questo settimo turno le squadre della metà bassa della classifica hanno segnato due soli gol, Simeone e Gosens. Due gol per nove squadre (l’Udinese gioca stasera): non è un problema piccolo, ma un gorgo che rischia di inghiottire la serie A. Non abbiamo l’anello al naso, siamo consapevoli che il livello di una partita — e di un campionato — non si misura soltanto dalla quantità di reti: non a caso il famoso 4-3 di Juve-Inter sollevò diverse perplessità per le amnesie difensive.
Ma è inutile nascondersi, ragionando in termini industriali, che con quei risultati vendi bene all’estero i diritti tv del tuo torneo — come riesce alla Premier — mentre quattro 0-0 in un turno tengono lontano qualsiasi acquirente. È un serpente che si morde la coda: il sistema cerca soldi in tutti i modi per spenderli alla ricerca di giocatori migliori per aumentare lo spettacolo, e così vendersi meglio per spenderli alla ricerca di giocatori migliori, e così via.
La grande ammucchiata in testa alla classifica è un’ovvia conseguenza della siccità, perché delle otto squadre ammassate in cinque punti soltanto l’Inter (+2) e il Bologna (+4) hanno segnato più dell’anno scorso. Le altre sono tutte in perdita, persino la Roma (-1) che pure ha cinque punti in più, persino il Como (-1) che da una stagione all’altra è cresciuto di quattro punti, addirittura il Milan che ha raggiunto il primato solitario pur avendo segnato quattro reti in meno rispetto alla pallida partenza del 2024.
Buon per lui che Leao, investito delle massime responsabilità dalle molte assenze, abbia risposto in azione con lo splendido diagonale del pareggio, e da fermo col rigore della vittoria. Se al settimo anno col Milan questo è il primo rigore tirato dal portoghese in campionato — ne ricordiamo un altro nella serie interminabile del 2020 contro il Rio Ave in coppa — risulta evidente che ieri sera sia stato abbattuto un tabù, e chissà che non sia finalmente un nuovo inizio.
Qualche appunto dall’ingorgo dell’alta classifica. L’Inter viaggia forte grazie alle punte di scorta, il semi-reparto che l’anno scorso le costò il crollo finale. Se Lukaku sembrava insostituibile, Hojlund lo è con certezza. Tudor è ufficialmente entrato in zona pericolo. I migliori giocatori del torneo hanno età opposte: Luka Modric e Nico Paz. Chissà quanto è casuale che a Perth, nella discussa trasferta promozionale, vadano loro due.
20 ottobre 2025 ( modifica il 20 ottobre 2025 | 07:22)
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