Quando ha raggiunto gli ultimi giri, Acosta ha lottato solo per mantenere la sua posizione. Ha tagliato il traguardo in quinta posizione, davanti a Luca Marini, ma era chiaramente deluso, e chi non lo sarebbe stato, dopo aver corso in seconda posizione poco tempo prima? Aveva fatto tutto bene, ma il risultato non dimostrava quanto avesse lavorato.

Dopo la gara, Acosta non ha nascosto la sua frustrazione. Dopo la gara ha dichiarato: “Dobbiamo capire perché tutte e quattro le KTM perdono così tanto grip, anche quando gestiamo con attenzione gli pneumatici. Ogni fine settimana è la stessa cosa”, ha spiegato, “è difficile rimanere motivati quando si passa l’intera gara a gestire le gomme, per poi ritrovarsi nella stessa situazione di quando non le si è gestite affatto”.

Ha poi aggiunto: “Se avessi girato a tavoletta per 27 giri e avessi avuto questo problema, avrei potuto capirlo. Ma quando giro al 70% e perdo comunque la stessa quantità di aderenza, è difficile sapere cosa fare a metà gara”.

Acosta ha anche ammesso che Phillip Island è probabilmente il circuito peggiore per la KTM in questa stagione, a causa delle curve veloci e dell’elevata usura degli pneumatici. Tuttavia, ha sottolineato che tutti e quattro i piloti KTM hanno sofferto dello stesso problema, anche se hanno stili di guida diversi. Ciò suggerisce che il problema potrebbe derivare dall’assetto della moto o da come il team ha gestito gli pneumatici, piuttosto che dai piloti stessi.

Anche se il quinto posto non è un brutto risultato, soprattutto quando la gara è difficile, Acosta non era contento. Ha detto: “Non capita tutti i giorni di sentirsi bene al quinto posto. Sono stanco di dover affrontare le stesse cose ogni fine settimana. Dobbiamo trovare una soluzione”.

Il problema sembra essere tecnico piuttosto che personale. Poiché tutti i piloti KTM hanno problemi di aderenza degli pneumatici, il team dovrà probabilmente lavorare a stretto contatto con Michelin e i suoi ingegneri per capire cosa sta succedendo. Le possibili cause potrebbero essere la pressione degli pneumatici, il bilanciamento del telaio, le impostazioni elettroniche o addirittura la strategia di gara.

Per Acosta, la frustrazione è comprensibile. Ha il talento, il ritmo e la motivazione per vincere le gare, ma i macchinari sotto di lui non gli permettono ancora di mostrare tutto il suo potenziale. Tuttavia, rimane positivo e concentrato. Il suo atteggiamento calmo e la comunicazione onesta con la squadra sono la prova della sua crescente maturità come pilota ufficiale.